giovedì 23 dicembre 2010

Immagini dal passato - Natale 1982

C'era una volta il vecchio formato di registrazione video chiamato Super-8, e quest'unico filmato, girato nel Natale 1982, dove compaiono i miei genitori, quelli di Maria Teresa e la sua nonna Teresa, sembrava destinato all'oblio.
Poi, qualche anno fa, grazie all'intervento di una carissima coppia di amici M. e F. C. (sono sicuro che non vogliono essere citati), il salvataggio è avvenuto nel formato VHS.
Ma anche queste registrazioni analogiche sono destinate a consumarsi col tempo...
Oggi è arrivato per me il tempo di digitalizzare tutte le registrazioni personali in formati compatibili con i dispositivi odierni.

Così proprio a ridosso del Natale 2010, riprendono vita queste immagini. L'accelerazione del Super-8 le rende un po' buffe, come nei film muti di una volta. La piccola Marianna, spupazzata da una parte all'altra sembra una bambolina di pezza.






http://www.youtube.com/watch?v=l3QrV6GAp_o
Cliccare nel link qui sopra a YouTube.

mercoledì 22 dicembre 2010

Castasoft al marc

E dopo presepe e Telethon, ecco il terzo figlio, l'uomo del web e dei giochi on line.
Benedetto al MARC (Fiera di Genova) con un mega stand, dove si vende ma anche si gioca on line.



Berlino- mostra su "Hitler e i tedeschi"

Se vi capita di andare a Berlino entro il 6 Febbraio 2011 non perdete l'occasione per visitare la mostra temporanea "HITLER UND DIE DEUTSCHEN" al DHM (Deutsches Historisches Museum) sulla centralissima Unter den Linden.
Ne vale la pena. A Berlino è facile trovare posti che parlano del muro e del comunismo, ma meno facile trovare immagini del Nazional Socialismo. Penso che l'argomento crei ancora imbarazzo e questa mostra, per niente retorica, indaga sul perchè è stato possibile questo fenomeno.


Sessantacinque anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale Hitler e Il Nazionalsocialismo rimangono ancora, in Germania, un argomento esplosivo. Com'è stata possibile l'ascesa di Hitler? Come hanno potuto, Hitler e il Nazionalsocialismo, responsabili della guerra, di crimini e di genocidio, contare su un così ampio consenso nella società tedesca, fino alla fine? Perché sono stati così tanti i tedeschi disposti ad allineare la loro condotta con quella del "Führer" e quindi a sostenere attivamente la dittatura nazista?
La mostra cerca risposte a queste domande esaminando non solo il fenomeno di Hitler, ma anche la società tedesca. Il giovane Hitler era un personaggio insignificante. Non c'era niente di lui che potesse far immaginare che fosse destinato a salire al potere. Tuttavia egli fu presto circondato da devoti seguaci e divenne l'uomo più potente in Europa. Il suo potere non può quindi essere spiegato semplicemente sulla base delle sue caratteristiche personali.
Più importantè è l'analisi delle condizioni socio-politico e della mentalità del popolo tedesco in quel momento. Hitler ha saputo mobilitare le paure e le speranze sociali ed utilizzarle per i propri fini. La dittatura ha poggiato il suo consenso sull' entusiasmo e l'approvazione di massa, ma anche sulla violenza, l'omicidio e annientamento fisico.
La mostra propone l'interconnessione tra il potere personale di Hitler e le speranze e gli interessi di ampi strati della società tedesca.
Hitler non avrebbe potuto consolidare la sua dittatura senza l'accettazione della popolazione del suo ruolo di "Führer". In questo processo, la società tedesca, è diventata sempre più profondamente legata alla politica del "Führer-Stato", che aveva promesso lavoro, promozione, prosperità e la restaurazione della vecchia grandezza Nazionale.
La politica Nazional Socialista ha saputo confezionare questo tipo di offerta sostenendo la retorica del mito di una "comunità nazionale"; in realtà ha portato all'erosione delle strutture statali e dei valori morali e si è conclusa nella distruzione e nell'annientamento.

martedì 21 dicembre 2010

Partecipazione al Telethon

I figli si danno un gran da fare per questo Natale; in attesa di avere e pubblicare qualche altra foto del presepe allestisto a San Pol, Antonio ha partecipato, al centro civico di Sampierdarena, al pomeriggio organizzato per raccogliere fondi Telethon.

domenica 12 dicembre 2010

Il mio presepe 2010

Vi presento il mio piccolo Presepe.

