sabato 17 febbraio 2007

Poche righe

Per fortuna i libri si leggono con la 'voce' della mente. Se non fosse così mi perderei una parte della magia dei libri di Camilleri.
Per me, siciliano che non sa parlare il dialetto, i personaggi dei suoi libri assumono il timbro delle voci e delle inflessioni dei miei genitori, delle zie, dei nonni.
Tutti con me si sforzavano di parlare italiano. In particolare il papà ci riusciva con ottimi risultati. La sua cadenza originale, assumeva quella tipica rotondità dei Siciliani colti che non hanno vergogna di rivelare le loro origini, ma ne sono fieri, ma il suo italiano era posato e fluente.
L'inflessione della mamma era invece più spigolosa, l'apertura delle vocali, il raddoppio delle consonanti davano il senso della sua terra, di chi ha avuto meno occasioni in gioventù per ingentilire i suoni. Solo quando doveva sgridarmi o darmi qualche punizione, i suoi propositi di parlare in italiano si inceppavano e il dialetto scorreva limpido, irruento, senza freni diventava genuino, generoso, franco.
Nei dialoghi fra di loro però si esprimevano nella maniera più naturale, quella della loro gioventù, e allora io ascoltavo e imparavo. Imparavo a capire senza essere capace di riprodurre i suoni per mancanza di esperienza.
Per questo, leggere ad alta voce una pagina di Camilleri sarebbe per me un tormento perchè immediatamente tradirei l'incapacità di parlare il dialetto, mentre nel silenzio della mia mente le stesse frasi scorrono veloci, ritrovano l'effetto originale, anzi sento la capacità di 'entrare' nel profondo della psicologia di quei personaggi.
Ho appena iniziato a leggere, "il colore del sole" e subito, dopo poche righe, ero già risucchiato in quel 'non so dove' dove abitano le letture che senti di amare.

Poche righe.
Forse sta qui la magia. Poche righe dove lo scrittore si gioca il rapporto con il lettore.
Sono andato davanti alla mia libreria, nella sezione dove tengo i libri di Camilleri. Sentivo istintivamente che doveva essereci qualcosa da scoprire.
Vi ripropongo qui sotto alcuni inizi di libri, senza svelare ciò che li lega. Lo lascio a chi legge questo mio 'post'.

A proposito come si può tradurre 'post' in siciliano? A me viene in mente 'pizzu' (da appizzare, affiggere). Se qualcuno ha una traduzione migliore, me la fa sapere?.

(Nell'immagine Punta Secca (RG) dove è ambientata la casa di Montalbano negli sceneggiati televisivi).

La voce del violino.
Che la giornata non sarebbe stata assolutamente cosa, il commissario Salvo Montalbano, se ne fece subito persuaso non appena raprì le persiane della càmmara da letto. Faceva ancora notte, per l'alba mancava perlomeno un'ora, però lo scuro era già meno fitto, bastevole a lasciar vedere il cielo coperto da dense nuvole d'acqua e, oltre la striscia chiara della spiaggia, il mare che pareva un cane pechinese.

Il birraio di Preston.
Era una notte che faceva spavento, veramente scantusa. Ad una truniata più scatascìante delle altre, che fece trimoliare i vetri delle finestre, si arrisbigliò con un salto.

Il giro di boa.
Nuttata fitusa, 'nfami, tutta un arremazzarsi, un votati e rivotati, un addrummisciti e un arrisbigliati, un susiti e un curcati.

Il cane di terracotta.
A stimare da come l'alba stava appresentandosi, la iurnata s'annunciava certamente smèusa, fatta cioè ora di botte di sole incaniato, ora di gelidi stizzicchi di pioggia, il tutto condito da alzate improvvise di vento.

La gita a Tindari.
Che fosse vigliante, se ne faceva capace dal fatto che la testa gli funzionava secondo logica e non seguendo l'assurdo labirinto del sogno, che sentiva il regolare sciabordio del mare, che un venticello di prim'alba trasìva dalla finestra spalancata.

La luna di carta.
La sveglia sonò, come tutte le mattine da un'anno a 'sta parti alle sette e mezza. Ma lui si era arrisbigliato una frazione di secunno prima dello squillo, era abbastato lo scatto della molla che mittiva in moto la soneria.

Le ali della sfinge.
Ma indove erano andate a finire quelle prime matinate nelle quali appena arrisbigliato, si sentiva attraversato da una speci di correnti di filicità pura, senza motivo?

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