lunedì 29 ottobre 2007

Le voci di dentro

Le voci di dentro.
Commedia di Edoardo DeFilippo che ho visto al Teatro della Corte di Genova.

Protagonisti i sogni. Non che possano fotografare direttamente la realtà, ma è grazie a loro che si svelano i veri sentimenti delle persone. Sogni che permettono di guardare, come oltre ad un buco del muro, verso una realtà fatta di sentimenti, di relazioni, di sospetti, di malafede.
"...Ammè non m'abbruci. Era o core, era il cuore mio che per non essere bruciato, se n'è uscito dalla pancia e si è messo a correre. Fèrmate " Strillavo io, "Fermati, io comme campo senza core..."

Amara commedia di E. De Filippo dove l'uomo saggio ha smesso di parlare perchè se il mondo è sordo, tanto vale essere muti.
Dove il protagonista aspetta una risposta che possa alleviare il senso di sfiducia negli uomini che lo circondano. Ma la risposta, che pure, sotto la forma dei botti provocati dai fuochi d'artificio, arriva, non è decifrabile.
"M'à parlato (zi' Nicola) ma nunn'aggio capito, non ci possiamo capire più. Non si capisce".

Rimane solo la sconsolante constatazione delle meschinità.
"Assassini...avete sospettato uno dell'altro..io vi ho accusato...e voi lo avete creduto possibile...un assassinio nel bilancio della famiglia... la stima che ci mette a posto la nostra coscienza, che ci dà la possibilità di guardarci dentro... la fiducia scambievole, la possibilità di guardarci negli occhi..."

Si rimane soli con un futuro da ricostruire. Aggiungo io, magari ripartendo dai sogni colorati, ricordo della giovinezza spensierata.
"Quando ero ragazzo tenevo un sacco di sogni, ma belli, mi parevano uno spettacolo di operetta di teatro, e quando mi svegliavo facevo tutto il possibile per addormentarmi un'altra volta per vedere se era possibile di sognarmi il seguito."

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