martedì 31 luglio 2007

La cantina

Per chi vive in città, in un condominio, cantina soffitta sono ambienti legati a ricordi di infanzia o immagini di film. Eppure, metaforicamente, c'è una cantina o una soffitta in ogni casa.
Può essere una zona dell'armadio, un cassetto, una vecchia scatola riposta sotto il letto.
Sono gli spazi che le esperienze del passato si ritagliano per conservarsi.
Rimangono nascoste per anni sottoforma di fotografie, libri sgualciti, giocattoli semidistrutti, vestiti ripiegati come se fossero pronti all'uso.
Prima o dopo ci capiterà di passare di lì e quelle esperienze ritorneranno alla memoria.
Anche quelle che volevamo dimenticare.
Un odore farà riaffiorare sequenze di parole e di gesti. Il contatto con la superficie di un oggetto farà rivivere immagini lontane, come in un videoclip montato a tempo di record.

La cantina è il luogo dell'anima dove singolarmente o insieme, si può
intraprendere un viaggio speciale per cercare e ritrovare il senso profondo del
vivere quotidiano.

"Abitare la casa abitare la vita" - Gruppo La Vigna - ed. EBC -2002

lunedì 30 luglio 2007

Val Aurina

Passeggiare sopra l'arcobaleno
Faticare con stile
Ipnotismo reciproco
Dividere con fantasia

Bosco

In val Aurina sono molto gentili.
Se non sai dove ti trovi...
...puoi fare affidamento ad un bigliettino legato ad un albero del sentiero....

martedì 24 luglio 2007

I preliminari del rafting

E' vero, conciati così, io e Guido, con le tutine, siamo assolutamente buffi.


L'equipaggiamento consiste in: scarpe, tuta, giacca impermeabile, casco, salvagente e pagaia.









Poi si partecipa al mini corso che comprende le istruzioni per la navigazione: posizione nel canotto, avanti, indietro, stop, tutti dentro, destra indietro e sinistra indietro.

Seguono quelle per la sicurezza personale che comprendono come comportarsi in caso di caduta in acqua, come risalire e aiutare l'altro nella risalita, l'uso della corda di recupero, come lasciarsi trasportare dalla corrente in sicurezza, cosa fare in caso di ribaltamento.



Poi si va...



In quest'ultima foto, scattata di sera, il salto di terzo grado all'altezza di Campo Tures.

sabato 21 luglio 2007

Rafting in Val Aurina

Quei temerari che si infilano in un canotto e si buttano giù per i fiumi...
Esperienza bellissima, sono orgoglioso di aver superato la paura e seguito l'istinto.
Dodici chilometri giù per l'Aurino con difficoltà di terzo grado (il massimo è il sesto).
Nelle foto scattate da Mariateresa si vedono gli attimi successivi alla partenza.
Il bello è venuto nella seconda parte dove si è affrontato un salto e una zona di maggiore turbolenza.
Esperienza da ripetere.



sabato 14 luglio 2007

Scalinata di pietra

Una lunga, ripida, scalinata costruita con grossi blocchi di pietra bianca e grigia, permette di superare il dislivello che separa i due terrazzamenti della ripida collina.
In una mano ho una valigia con l'altra tengo fermo sulla spalla un ombrellone bianco.
In fondo al percorso, la casa che devo raggiungere.
Comincio a scendere i primi scalini; ad ogni passo diventano sempre più alti e difficoltosi da affrontare. Finchè il successivo è così alto che devo fermarmi, posare i bagagli e scenderlo appoggiando le mani e puntellandomi con i tacchi delle scarpe.
Ancora un passo, stavolta mi giro verso la parete, scendo all'indietro. Appoggio il piede su un blocco di pietra. Si muove sotto il mio peso, si spezza alla base, si stacca e cade verso il basso. Mi aggrappo allo scalino precedente, mentre tutta la struttura implode su se stessa. Rimango abbarbicato sugli speroni di roccia che spuntano dal muraglione. Non posso andare su, non posso andare giù.

(sogno 13/7/07)

Ancora un percorso interrotto. Questa volta l'ansia è maggiore e manca l'alternativa. Ora ci sono le ferie per recuperare...

venerdì 13 luglio 2007

Nonna

Io non sapevo neanche che fosse malata la nonna.
Figuriamoci, sentirsi chiamare dalla preside della scuola elementare e trovarsi davanti la mamma che ti porta via da scuola in fretta.
Come in un sogno, senza pienamente capire la realtà dei fatti, mi ritrovo sul treno per la Sicilia. E' un viaggio diverso dagli altri, non ci sono le vacanze d'etsate, non c'è stata la possibilità di prenotare i posti. Saliamo su un treno che arriva da Torino pieno all'inverosimile, anche nei corridoi. Comincia una notte allucinante. Mi lamento con la mamma. Qualcuno le lascia il posto su uno di quei sedili minuscoli nel corridoio, io in braccio a lei. Ore interminabili. Puzza di sudore e di cibo e d'altro ancora. Si va avanti così fino a Napoli, undici, dodici ore, quando finalmente si liberano dei posti.
A Catania Papà scende per cercare dell'acqua da bere in una fontanella della stazione. Torna che il treno è già ripartito e noi siamo spaventati. Ha una tasca dei pantaloni strappata. Qualcuno ha tentato di sottrargli il portafogli, ma lui si è difeso con le unghie.
Ventiquattro ore per arrivare al paese.
Parenti alla stazione ci prelevano al volo. Ma io sono troppo stanco per capire. La mamma piange, siamo arrivati troppo tardi. "Voglio vedere la nonna". Ma gli adulti pensano che sia meglio di no. Una zia mi aspetta per tenermi compagnia. Tutte le donne sono vestite di nero.

mercoledì 11 luglio 2007

Cambiare

Ricordate che tutto cambia, soprattutto i rapporti umani, e che per mantenerli noi dobbiamo cambiare con essi. Assicuratevi di progredire e di crescere costantemente insieme, ma separatamente.

