venerdì 6 luglio 2007

Sentiero


I sentieri si consolidano grazie al continuo passaggio nello stesso solco. E' la frequentazione che determina una netta separazione dalla vegetazione che cresce a fianco.
Il battere della scarpa, il passaggio della ruota, il movimento del bastone, impediscono ai semi di crescere, ai rami di chiudere il varco, ai rovi di soffocare lo spazio. L'acqua della pioggia completa il lavoro invitata a scorrere nella via che non ostacola il suo fluire.

Nel mio sogno percorro uno di questi sentieri lungo una collina dalla dolci pendenze. Tutt'intorno prati verdi. Il solco del sentiero è ben marcato e scavato. Sembra il passaggio costruito giorno, tutti i giorni; una strada conosciuta a memoria che dovrebbe portare verso la meta.
Invece improvvisamente il sentiero si interrompe. Non c'è più. E' qualcosa che lascia perplessi, qualcosa di indesiderato.
La necessità di guardarsi attorno, cercare un posto dove mettere i piedi al prossimo passo. Qualcosa di non pianificato, di non progettato. Fermarsi? Come se nella vita ci si potesse fermare! Sì, nella vita ci si può fermare, richiudendosi su se stessi, lasciandosi sopraffare dallo sconforto.
Cambiare.
Occorre prendere consapevolezza che c'è un cambiamento. Non richiesto si presenta.
Alzare lo sguardo, qualche metro più in là c'è un'altro solco da seguire. E' vero bisogna attraversare quel limbo che non è più il prima e non è ancora il dopo. E' un salto laterale dove le proprie abitudini si devono per un attimo perdere nel nulla e dove l'incertezza dell'atterraggio è più forte di ogni altra idea.
Allora vado?

(da sogno del 6/7)

3 commenti :

Anonimo ha detto...

Sto prendendo l'abitudine, per fare una pausa, di dare uno sguardo al tuo blog, sempre poetico.
E' vero, nella vita bisogna cambiare. A volte un nuovo solco, anche se "laterale" è una traccia nitida. Ma quando il nuovo solco non c'è? Vedi la cima, dove sei non ci sono alberi, ma la meta è ancora distante. E se quello non è un sentiero, ma come in un labirinto, un "vicolo cieco"? La vita è sempre un'avventura: non si ha mai la piena certezza di essere sul sentiero giusto.

Vincenzo Trichini ha detto...

Grazie, per l'apprezzamento.
Hai ragione, se si segue il percorso razionale dei pensieri ci si perde in un labirinto di se e di ma.
Ma qui parliamo di metafore e di moti dell'anima.
Neanch'io so se c'è sempre quel sentiero laterare su cui saltare.
Ma mi preparo perchè ci sia.
Nel mio sogno questo sentiero c'era e andava oltre, anche se quello di prima si interrompeva.
Cerco di cogliere questo segnale interiore per spiccare un salto che avrei voluto non fare.
Poi la realtà si svilupperà in qualche modo che solo in parte dipende da me; ma il futuro visto tutto insieme può essere un labirinto ma quando diventa presente è un pezzetto di strada.
Ed è anche vera la tua frase conclusiva, la certezza del sentiero giusto!
Forse, spero, non ci sia "un" sentiero giusto, c'è il mio, il tuo
quello che con onestà interiore abbiamo voluto o potuto percorrere.
saluti
(Il sogno è riconducibile d una situazione reale della mia vita)

Anonimo ha detto...

Grazie per la risposta al commento. Anch'io parlavo per metafore e di moti dell'anima. E di una situazione che vivo adesso. Lavoro, che non è come dovrebbe; persone che cambiano e ti cambiano; e sentieri, scelte che non si possono fare superficialmente, perchè poi la strada intrapresa devi seguirla. E, per uscire dalla metafora, quando mi sembrava di aver trovato il lavoro "giusto" (assunzione e retribuzione) ho dovuto lasciarlo per un imprevisto. Sono ancora lì, alla fine del mio sentiero, a lavorare in modo precario con chi non ha voglia nè di pagarmi nè di assumermi e appena troverà qualcuno che sappia fare meglio di me mi sostituirà. Devo fare una nuova scelta. Parlare con una persona, agire, "saltare", proporre una soluzione che non c'è, un sentiero che non si vede. Farò come dici tu, guarderò solo a questo pezzettino di strada.