Giuseppe, Maria e Gesù in particolare, sono al centro della scena, all'interno di un cerchio di luce.
E' la Luce della Sua Nascita; è la Stella in Cielo che (ci) ha guidato fino alla sua grotta e che ora ha trovato il suo posto in mezzo a quella famiglia speciale; ma in questo presepe la grotta non c'è più perchè tutto e tutti ruotano intorno al Mistero di questo Salvatore.
E se ognuno di voi potesse vedere meglio, nel dettaglio, vedrebbe le facce di ogni statuina, le vedrebbe incredule ed incerte mentre sono incantate nel guardare quella Luce; vedrebbe lo stupore misto a timidezza e gratitudine di fronte a qualcosa che non sanno ancora comprendere dopo duemila o cinquantasette anni, ma che solo intuiscono quando sostituiscono agli occhi posti al centro della faccia quelli del cuore.

La chiesa bianca che si vede dietro alla sacra famiglia è l'eremo di San Pol de Mar (Barcelona).

venerdì 10 dicembre 2010

Berlino e il cibo


La cosa più buffa è stata la serata al Berliner Republik - BearBorse.
L'idea era semplicemente quella di mangiare alla "berlinese" in un locale dove l'hotel offriva un piccolo sconto (una birra piccola gratuita).
Ci abbiamo messo un po' a capire come funzionava la cosa.










A insospettirci era stato già il menu, perchè i prezzi della birra non c'erano; poi quella frase all'ingresso "Bear Borse" era per niente chiara.

In effetti alle pareti c'erano dei monitor che indicavano le quotazioni della Birra: prezzo attuale, tendenza al rialzo o ribasso, livello massimo e minimo della giornata.
Alla fine abbiamo capito che le "quotazioni" erano il prezzo di vendita corrente applicato nel locale che oscilla in base alla logica dell'offerta e della domanda. per esempio se la birra scura della Paulaner Pils è molto richiesta il prezzo sale, mentre quelle meno gradite scendono di prezzo invogliando i compratori...geniale.
Poi è arrivato il momento del gong e delle campane. Offerta speciale della serata per 10 minuti; affrettarsi a comprare le azione..ops i boccali a prezzi stracciati.

giovedì 9 dicembre 2010

Berlino - le emozioni

Nell'affollamento di strade, piazze, monumenti che ho visto cerco di cogliere ciò che mi ha veramente emozionato.
Il Denkmal, labirinto di parallelepipedi mai uguali; suggestivo ricordo delle vittime dell'olocausto. Una moltitudine che non è massa perchè ogni vittima è una persona unica e irripetibile.



E ancora, Neue Wache mi coglie impreparato per via di quell'ingresso con le colonne neoclassiche. Invece subito oltre trovo un ambiente vuoto (vi sono tumulati i resti dei combattenti e la terra dei campi di concentramento); un grande volume di spazio al centro del quale una Pietà nera ti ricorda il dolore e la redenzione. Veramente toccante.

Berlino - mercatini

Temevo di aver fatto una pazzia a prenotare una visita a Berlino in Dicembre. Mio compagno di viaggio Antonio.
Le previsioni meteo indicavano, da giorni, temperature polari e neve e già mi immaginavo il buio incombente poco oltre le quattro del pomeriggio.
Invece abituarsi al freddo non è stato così drammatico; il punto di partenza è avere le scarpe giuste, il resto viene da sé. Camminare a meno cinque gradi diventa quasi normale.
Ho trovato una accogliente Berlino già immersa nell'atmosfera natalizia grazie ai numerosi mercatini di Natale disseminati nelle principali piazze.
Inoltre è stato piacevolissimo avere conferma diretta della gentilezza delle persone. Nessuno si tira indietro se chiedi un'informazione, anzi qualche volta ti viene offerto un aiuto non richiesto.
Questa foto è stata scattata al mercatino di Alexander Platz.
Tantissimi stand: candele profumate, pizzi, cappelli invernali, ninnoli, giochi di legno...
Ma soprattutto è impossibile resistere agli stand gastronomici. Vinbrulè, dolci, salsiccie e Wurstel tanto per gradire...e abbiamo gradito.

