lunedì 26 dicembre 2005

Abbracci

Sarà che il periodo delle feste ricorda istintivamente le abbondanti coccole che si ricevevano insieme ai regali, sarà che l'affetto delle persone più care si rinnova ad ogni nuova stagione; magari non così esplicitamente da affiorare apertamente come pensiero ragionato, ma quanto basta per far capolino nei sogni...


Il pullman fa un ampio giro nella larga piazza assolata, manovra tra le aiuole dove striminziti alberi combattono con una cronica mancanza d'acqua e infine posteggia accanto alla casa bianca.
Io scendo con il cuore in subbuglio: è la mia casa, a Scoglitti - anche se nel sogno sembra più grande, più alta, più bianca-.

Dalla porta mi viene incontro una anziana signora con i capelli bianchi; è la zia Gina, ci stringiamo nel forte abbraccio di chi non si rivede da molto tempo.
Mi accompagna all'interno della casa; in un ampio ingresso con una larga scalinata che sale, incontro la Angela, il mio papà, la mamma, altri zii e zie dei quali non ricordo neppure più il nome: Peppina, Gaetano, Turuzzu, Vannina...
Solo un attimo di stupore per capire che sono persone che non ci sono più, che solo i vivi mancano. In un'atmosfera morbida e un po' ovattata, qualcuno mi invita a salire le scale e mi accompagna.
Ho il fiato un po' corto nell'arrampicarmi per le scale, stupito chiedo: "Perchè anche tu hai il fiatone?"; "Beh, cosa pensi anche noi in paradiso ci stanchiamo!" mi sento rispondere.

Vengo accompagnato da una vecchietta ormai senza denti, il volto segnato da rughe, gli occhi luminosi.
Il suo compito è "guardarmi dentro" nel profondo , per dirmi chi veramente sono.
Mi deve assaggiare come si assaggia un cibo elencandone gli ingredienti. Si avvicina e mi bacia in bocca, un bacio lungo, il tempo di sentire il contatto con le gengive sdentate, il calore dell'interno della bocca.
Poi si stacca ed elenca i risultati del test, come si fa con le analisi del sangue.
Scienza: un pochino;
Matematica: quanto basta;
Capacità logiche: appena sufficienti;
Poesia: abbondante;
Fantasia: straripante;
Ascolto: tanto;
Creatività: inesauribile;

Ma cosa si nasconde dietro l'immagine dell'ingegnere?

(sogno del 21/12)

Mi preparo una tisana, una di quelle che ti fanno rilassare già mentre scendono nell'esofago, di quelle che colorano intensamente l'acqua dove diffondono il loro aroma, di quelle che si filtrano col colino, con l'acqua scaldata in un pentolino che frigola appena l'acqua comincia bollire.
Poi questo pentolino è speciale è quello della mamma, dimenticato in un ripostiglio nel poggiolo, la tisana avrà un gusto diverso.
Bevo, ma ho ancora sete, ne preparerò un'altro.
Entro nella stanza che si apre nel lungo corridoio in penombra, è la camera del papà, già anziano, con i capelli bianchi.
"Quanto tempo che non ti vedo papà!".
Lo abbraccio, lo stringo al petto fortissimamente - come raramente sono riuscito a fare nella realtà - lo accarezzo nei pochi capelli arruffati che gli sono rimasti in testa.
"Quanto tempo che non ti vedo papà!".
Non ho più nessuna inibizione nel mostrarti il mio affetto e tu non ne hai nel ricevere il mio.
Ti abbraccio e sento quanto sei vicino a me ed io ad te.

(Sogno del 25/12)

1 commento :

Anonimo ha detto...

Peccato,è un vero peccato che queste manifestazioni di affetto non riusciamo a esprimerle quando le persone care sono ancora con noi.
E' un pudore ben strano sbagliato che lascia solo rimpianti. Dovremmo lottare di più contro queste forme di insana riservatezza.