domenica 21 maggio 2006

Un due tre stella!

Un... due... tre stella!
Prima di tutto bisogna trovare chi "sta sotto". In genere si fa con una conta (io consiglio "Uccellin che vien dal mare quante penne può portare può portare trentatre, uno due tre a uscire tocca a te").
Chi "esce" conduce il gioco (in qualche versione è chiamato "la fata") . Tutti gli altri (bambini?) vengono allineati a una distanza concordata (diciamo dieci, venti metri); il capogioco gira loro le spalle e attende qualche istante. In questo intervallo di tempo i concorrenti cominciano ad avanzare con quanto più coraggio dispongono con lo scopo di arrivare per primi alla linea d'arrivo (o a toccare il capogioco); appena "la fata" dichiara: " un, due... tre stella!", si gira di scatto e tutti cercano di immobilizzarsi.
Chi viene sorpreso ancora in movimento viene rispedito inesorabilmente alla linea di partenza. E fermi bisogna rimanerci, a fare "le belle statuine" (altro nome del gioco), finchè il capogioco non si volta nuovamente permettendo di avanzare di nuovo e così via. Naturalmente la difficoltà sta anche nel rimanere immobili in strane posizioni di precario equilibrio e perchè "la fata" può cercare con parole, versi e boccacce di provocare un movimento indesiderato.
Infine, attenzione: il capogioco è anche giudice insindacabile e qualche volta anche parziale.
Se l'avanzamento verso il traguardo è troppo evidende, potrebbe inventarsi di avervi visto muovere e dovrete tornare indietro. La stessa cosa succederà se gli siete antipatico.
Il gioco assicura movimentate contestazioni e sospensioni che verranno ufficializzate alzando un braccio e gridando "pugno!"
Il "pugno" crea una zona e un tempo franco, in cui le regole e la competizione sono sospese, quindi è permesso muoversi;

è il tempo della ricerca di un nuovo equilibrio relazionale fra i partecipanti e può concludersi ripartendo dallo stesso punto o ricominciando tutto da capo.

Un due tre stella: l'importante è non lasciarsi scoprire
Un due tre stella: se non rischi, non vinci
Un due tre stella: non farti troppi nemici
Un due tre stella: se non mi fai vincere alzo il pugno e butto tutto all'aria
Un due tre stella: quando tocca a me te la faccio pagare
Un due tre stella: io sono il più svelto
Un due tre stella: non riuscirò mai a vincere
Un due tre stella: sono una bella statuina ma appena ti giri mi libero
Un due tre stella: ora mi giro in anticipo
Un due tre stella: ieri non mi ha fatto assaggiare la merenda
Un due tre stella: se mi squalifica non gioco più
Un due tre stella...

1 commento :

Anonimo ha detto...

Improvvisamente, mentre cammino verso casa, capisco!
Mi son raffigurato il conflitto interiore.
Il controllore, il super-io, vuole costringere l'Es, la fonte dell'energia pulsiva, a stare nelle regole stabilite e rigide: vuole ridurlo all'immobilità per non rischiare squilibri, teme e minaccia di azzerare tutto.
L'Es che per esprimere la propria istintiva creatività deve aspettare di non essere visto, deve sfruttare altri canali: le gaff, i sogni, un lapsus, una sbadataggine.....
a meno che non ci sia una sospensione accettata da tutti: "pugno". Passa il dottore, l'ambiente è protetto, si attenua il disagio a mostrarsi come si è.
Che poi è sempre meno peggio di quanto si teme.

Mi sembra che "un due tre stella" sia una discreta rappresentazione di questo meccanismo.