sabato 31 maggio 2008

Amburgo sull'acqua

Amburgo è proprio da scoprire: i suoi numerosissimi canali d'acqua sono occasione per gli abitanti per fare sport, per bere qualche birra in compagnia, consumare BBQ e vivere a contatto con la natura.

Temevo una serata fantozziana quando nel programma definitivo del meeting ho scoperto che avremmo dovuto vogare con la canoa e competere con il pedalò. In realtà l'idea di fare "gruppo"
ha funzionato.In canoa con me Alejandro da BuenosAires, Joyl da HonkKong e
Marcio Brasiliano che vive ad Amburgo.
Lungo le rive si affacciano villette deliziose.


Poi tutti i canali portano al lago Alster che nelle giornate ventose si riempie di vele



Dopo un abbondante BBQ, corsa con i pedalò.

venerdì 30 maggio 2008

Vinny

Mentre aspetto il volo da Monaco a Genova, approfitto del ritardo per una considerazione sui cinque giorni che ho trascorso ad Amburgo per lavoro.
Era il primo meeting a cui partecipavo con gli altri responsabili It della compagnia per cui lavoro.
Vuol dire che c'era il responsabile della regione Australia, NuovaZelanda, HonkKong, USA, Cile, Argentina, Brasile.
Veramente uno scenario degno della parola Globalizzazione.
Ma non è di lavoro che voglio parlare.
Fin da subito mi sono reso conto che gli amici di lingua inglese non riuscivano a pronunciare il mio cognome (ma a questo sono abituato), nè il mio nome.
Vincenzo è stato storpiato per iscritto e a voce in maniera indicifrabile, finchè Ed che viene da Morrisontown (USA) ha deciso che mi avrebbe chiamato Vinny. Il nickname ha attecchito subito a partire dagli colleghi tedeschi e finire con quelli sudamericani che in realtà non hanno alcun problema a pronunciare il nome corretto.
Comunque Vinny mi sembra simpatico, lo faccio mio.

domenica 25 maggio 2008

Nella stessa barca

Il Card. Martini ha incontrato un gruppo di malati che come lui devono convivere con il morbo di Parkinson.
Gli hanno chiesto: "Come si vive la malattia da credenti?"
E lui ha risposto: "Nello stesso modo in cui la vive chi non crede, non c'è differenza. L'importante è affrontare la vita con ottimismo. Si tratta di trovare il lato positivo anche nella malattia.

Avrebbe potuto dire tante cose interessanti, ma questa è veramente speciale, non perchè richiama un atteggiamento positivo nei confronti della vita, ma perchè una volta di più mette in risalto che di fronte al valore della vita, essere credente e non credente non deve essere fonte di divisione, siamo nella stessa barca.

giovedì 22 maggio 2008

Paura e fiducia

Quello che sto per raccontare è il sogno che mi è rimasto in testa ieri mattina. L'ho scritto cercando di completare quello che la memoria non riportava a galla dopo il risveglio. Immergendomi istintivamente nell'atmosfera di ricordi siciliani e dei sentimenti che affioravano nel sogno: la paura e la fiducia.

Sogno 21/5

Camminando per le strade di Vittoria ci si può perdere, le strade a si incrociano perpendicolarmente tutte uguali, le case sembrano assomigliare una all'altra.
Cammino, ma fatico ad orientarmi, mi sembra che la direzione sia quella giusta per arrivare nella piazza principale, ma non solo non riconosco i pochi punti di riferimento che dovrebbero orientarmi, ma anche la zona mi sembra frequentata da persone poco raccomandabili. Uno sconosciuto si avvicina e tenta di farmi lo sgambetto, lo evito e accelero il passo.
Decido di avviarmi nuovamente verso casa, ma non trovo alcun cartello che indichi Scoglitti, devo affidarmi ancora all'intuito.
Non funziona; mi ritrovo alla periferia del paese dove le ultime case si affacciano sulla valle scoscesa formata dal fiume Ippari che scorre là in fondo, coperto da un fitto canneto e circondato da alberi di agrumi di un verde carico e intenso.
Incrocio due persone che procedono parlando fitto fra loro muovendo le braccia come solo i siciliani sanno fare, le seguo a qualche decina di metri, a distanza di sicurezza. Da qualche parte andranno, penso fra me.
La strada costeggia la valle con un susseguirsi di curve e dirupi protetti da fragili muretti di tufo.
Oltre la curva il sole illumina un paesaggio inaspettato. Un gruppo di casolari illuminati dal sole che tramonta, una grande roccia liscia e ricurva su se stessa si colora del rosso regalato dagli degli ultimi raggi. Si fermano gli uomini davanti a me, mi fermo anch'io io a contemplare.
Un attimo e la paura si scioglie.
Ora sembra che le cose si possano affrontare con un'altra prospettiva, non ho più soggezione di quella gente. Mi avvicino, chiedo informazioni sul percorso da seguire per tornare a casa, sulla lunga, rettilinea strada perScoglitti. Torniamo indietro insieme, mi accompagnano per un lungo tratto finché non sono sicuri di avermi indirizzato per bene.

