giovedì 16 marzo 2006

Matrix, il controllore.

Matrix, il film dei fratelli Wachowski è uscito nel 1999.

Credo che siano stati digitati chilometri di bit su questo tema.
Ma io non desidero parlare degli effetti speciali del film, sarebbe un po’ tardivo; né addentrarmi nella filosofia della virtualità e realtà; né tanto meno nella fantascienza.
Di Neo, il protagonista, mi interessa la sua capacità di “cambiare”.
Da uomo schiavo a uomo libero.
Neo è schiavo di Matrix, metafora di chi vive braccato e imprigionato dalle proiezioni che la sua stessa mente tesse giorno dopo giorno come la rete di una ragnatela, fino a ingabbiarlo.
Un Controllore, spietato, alberga nella sua mente, un super-io che lo costringe a vivere vittima di una realtà deformata, filtrata, scomposta e ricostruita secondo modelli precostituiti.
Neo ha paura di se stesso, dei propri impulsi, forse pensa che senza questo "controllo" potrebbe svelarsi come un mostro.
Morpheus invece rappresenta la parte di sé che percepisce il disagio e lancia messaggi di liberazione.
Morpheus è il mediatore che gli permette di avviare un lungo pericoloso viaggio alla ricerca di una verità oggettiva su di sé.
Quello di Neo è un percorso psicoanalitico, è una ricerca affascinante, anche se a volte faticosa e dolorosa, di una verità a lui nascosta da illusioni e proiezioni.
Neo ce la fa!

Nell’ultima scena, dopo il distacco dal suo Controllore, il mondo virtuale si scompone e si dissolve rivelando quello reale…

…che non è quello angosciante del campo coltivato a “uomini” per succhiarne l'energia, ma è identico al precedente nell’aspetto, identico nelle persone, identico nella sequenza con cui si succedono gli avvenimenti, identico nelle emozioni, identico nei valori a cui si crede veramente.

La liberazione di Neo è tutta interiore.

Ho letto da qualche parte nella rete l’intervento di un esperto (Quirino Zangrilli): “Pochissimi individui, dopo migliaia di ore di analisi ed anni di metabolizzazione, riescono ad intravedere il mondo oltre lo schermo proiettivo del proprio Matrix”.



Per rivivere, per qualche istante, l’atmosfera del film riporto il dialogo del primo incontro tra Neo e Morpheus.
Morpheus: Immagino che in questo momento ti sentirai un po' come Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio.
Neo: L'esempio calza.
Morpheus: Lo leggo nei tuoi occhi: hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità. Tu credi nel destino, Neo?
Neo: No.
Morpheus: Perché no?
Neo: Perché non mi piace l'idea di non poter gestire la mia vita.
Morpheus: Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c'è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di che si tratta, ma l'avverti. È un chiodo fisso nel cervello, da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando...
Neo: Di Matrix.
Morpheus: Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'è? Matrix è ovunque, è intorno a noi, anche adesso nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità.
Neo: Quale verità?
Morpheus: Che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado purtroppo di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è. È la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre. Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.
(....)
Morpheus: Benvenuto nel mondo vero.
Neo : Sono morto, vero?
Morpheus: Tutto l'opposto.

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