giovedì 7 febbraio 2008

Rimanere o non rimanere

Sdraiato nel lettino dello studio medico, aspetto che il dottore si decida ad entrare.
La porta si apre. Non è il medico ma un uomo che si muove con atteggiamento circospetto.
Si guarda intorno per assicurarsi di essere solo, sembra che la mia presenza non provochi alcuna reazione, mi ha visto, ma sono per lui una presenza neutra. Poi individua un posto sicuro e lì si nasconde.
Passano pochi secondi, la porta si apre di nuovo: entra il dottore.
Lo osservo mentre si avvicina, anche questa volta è come se io non ci fossi, mi ignora, ma in compenso appare assolutamente consapevole che qualcuno si è introdotto e ora sta cercando l'intruso con un'aria soddisfatta.
Capisco: era una trappola.
Ogni angolo della stanza viene esplorato con la calma di chi ha la certezza di scovare la sua vittima.
Io so, ho visto, ma ho deciso di non intervenire. Non so perchè ma ho scelto di stare dalla parte del fuggitivo; il dottore mi appare come un aguzzino.
Nel sogno mi autodefinisco. Io sono: "Colui che non muove niente".
(sogno 22/1)


Sfuggo ad una sparatoria di banditi proteggendomi dietro le macchine di un posteggio. Mi inseguono. Riesco ad ingannarli prendendo un vicolo in salita che si arrampica sulla collina.
Dall'alto, nascosto dalla vegetazione, li vedo aggirarsi sul piazzale come belve in cerca di prede.
Seguendo strade tortuose mi rifugio in casa di amici. Non sono al sicuro, capisco di essere ancora sotto traccia. Scappiamo ancora, tutti insieme, attraverso i tetti; giusto in tempo per evitare l'irruzione degli uomini armati.
Di nuovo li osservo dall'alto: stanno distruggendo tutto.
Bisogna avere il coraggio di cambiare.
In lontananza si intravvede una città, è il nuovo mondo. Mi guardo intorno, la decisione è presa, è ora di cambiare.
(sogno 4/2)

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