Leo Buscaglia

venerdì 6 luglio 2007

Sentiero


I sentieri si consolidano grazie al continuo passaggio nello stesso solco. E' la frequentazione che determina una netta separazione dalla vegetazione che cresce a fianco.
Il battere della scarpa, il passaggio della ruota, il movimento del bastone, impediscono ai semi di crescere, ai rami di chiudere il varco, ai rovi di soffocare lo spazio. L'acqua della pioggia completa il lavoro invitata a scorrere nella via che non ostacola il suo fluire.

Nel mio sogno percorro uno di questi sentieri lungo una collina dalla dolci pendenze. Tutt'intorno prati verdi. Il solco del sentiero è ben marcato e scavato. Sembra il passaggio costruito giorno, tutti i giorni; una strada conosciuta a memoria che dovrebbe portare verso la meta.
Invece improvvisamente il sentiero si interrompe. Non c'è più. E' qualcosa che lascia perplessi, qualcosa di indesiderato.
La necessità di guardarsi attorno, cercare un posto dove mettere i piedi al prossimo passo. Qualcosa di non pianificato, di non progettato. Fermarsi? Come se nella vita ci si potesse fermare! Sì, nella vita ci si può fermare, richiudendosi su se stessi, lasciandosi sopraffare dallo sconforto.
Cambiare.
Occorre prendere consapevolezza che c'è un cambiamento. Non richiesto si presenta.
Alzare lo sguardo, qualche metro più in là c'è un'altro solco da seguire. E' vero bisogna attraversare quel limbo che non è più il prima e non è ancora il dopo. E' un salto laterale dove le proprie abitudini si devono per un attimo perdere nel nulla e dove l'incertezza dell'atterraggio è più forte di ogni altra idea.
Allora vado?

(da sogno del 6/7)

Latenza e Cambiamento

Nel mio blog informatica&organizzazione parlo di tempi di latenza e cambiamento. Segnalo per pertinenza di argomento.

martedì 3 luglio 2007

Il segreto

Un uomo cammina per strada. Nella sua tasca posteriore è visibile il rigonfiamento di un pacchetto di documenti. Carte che non ha saputo decifrare. Le ha sbirciate per qualche minuto con un interesse che rapidamente si è esaurito e li ha rimesse in tasca.
Ignora alcune cose.
La prima è che il bottone della sua tasca si è rotto e tutto il pacchetto sta per cadere a terra senza che lui se ne accorga.
La seconda è che quelle carte racchiudono un "segreto" strepitoso, capace di rendere ricco, chi le sa interpretare, per generazioni intere.
Infine, non sa di essere osservato da due occhi attenti che controllano ogni sua mossa senza sosta e che aspettano l'evoluzione degli eventi.
Chi lo controlla non trarrebbe giovamento diretto dalle informazioni che ora giacciono sul bordo del marciapiede, per questo non si affretta a raccogliere i documenti, non manda emissari per impossessarsene. E' come un allibratore che deve puntare sul cavallo giusto, quello che gli permetterà di attingere a smisurate risorse.
Oramai il suo uomo sembra aver perso definitivamente l'appuntamento con la fortuna. Si allontana grattandosi una natica, forse si sente più leggero.

Un secondo uomo si imbatte sul pacchetto il cui contenuto si è sparpagliato a terra. Lo raccoglie, si guarda in giro. Non c'è nessuno in vista, salvo due occhi, per lui invisibili. Si mette velocemente in tasca tutto il contenuto e prosegue.
Da qualche parte il cellulare squilla. C'è la novità da registrare. Il "segreto" ha cambiato proprietario. Spostare tutto, puntare ogni risorsa sul nuovo possibile padrone del "segreto".
La catena a reazione parte, saranno coinvolte lobbies, istituti, centri di potere. Una corsa contro il tempo per reindirizzare la trappola verso la nuova preda.

Sì, eccolo a casa, aprire tutte le buste e i foglietti piegati. Non ci sono soldi né nomi o fatti compromettenti. Solo riferimenti apparentemente incomprensibili. Il disegno di una falena notturna luminosa, intrappolata dentro una gabbietta. La regina del buio. Così realistica da sembrare vera.

Tutto viene adagiato in un comodino finché non sopraggiunge uno scrupolo tardivo. Magari per il proprietario erano informazioni importanti mentre per lui è materiale senza valore.
Senza valore! Cieco! Due occhi lo fissano senza far trasparire alcuna emozione. Aspettano.
Le ricchezze passano da una mano all'altra ma se non sono riconosciute sono invisibili.
C'è un indirizzo in una busta. Lo scrupolo ha il sopravvento e tutto il plico viene imbucato per essere rispedito al precedente proprietario.
Da qualche parte il cellulare squilla.

Altro tempo dovrà ancora passare perché un pesce abbocchi. Non c'è fretta, il pescatore aspetta e continua a spostare la sua puntata, a percorrere la sua ragnatela.
Altri plichi con lo stesso segreto sono in giro da molto tempo, qualcuno ha decifrato la "regina del buio" e ora si "gode" la sua ricchezza, la sua schiavitù, la sua oscurità.

Uomini che stanno perdendo una fortuna o uomini che stanno guadagnando, senza consapevolezza, la loro libertà?

(liberamente tratto da un sogno del 1/7)