venerdì 5 novembre 2010

Blau a Barcelona - Il sapore della passione

Blau in catalano significa Blu.
Quando vi capiterà di andare a Barcellona, sicuramente andrete a vedere la cattedrale e lì vicino anche il mercato rionale di S. Caterina che ha una architettura in stile Gaudì. Bene, fate in modo di trovarvi lì all'ora di pranzo o di cena perchè Blau è il nome del locale di Diego e Silvia.


E' vero che appena vista l'insegna direte "Che bella!" (l'ha fatta Marianna) ed entrando direte: "che idea originale per l'illuminazione" (l'ha fatta Dario), ma ben presto vi dimenticherete di tutto questo perchè di lì a poco gusterete dei piatti così gustosi che ogni altra considerazione dovrà arsi da parte.

Potete scegliere tra i piatti del giorno dei primi italiani, una pizza artigianale curata in ogni particolare, una parmigiana, o delle lasagne. Non preoccupatevi di mangiare "italiano" a Barcellona. Ne vale la pena.



Gusterete il sapore del cibo ma soprattutto il sapore della passione che Diego e Silvia ci mettono nel cucinare.
Ah, dimenticavo dite che vi manda lì il papà di Marianna...







giovedì 4 novembre 2010

Cadaques - Io senza sole, tu senza Fede non valiamo niente

Giornata dedicata a Salvator Dalì con la visita del suo museo-mausoleo a Figueres e pomeriggio a Cadaquès (e Portlligat).
E' un paesino piuttosto isolato (il più orientale della Spagna) e per raggiungerlo bisogna inerpicarsi e poi discendere per una lunga e molto tortuosa strada con scorci di panorama mozzafiato.
Ecco poi dove ci si ritrova.



La scritta in catalano della meridiana qui sotto, penso che dica:
"Io senza sole, tu senza Fede non valiamo niente"








mercoledì 3 novembre 2010

Sant Pol de Mar - vicoli e litorale

Certo sarà strano raccontare in giro che siamo venuti fin qui dall'Italia e siamo stati all'IKEA, da Decathlon, da OK-Sofà, da LIDL, in un supermercato per animali Naturcenter...ma è la verità.

Stamattina però una lunghissima passeggiata di oltre due ore lungo la costa del Maresme, sosta in spiaggia a leggere e un giro per i vicoli del paesino.




Chiesa Parrocchiale


L'eremo e la parrocchia visti dal litorale

Negozio di fiori



Piccolissimo negozio di panetteria e dolci. Siamo diventati clienti fissi: una pasta al giorno toglie il medico di torno.

Di giorno la temperatura è estiva, se non fosse che appena cala il sole c'è un'escursione termica altissima, sembrerebbe di essere in Giugno.

lunedì 1 novembre 2010

Ermita Sant Pol de Mar

Qualche immagine dell'eremo - ermita Sant Pol - da prospettive particolari.
Le foto che ho scattato sono molte ma qui sono costretto a fare una difficile scelta: una notturna; una dall'interno della chiesa; una foto speciale dal tetto dell'eremo e quindi veramente rara.

L'interno della chiesetta è molto accogliente. Un piccolo Crocifisso appeso dietro l'altare ha come sfondo una delicata sfumatura di luce creata da una lastra di alabastro.



Qui non ripresa, una statua di san Paolo fronteggia quella di santa Lucia; evidentemente il legame è la luce degli occhi e se guardi fuori, oltre la porta d'ingresso, la luce del cielo e il riflesso del mare di accecano, se lo vuoi può ricordardi la Luce di Dio.