domenica 18 maggio 2008

Le parole che mi sono piaciute (visita del Papa a Genova)

La visita del Papa a Genova l'ho seguita in televisone attraverso le reti locali che hanno coperto l'evento in maniera eccellente.
Alcuni passaggi dei suoi discorsi mi sono veramente piaciuti e in generale ho percepito un approccio positivo fatto di proposte piuttosto che di divieti.

Occorre anche riflettere sui mugugni di strada:

Troppi, secondo me; spesso banali luoghi comuni, ma molto diffusi, insinuati nel sentire istintivo di tanta gente.

Triste, la manifestazione Laika: sembravano i talebani dell'ateismo.

Chi volesse ascoltare i discorsi completi vada sui link di Primo Canale.


Qui sotto solo di qualche frase che ho trovato particolarmente significativa.

Ai Giovani in piazza Matteotti:

…essere giovani, non alla moda: le mode si bruciano in un baleno, in una rincorsa frenetica e stordita, la giovinezza invece, quella della bontà, resta per sempre...

…andate negli ambienti di vita: nelle vostre parrocchie, nei quartieri più difficili, nelle strade annunciate Cristo Signore speranza del mondo… state uniti fra voi, aiutatevi a vivere e a crescere nella fede e nella vita cristiana…

..state uniti ma non rinchiusi, siate umili ma non pavidi, siate semplici ma non ingenui, siate pensosi ma non complicati, entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi…

Ognuno di voi, se resta unito a Cristo e alla Chiesa, può compiere grandi cose.


In Piazza della Vittoria:

...In una società tesa fra individualismo e globalizzazione la Chiesa è chiamata a dare una testimonianza della comunione…

…coltivate una fede pensata capace di dialogare in profondità con tutti: con i fratelli non cattolici, con i non cristiani e i non credenti. portate avanti la vostra generosa condivisione con i poveri e i deboli secondo l’originaria prassi della Chiesa…

venerdì 9 maggio 2008

La cornacchia spiona

Mi piace sfrugugliare un sogno, arricchirlo di piccoli particolari, trasformarlo in una breve scenetta.

La grossa cornacchia compare, tanto inaspettata quanto ingombrante, sul ramo dell'albero le cui appendici si sporgono fino a sfiorare l'ingresso della casa di campagna. Coperta di grandi piume nere lucenti, con un enorme becco, non si può fare a meno di notarla. Parla, ripete il suono delle parole che sente provenire dalla casa. Riesce ad articolare intere frasi. Tutti, fuori a gurdare affascinati, tutti vogliono partecipare al gioco improvvisato. Qualcosa non mi convince, tra una frase e l'altra l'animale emette dei suoni che sembrano inarticolati ma che con un po' di attenzione hanno delle regolarità ricorrenti. La bestia parla e si guarda intorno, ripete controlla il territtorio, inquadra ogni particolare. Capisco che è un trucco: la cornacchia è addestrata a fare la spia, tra i versi nasconde messaggi in codice che qualcuno può decodificare e memorizzare nascosto da qualche parte al sicuro.
(Sogno 9/5)

Anche quando il clima generale nella vita quotidiana sembra rasserenarsi, chi ha sviluppato in sè un forte
super-io, mantiene nel profondo la paura e la necessità di 'spiarsi'.
Un controllore che si ritira, si camuffa, ma è duro a cedere, a fidarsi, a estromettersi. Bisogna proprio abituarsi a vivre con se stessi.

domenica 4 maggio 2008

La danza dei passeggini

Per chi volesse cimentarsi pubblico lo "spartito" di questa danza un po' particolare che ho composto più di 15 anni fa.























