domenica 12 febbraio 2006

Un impegno serale

(Sogno 11/2)

Quando esco di casa è gia buio, le strade del quartiere si sono rapidamente svuotate e ora sono deserte. I muri sono tristemente illuminati dalle luci giallognole dell'illuminazione pubblica, le già rade vetrine dei negozi, sostituite da sportelli bancari e super-discount, sono irrimediabilmente scure.
Prima di arrivare alla mia meta, vorrei mangiare qualcosa, sono uscito di corsa perchè mi sembrava di essere in ritardo e non ho avuto tempo di prepararmi la cena.
Inaspettatamente trovo un piccolo bar aperto. Più che un bar, sembra una di quelle latterie stile anni sessanta, con l'insegna bianca, un vecchio bancone.
Entro; in un ristrettissimo spazio tra una vetrinetta semideserta di formaggi e i biscotti per la colazione, mi affaccio verso il negoziante e ordino un toast e, per favore, anche un succo di frutta, alla pera, se c'è.
Mentre attendo la cottura, la piastra probabilmente era fredda, entra un altro avventore e poi un altro ancora. Chissà da dove spunta tutta questa gente, poco fa nella via non c'era assolutamente nessuno.
Poi capisco che hanno la mia stessa meta, il teatrino è ormai a pochi passi e fra poco comincia lo spettacolo di un famoso comico.
Quando si apre il sipario sono seduto in una platea semivuota.
Poi evidentemente devo aver pensato di avvicinarmi perchè mi ritrovo proprio sotto il palco, oltre la prima fila con un foglio in mano proprio a ridosso dell'attore, come se fossi il regista.
Mi accorgo che nella concentrazione e immedesimazione dello spettacolo mi sono messo in una posizione troppo visibile, troppo esposto, sia verso il palco sia verso gli spettatori. Allora, come se ritornassi alla realtà, mi faccio un po' da parte, muovendomi con la mia sedia in una zona più in penombra.
Ora il teatro, dalla mia posizione posso vedere l'intera platea, è pieno di gente.
Qualcuno avvicina una sedia alla mia e si accosta. E' una donna, sembra interessata a me. "Ci sta provando" mi dico. Verrà tutti i giorni a cercarmi all'uscita del lavoro, dovrò uscire dall'uscita secondaria per liberarmi di lei.

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