L'eremo è un posto proprio speciale, lo consiglio veramente per celebrare Matrimoni e Battesimi, ma anche per per un'ora di meditazione e per la stupenda vista.

Poi, se hai fortuna, puoi conoscere i due giovani e nuovi custodi con tante idee per valorizzare questo posto.
(appena disporrò di una banda di accesso alla rete un po' più decente prometto di creare una raccolta).
Intanto anche nei prossimi giorni continuo con piccole "pillole" approfittando del mio soggiorno.

Cono d'ombra e cono di luce - Sant Pol de Mar

Dopo una traversata da Genova a Barcellona con mare agitato e senza chiudere occhio, siamo arrivati a Sant Pol de Mar.
L'albergo che ci ospita è proprio sotto l'eremo. Ho preso al volo quest'immagine sul mare dove a sinistra c'è un temporale e a destra un cono di sole che filtra tra le nubi.

Come in ognuno di noi, il Cono d'ombra e cono di luce, gli opposti, convivono.

sabato 16 ottobre 2010

Val Maira - Rosso Ruggine

Sulle immagini ci sono pochi commenti da fare. L'autunno in Val Maira è incantevole grazie ai suoi colori che coprono le sfumature del rosso e del giallo. I famosi larici rossi e non solo.
Se poi hai la fortuna di incocciare anche una bella giornata con la brezza che fa cantare le foglie ancora appese sugli alberi, allora è proprio il tuo giorno.


Alt! Fermiamo la macchina in uno spiazzo. C'era uno scorcio incantevole dietro quella curva. Torniamo indietro; guarda questo minuscolo bosco. Lo sapevi che le foglie che cadono fanno rumore? Che se ti sdrai su un prato a Ottobre lo trovi ancora pullulante di grilli che ti saltano in faccia mentre amoreggi con i raggi del sole?

Anche solo una breve passeggiata nel sentiero da Acceglio a Villaro si trasforma in un delicato concerto ritmico; le scarpe calpestano il tappeto di foglie già cadute producendo un suono che sembra il ticchettio di uno strumento musicale.


Certo, il montanaro ottantenne che incontri sopra Ussolo e si ferma a parlare con te (non vede l'ora di scambiare due parole con qualcuno), ti dice che solo i poeti e i fotografi possono apprezzare questa stagione che inesorabilmente ti porta verso le giornate più corte e fredde dell'anno. Ma in fondo sembra ben contento di stare lì.


Gli alberghi e le locande sono chiuse - Arrivederci alla prossima stagione - c'è scritto in qualche ingresso sprangato; però puoi trovare un bar-ristorante sulla tua strada.
"E' aperto?"
"Sì, si accomodi" è la risposta; e intanto si ferma lo scuola-bus dei bambini. Tornano da Prazzo dove ci sono le Elementari più vicine. Sì è aperto, ci vivono lì; il bar-trattoria e la casa privata un po' si sovrappongono, ma senza confusione.
"Cosa si mangia? "
"Le butto un po' di taglierini nell'acqua calda. Va bene col sugo di pomodori?"

Certo che va bene; non ditelo troppo in giro che si possono fare vacanze anche lontano dai centri turistici mondani.
Teniamoci questo segreto per noi.

sabato 9 ottobre 2010

San Pol de Mar


Dal 1° Ottobre 2010, non è solo una deliziosa località turistica vicino a Barcellona.
Buon inizio Marianna e Dario!



I Tre insieme


I miei "piccolini", hanno voglia di ricordare i vecchi tempi...

lunedì 27 settembre 2010

Al di là dei buchi neri

Proprio in questo perido dell'anno 1978, Mariateresa ed io cominciavamo ad uscire insieme.
Ricordi dolcissimi di un momento in cui la vita di entrambi stava cambiando con l'ingenua certezza che sarebbe stata una vita illuminata.

