lunedì 19 dicembre 2005

Auguri scomodi

Tratto da "Auguri scomodi" di don Tonino Bello e adattato perchè il primo destinatario del messaggio sono io.


Non posso sopportare l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla "routine" di calendario.

Tanti auguri scomodi, allora!
Gesù che nasce per amore ci dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E ci conceda la forza di inventarci un’esistenza carica di donazione, di preghiera, di silenzio e di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia ci tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del nostro letto duro come un macigno, finché non avremo dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo ci faccia sentire dei vermi ogni volta che la nostra carriera diventa idolo della nostra vita, il sorpasso, il progetto dei nostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle nostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, ci costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la nostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell'affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei nostri cenoni, rimproveri i tepori delle nostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle nostre luminarie, fino a quando non ci lasceremo mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla nostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l'aggravante del nostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si fabbricano armi, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell'oscurità e la città dorme nell'indifferenza, ci facciano capire che, se anche noi vogliamo vedere "una gran luce" dobbiamo partire dagli ultimi.
I pastori che vegliano nella notte, "facendo la guardia al gregge ", e scrutano l'aurora, ci diano il senso della storia, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

1 commento :

Pasquale Orlando ha detto...

A

chi

ama

dormire

ma si sveglia

sempre di buon

umore. A chi saluta

ancora con un bacio. A

chi lavora molto e si diverte di

più. A chi va in fretta in auto, ma

non suona ai semafori. A chi arriva

in ritardo ma non cerca scuse. A chi spegne

la televisione per fare due chiacchiere. A chi è

felice il doppio quando fa a metà. A chi si alza presto

per aiutare un amico. A chi ha l'entusiasmo di un bambino

ma pensieri da uomo. A chi vede nero solo quando è buio.

A chi non aspetta Natale

per essere

più buono

AUGURI

DI UN BUON NATALE 2005

E PER UN GRANDIOSO 2006