venerdì 3 agosto 2007

Dibattito su Dio

Nell'edizione odierna del quotidiano di "Il Secolo XIX" di Genova c'è un'interessante articolo nella pagina cultura: "Dibattito su Dio" di R.Manzotti.

Negli ultimi tempi sono usciti diversi libri su Dio e sulla religione. E' un caso? C'è dietro un movimento di idee? E' l'effetto di una moda? E' legato alle vicende internazionali?
Anche nel recente passato l'argomento era nelle hit delle vendite di libri, ma francamente le buffonate alla Dan Brown e i suoi presunti complotti della Chiesa Cattolica rimanevano ben al di sotto della linea di galleggiamento della credibilità.

Qui invece si sono scomodati ben altri personaggi con l'obiettivo di "dimostrare il fallimento e l'inutilità delle grandi religioni".
Si ricorre così all'approccio psicologico per collocare "le radici dell'esperienza religiosa nelle pieghe della mente" e inquadrare la religione come "un virus mentale che ha trovato il modo di propagarsi da persona a persona, anche grazie a vantaggi psicologici".
Poi si passa all'antropologo che molto più direttamente sostiene che " la religione è una fonte di sofferenza e di arretratezza degli esseri umani".
Un giornalista assembla le sue esperienze personali "per concludere che non siamo in un mondo migliore grazie alla religione, anzi. Guerre, persecuzioni, discriminazioni sono state alimentate e giustificate da credenze religiose".
C'è spazio anche per un matematico che "entra nel merito di una erudita e dettagliatissima analisi delle sacre scritture alla ricerca di contraddizioni e incoerenze logiche".

L'articolo si sofferma poi a considerare che il grado di conoscenza della religione di questi studiosi è superiore a quella di molti credenti e cita una battuta di Alberto Sordi in "Fumo di Londra", quando sollecitato da una signora protestante a leggere la Bibbia risponde, "No grazie, sono Cattolico" e quella di un governatore del Texas che dovendo rispondere sull'utilità di tradurre in spagnolo il Vangelo per gli immigrati ispanici afferma che "Se a Gesù andava bene l'inglese, andrà bene anche per gli spagnoli" (!)
A contrappeso di tutto questo sembra esserci nel panorama solo il libro su Gesù del Papa, grande best-seller, ma anche al centro di polemiche interne ed esterne alla Chiesa stessa.

Sì, oggi la religione suscita interesse e forse dipende anche dalla forza con la quale l'islamismo sembra proporre al mondo il suo approccio a Dio, categorico e intransigente.
Ma dipende anche dalla crescita della richiesta di consumo di quel prodotto che si chiama "New Age". Una patina di spiritualità, tanto sottile quanto multiforme che sembra così adatta al pensiero globale, al pensiero "veloce" di questi tempi. E per citare un libro in questo campo, purtoppo, devo includere l'ultimo libro di Coelho, "La strega di Portobello" che segna una deriva molto forte dell'autore verso la "new age".

Di veramente positivo ci trovo la considerazione che l'uomo non smette di interrogarsi sul senso profondo della vita. Lo fa con le idee e con la ragione è questo è un ottimo punto di partenza. Quando lo fa anche con il rispetto delle coscienze e del pensiero altrui è un vero arricchimento per tutti: una goduria sociale!

Personalmente la lettura dell'articolo mi ha lasciato alcuni interrogativi.
- Esiste una campagna mediatica, un movimento di idee che ha interesse a gettare discredito sulla religione, e che si autoalimenta?
- Perchè proporre come prova di inconsistenza la constatazione che la religione è un "bisogno" psicologico dell'uomo cresciuto all'interno dell'evoluzione della specie? Anzi è proprio per questo motivo trovo che strano volerlo "sradicare". Si pretenderebbe forse di sradicare un organo perchè non ci piace come si è evoluto?
- Veramente il mondo sarebbe stato migliore senza la religione? Questa affermazione non la trovo plausibile. Mi sembra come quando si disquisisce su "la dinamite" e "l'enegia nucleare" sono buoni o cattivi? Certo non solo nei libri di storia, ma anche nelle cronache quotidiane troviamo guerre di religione a go-go, ma perchè ignorare la spinta alla socialità, alla solidarietà, l'abnegazione di un esercito di uomini e donne che in nome della religione cercano di rendere il nostro pianeta più vivibile?

Rimango dell'idea che il rapporto fra l'uomo e la religione (Dio) che nasce e cresce nell'intimo di ogni persona e si esprime in idee e comportamenti sociali e collettivi, sia un bene inesauribile per l'umanità, e che credenti e non credenti possano andare a braccetto per costruire il miglior futuro possibile.

(Le citazioni sono relative ai seguenti autori: Danieri Dennet, Richard Dawkins, Cristopher Hitchens, Piergiorgio Oddifredi, Joseph Ratzinger).

2 commenti :

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto molto questo tuo articolo sul dibattito su Dio. In effetti è proprio vero che la religione fa parlare, fa scrivere, fa agitarsi. Un annetto fa ero stato a un incontro della UAAR e, dall'ultima fila di quell'assemblea, composta da una trentina di arrabbiatissime persone di mezza età, osservavo e ascoltavo quanto la religione, comunque, fa parlare. Fa parlare al punto da suscitare la voglia di creare la UAAR.
E' proprio vero quello che dicevi, ovvero che "l'uomo non smette di interrogarsi sul senso profondo della vita", e manifesta questo interrogarsi a volte con una ricerca seria, e altre volte invece con attacchi surreali in stile Odifreddi, Augias o, appunto, UAAR.
E' proprio vero che "di Te ha sete, Signore, l'anima mia"...

Anonimo ha detto...

Ho apprezzato moltissimo questo post, come quello su "La mia Chiesa"... Complimenti, trovo questo blog davvero molto "ricco", e condivido radicalmente il tuo approccio a questi temi...

La campagna mediatica anticattolica (non antireligiosa, a mio avviso) esiste ed è sempre più forte. E' in fondo l'ennesimo strumento di propaganda, che si contrappone a certi gravi errori di comunicazione commessi dalla "Chiesa delle gerarchie" negli ultimi anni. E' e continua ad essere un grave errore, a mio avviso, questo continuo entrare nel merito del dibattito politico: se le dichiarazioni dei cardinali sono in verità sempre (o quasi) molto attente e prudenti, il messaggio che passa alle poco raffinate orecchie dei cronisti è spesso travisabile... Se si aggiunge il fatto che tale raffinatezza di pensiero spesso manca nei cittadini, nei credenti, e persino in molti parroci che trasformano l'omelia in comizio, ci si rende conto di quanto sia controproducente questa prassi...

Complimenti ancora, tornerò a leggerti!