Così la maestra Mariateresa, prendendo spunto dallo sfottò di alcuni amici (Guido sentiti in colpa) che, per via della differenza di altezza fra noi chiamavano la nostra coppia l'articolo il (dove io ero la i e Mariateresa la l) scrisse questa favoletta.

***Aggiornamento del 29/09
Qui sopra c'era un errore di battitura che ho corretto lasciando però la letterina r in rosa.
In realtà la letterina r è una giovane ribelle del giorno d'oggi. Si era allontanata volontariamente per trasformare la "maestra" in "maestà" Mariateresa (imperatrice).

***

In un pianeta nascosto dentro a un buco nero, in una 80° dimensione, lontano centomiliardassi di anni luce dalla terra, vive il popolo delle letterine degli alfabeti. Ci sono letterine di tutti i tipi: maiuscole, minuscole, gotiche, fenicie, egiziane, cuneiformi, aghiformi, filiformi ecc ecc.

Su questo pianeta vige una legge ferrea: non possono esistere letterine isolate; occorre che ognuna si cerchi una compagna e dia così un senso alla sua esistenza. Così la r da sola è un niente, ma se insieme alla a diventa una bella ra e può essere utilizzata per formare tante belle parole come raggiante, ragionare e ragù.
Naturalmente, come in tutti i posti dove vigono leggi ferree esistono dei ribelli, così su questo pianeta, alcuni credevano di poter fare da sè. Uno di questi ribelli era la letterina l.
L’autorità costituita l’aveva pure costretta a mettersi insieme alla letterina u, ma dopo aver formato le parole lupo, lusso e lumaca, arrivati alla parola luna, la loro amicizia si spense. Telefonarono al 113, la ripescarono e la costrinsero a provare con la letterina e. Scrissero insieme d’amore e d’accordo lembo, legno, ma giunti alla parola letto la l si addormentò e chi s’è visto s’è visto.
E così fu un fallimento anche insieme alla letterina a ed o.
La vita di ribelli non è facile, anzi spesso è molto faticola. Bisogna sempre scappare, nascondersi, non si riesce mai a mettere radici. Una notte buia mentre la letterina l stava cercando di sfuggire ai suoi soliti inseguitori, incontrò, anch’essa in fuga, perchè anch’essa ribelle, la letterina i.
Si guardarono per una frazione di secondo luce, si avvicinarono ed insieme formarono la parola



illuminare



Da allora, anche se le notizie qui sulla terra arrivano in ritardo di centomiliardassi di anni luce, sono certa che non si sono più staccate.

Fine

mercoledì 22 settembre 2010

Barbari e imbarbarimento

Questa discussione su Barbari e imbarbarimento mi appassiona. Grazie a Riccardo che mi ha segnalato gli articoli su Repubblica dove Scalfari e Baricco continuano a discuterne.

Qui il collegamento con la risposta di Baricco

è in corso una mutazione che non può essere spiegata con il normale affinarsi di una civiltà, ma sembra essere, più radicalmente, il tramonto di una civiltà e, forse, la nascita di un'altra. Bene. Non tutti hanno la stessa lucida convinzione.
Segue il chiarimento fra Barbari e imbarbarimento, cosa molto importante per non confondere le cose.

Quando penso ai barbari penso a gente come Larry Page e Sergey Brin (i due inventori di Google: avevano vent'anni e non avevano mai letto Flaubert) o Steve Jobs (tutto il mondo Apple e la tecnologia touch, tipicamente infantile) o Jimmy Wales (fondatore di Wikipedia, l'enciclopedia on line che ha ufficializzato il primato della velocità sull'esattezza). Quando penso agli imbarbariti penso alle folle che riempiono i centri commerciali o al pubblico dei reality show.

vedo lo sforzo immane di ricostruire un nuovo umanesimo a partire da premesse diverse, evidentemente più adatte al mondo com'è oggi: e cerco di capire: con fatica, ma cerco di capire. Cercando di non spaventarmi.
il sistema di pensiero dei barbari sopprime il luogo e il mito della profondità.

