domenica 18 novembre 2007

Di che indirizzo sei?

Quando compili un modulo facilmente arrivi al riquadro in cui devi compilare un indirizzo.
Spesso la casella, sbrigativamente, viene etichettata con "Via", e allora tu, che abiti in un "lungoqualcosa" o in "spianata", devi barrare con la penna o specificare diversamente negli appositi spazi -che non bastano mai-.
Oppure, se il modulo è on-line, puoi aprire una cosidetta "list box" dove puoi scegliere fra varie alternative, dove non troverai mai "Scaletta" nè tanto meno "Varco". Niente di grave direte, ma un po', in fondo in fondo, infastidisce che non sia stato contemplato il tuo stradario.

Quando poi mi sono reso conto che per qualcuno esiste una specie di gerarchia sociale nel dichiarare il proprio indirizzo, allora ho capito che il problema è più serio del previsto.
Vuoi mettere - ragiona qualcuno - abitare in "Corso" o in "Viale", quanto sia socialmente qualificante rispetto all'anonimità di una "Via", "Strada", "Piazza"? Senza neanche confronto con chi dovrebbe sottovoce dire che abita in "Vicolo" o "Fossato".
Seguendo la stessa logica, chi si sente molto ambientalista dovrebbe ambire abitare in un "Poggio", al "Belvedere" o alla "Marina", affinchè la sua consapevolezza sia certificata anche all'anagrafe.
Mentre invece dovrebbe provare un senso di transitorietà e precarietà chi deve accontentarsi di "Rampa", "Accesso", "Distacco", roba da aggiungere a lato l'indirizzo di uno psicologo.

Mi sono divertito a guardare lo stradario di Genova e, salvo dimenticanze, ecco quello che ho trovato.
Ho provato a raggruppare secondo un criterio di libera associazione mentale.

viale, corso: decisamente i primi della classe, distinzione signorile e garbata.
via, strada, piazza: la banalità di tutti i giorni.
stradone: quell'accrescitivo, non inganna nessuno, anzi svela il senso di inferiorità.
piazzetta: molto trend, quando viene buio si comincia a vivere, ti spacci da giovane anche oltre i quarant'anni.
piazzale, piano, spianata, rotonda, largo: ma che convivi con i camionisti?
parco, villetta, giardini: un altro mondo, che non si abbassa a competere.
molo, calata, isola, diga, pontile marina, porticciolo: scusate ma voi sapete cos'è il mare? Fatevi la coda per venire a vederlo.
galleria, portici: la ricchezza di un tempo, quando non c'erano i centri commerciali.
sentiero, viottolo, fossato, poggio, belvedere: "là dove c'era l'erba ora c'è una città".
passo, traversa, varco, accesso, rampa, distacco: già detto, se mi scrivete vi passo l'indirizzo di un buon psicologo.
sottopasso, sottopassaggio, cavalcavia: mi spiace davvero tanto, tutto il mio cordoglio.
lungofiume, lungomare, lungoparco, lungotorrente: signori, sarà lungotorrente ma cercare di intrufolarsi con il lungomare è proprio da sfacciati!
salita, discesa, scalinata, scaletta: e va beh, ma ve la siete cercata voi, ora per la spesa alla coop non venite a disturbarmi.
crosa, crosino: se non siete di Genova domandatemi cosa sono.
vicolo, vico: il fascino della città vecchia, con le case che si scaldavano una attaccata all'altra.
porta, mura, viadotto: le vestigia del passato.

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