Il titolo è "La danza dei passeggini".
L'unica esibizione è stata nel 1992 a Bardonecchia in un convegno estivo per famiglie.
Musica di fondo "Il bel danubio blu".

Occorrono:
  • un palco con una discreta superficie su cui muoversi.
  • quattro papà (indicati con P1, P2, P3, P4) ;
  • quattro mamme (M1, M2, M3, M4);
  • Otto passeggini con bambini inclusi;
  • otto ombrelli colorati;

I movimenti sono divisi in figure:
  • introduzione (entrata e allineamento)
  • doppio cerchio
  • incrocio e ritorno
  • cerchio grandeduetto
  • tunnel
  • stella chiusa
  • stella aperta
  • mucchio ombrelli
Purtroppo non ho nessuna foto o immagine.
Se qualcuno che ha partecipato a quell'unica esibizione avesse materiale da mandarmi sarei molto grato.

giovedì 1 maggio 2008

Ulisse e Abramo

L'idea di riflettere su questi due prototipi di uomo, mi è venuta dalla lettura del libro "Abitare la Casa Abitare la Vita" (Gruppo La Vigna - EDB).
Abramo e Ulisse sono due uomini che hanno passato un lungo periodo della loro vita "in viaggio".

Ulisse di ritorno dalla guerra di Troia, prima di riuscire a ritornare nella sua famiglia ad Itaca, deve percorrere un percorso tortuoso, pieno di pericoli, ricco di esperienze. Ulisse è l'emblema dell'uomo alla ricerca di se stesso, della propria autocoscienza, mai sazio di sapere. In tutte le sue peripezie rimane fisso il pensiero “devo tornare a casa mia; non sto bene finché non ritorno tra i miei”. Alla fine del suo peregrinare torna a casa. Ulisse ha ritrovato se stesso. L'eroe lotta, soffre, ma raggiunge i suoi risultati come premio finale.


Riflettere su Abramo è meno facile. Chi è allergico alla religione sente puzza di predica e spegne l'audio. Eppure a pensarci bene Abramo è veramente un tipo tosto. Il racconto della Genesi ci presenta la sua famiglia: ricca di bestiame e prosperosa. Probabilmente poteva starsene tranquillo, godersi i suoi beni; invece sente qualcosa dentro che lo spinge a muoversi alla ricerca di un'altra terra. Abramo lascia la sua casa senza sapere dove Dio lo condurrà. Magari non sarà stata proprio una Voce che veniva da fuori dal Cielo (io non riesco proprio ad immaginarmi questo pastore con le visioni); potrebbe essere stata un'esigenza maturata negli anni, oppure saranno state le condizioni esterne a suggerire quella partenza di massa. Comunque sia il cuore della sua esperienza consiste nel fatto che la sua casa è nel cammino, il suo abitare è nel muoversi, proteso verso il futuro, l’inesplorato, il nuovo. Abramo ha un sogno e lo vuole realizzare. Non solo: ha un sogno che vale non solo per ma per tutta la sua gente. Anche lui raggiunge infine la sua meta, una terra meravigliosa, la valle del Giordano, ricca, fertile, verde.

Non è che bisogna scegliere chi fra i due è più bravo, o identificarsi nell'uno o nell'altro: sono due prospettive diverse. Due modi diversi di rapportarsi con la casa e con la vita.
Penso che in fondo tutti quelli che non si accontentano,
Considerate la vostra semenza: 
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza
siano un po' Ulisse e un po' Abramo. A volte l'uno, a volte l'altro. Ci sono periodi in cui occorre guardare a se stessi, riportare alla luce il passato; altri un cui occorre muoversi, fidarsi, guardare fuori di .