Non elimina il senso, ma lo ridistribuisce su un campo aperto che solo per comodità definiamo ancora superficialità, ma che in realtà è una dimensione per cui non abbiamo ancora nomi

...e Qui la controreplica di Scalfari.

Sulla differenza tra barbari e imbarbariti siamo in pieno accordo ed hai ragione di ricordare che gli iniziatori d'ogni nuova epoca furono considerati barbari dai loro contemporanei. Quanto agli imbarbariti, tu ritieni che siano l'inevitabile "scarico" che avviene quando un'epoca succede ad un'altra e anche su questo punto sono d'accordo

Tu dici che sono un barbaro anch'io perché sono curioso del nuovo e del diverso da me e cerco di capirlo. Se questa è la tua diagnosi, mi piace e l'accetto.

Ho letto pochi giorni fa su Repubblica un illuminante articolo di Cavalli-Sforza che spiegava molto bene la funzione sociale e rassicurante del "senso ultimo", quello che ipotizza l'oltremondo e l'immortalità dell'anima. Cavalli-Sforza descriveva poi magistralmente il senso come lo concepiscono i laici non credenti: conoscenza e responsabilità.

Tutto molto bello, potrei dire allora che anche io sono un un op' Barbaro perchè mi sento aperto ai cambiamenti, curioso di conoscere e capire.
Poi però rimango deluso quando leggo che considerare il "senso ultimo" viene messo in contrapposizione con il sentire di laici e non credenti.

Infine un mio commento:

Rifiuto profondamente questa divisione "barbarica" fra credenti e non-credenti. Conoscenza e responsabilità sono un patrimonio che non può e non dovrebbe essere considerato monopolio di queste due pseudo-categorie.

Non sono un filosofo e neppure un teologo ma l'idea che mi sono costruito mi porta a dire che il senso delle cose è immanente. Chi "crede" sa o dovrebbe sapere, se consapevole, che le cose di questo mondo hanno una logica e un senso intrinseco a se stesse. Dio le trascende, non fa parte della spiegazione. E' una confusione che andrebbe chiarita.

Dico questo perché non mi piace l'idea che i "credenti" possano essere esclusi da questo desiderio di capire dove va il mondo, come è mutato o sta mutando.

Insisto nel mio stile-delfino che altro non è che il desiderio di mantenere salde le mie radici ma di sapermi espandere anche verso il futuro.

domenica 19 settembre 2010

Sequel dei Barbari e Dolphin Style

Baricco ha scritto un sequel al suo saggio "I Barbari" per la rivista Wired.
Qui il link all'articolo.
L'ho commentato con Riccardo e ho pensato di riportare in questo post l'email che ho scritto di getto dopo averlo letto.

***
Sì in questo articolo scritto nel 2026 Baricco si include nel novero dei nuovi Barbari, nei "mutanti" più esplicitamente di quanto avesse fatto nel saggio del 2006, dove mi sembrava fosse più un osservatore neutrale. Ma questo articolo è stato scritto nel 2026!

