venerdì 6 aprile 2007

La nave mercantile

Può un sogno (4/5) rovinare un tramonto sul mare? Può, e racconto come.

Immaginare di essere in una grande casa condominiale e attraverso una finestra scoprire la vista del mare e della foce ad estuario di un largo fiume.
Proprio nella traiettoria dove il sole si avvicina all'orizzonte un castello in controluce e dei pini marittimi che si affacciano sul vuoto degli scogli.
Macchina fotografica alla mano, si cerca di fissare il momento, ma nell'obiettivo si intrufola una nave mercantile che attraversa la foce per passare nel mare aperto.
Una grande nave che avanza decisa e che improvvisamente vira tutta a tribordo, sbanda di poppa, forse spinta anche dal vento e sbatte violentamente contro un'altra piccola imbarcazione che proprio in quel momento incrocia nel tratto di mare. Un urto che disintegra il motoscafo e lo fa affondare insieme al suo equipaggio, lasciando sulle onde, beffardamente piatte, un mozzicone di scafo. Poi come se il mare fosse un'autostrada affollata, sopraggiunge di gran carriera un'altra nave e un'altra ancora, innescando inevitabili e violenti tamponamenti marini.
La macchina fotografica non funziona, il pulsante premuto si rifiuta di fissare quel momento di angoscia.

A parte il ricordo di qualcosa di simile che è avenuto nella realtà, qualche mese fa, nello stretto di Messina, cerco di fissare almeno un elemento di questo sogno.
La nave mercantile che travolge quello che incontra sul suo cammino e prosegue incurante. Io, a persone così potrei dare nome e cognome, le conosco! Capaci di mandare in fumo, col loro "passaggio", anche i momenti più belli, quelli che sono frutto di impegno e tenacia. E poi devi ricostruire e vorresti che il momento non ci fosse mai stato che il click della memoria si rifiutasse di memorizzare il passaggio.

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