Non nascondo che istintivamente mi viene da parteggiare per la "profondità" piuttosto che per la "velocità". L'dea che il senso del cose si posa trovare nei nodi superficali e nella velocità delle connessioni mi risulta estraneo e un po' mi fa paura.
Ma dall'altra parte ho la sensazione che questa mutazione sia veramente sulla strada di realizzarsi e ostinarsi a non capirla possa essere altrettanto devastante quanto non esserne consapevoli.
Personalmente fino a qualche anno fa ho sempre cercato di indentificare gli aspetti positivi della tecnologia e in particolare quelli legati ai cambiamenti indotti da internet, ma oggi, a cinquantasette anni, mi sento un po' disilluso.
Nonostante questa premessa, mi sembra che qui non si tratti più di essere pro o contro, d'accordo o non d'accordo; sappiamo che le mutazioni che si consolidano sono quelle che meglio si adattano all'ambiente (evoluzionismo di Darwin) e oggi il fenomeno facebook e social network, globalizzazione immateriale, frammentazione del sapere, rifiuto della profondità a favore della navigazione superficiale sono più che una moda, sono il nostro presente culturale, sono la mutazione che si sta stabilizzando.
Non so se mai farò parte di questo "nuovo" mondo ma in fondo devo riconoscere che nell'articolo di Baricco c'è un senso di speranza che individua una nuova possibile umanità che va avanti e non si perde.
Il suo finale è emblematico:
"Da questi barbari stiamo ricevendo un'impaginazione del mondo adatta agli occhi che abbiamo, un design mentale appropriato ai nostri cervelli, e un plot della speranza all'altezza dei nostri cuori, per così dire. Si muovono a stormi, guidati da un rivoluzionario istinto a creazioni collettive e sovrapersonali, e per questo mi ricordano la moltitudine senza nomi dei copisti medievali: in quel loro modo strano, stanno copiando la grande biblioteca nella lingua che è nostra. È un lavoro delicato, e destinato a collezionare errori. Ma è l'unico modo che conosciamo per consegnare in eredità, a chi verrà, non solo il passato, ma anche un futuro".
In conclusione anche se il mio istinto mi porta a ritrarmi in una posizione difensiva, meglio lasciarsi andare, intanto quella capacità di andare in profondità che ci hanno insegnato, a cui tanto teniamo e che tanto di fa sentire vivi, non ce la toglie nessuno; meglio navigare in superficie anche noi, ma intanto affondare una chiglia nel profondo del mare.

In verità in questo post propongo il dolphin style. E' un'idea?
Sullo stesso argomento e con gli stessi concetti ho ancora scritto qui

E infine il primo commento su I barbari qui.

giovedì 16 settembre 2010

Distrazione

I mesi di Luglio e Agosto sono stati, per me, molto complicati. Evitando accuratamente di annoiare con le "solite paure" che riguardano la stabilità del lavoro, lo stress e analoghe quisquiglie che coinvolgono una bella fetta dei lavoratori ultra cinquantenni come me, mi concentro su un effetto secondario.

La distrazione:

- Perso portafoglio con documenti e carte di credito. Dopo una notte di panico e l'avvio delle pratiche per bloccare gli accessi ai pagamenti, ritrovato nel giardino di casa. Si era sfilato dalla tasca posteriore.
- Dimenticati occhiali a casa. Grazie a mio figlio recuperati in tempo prima della riunione che incombeva.
- Dimenticato cellulare a casa.
- Dimenticate chiavi di casa e poi del garage.
- Storta alla caviglia con successive ripetizioni a distanza di qualche giorno su stesso piede ma anche sull'altro.
- Incontri ravvicinati con spigoli (non classificati)
- Mancato crash con auto uscendo da posteggio e successivamente ad un incrocio. Eppure stavo guardando.
- Non riesco più a trovare l'adattatore universale delle prese elettriche. Svanito.
- Stessa sorte per lo "stand by" del flauto. Irreperibile da oltre due mesi.

Chiudo il post - e giuro che non è una battuta - con l'impressione di aver dimenticato qualcosa.


*** Aggiornamento 18/9 ***
Sì qualcosa avevo dimenticato:
- persi occhiali da sole - non più ritrovati.
- persi per due giorni altri occhiali da sole che si fissano a quelli da vista.

Infine buona notizia: ritrovato adattatore universale, era sotto una pila di documenti nella mia scrivania.

giovedì 9 settembre 2010

Hamburg - parole e gesti

C'è chi parla con la bocca e c'è chi si aiuta con le mani, come si conviene a ogni italiano doc e ancor di più a un siciliano.
Sfogliando le altre foto con gli interventi dei colleghi tedeschi, americano, argentino, brasiliano, cinese, australiano e nuovazelandese, assicuro che non ce n'è uno che gesticola.



[NB: non è un gestaccio; è il dito indice]

Hamburg - Cap. San Diego

La nave Cap San Diego era una nave Hamburg Sud che una volta dismessa è stata adibita a nave-museo ed è ancorata nel porto fluviale di Amburgo.
Stasera festa a bordo con tutti i colleghi della divisione Informatica. Lo spettacolo è stato fornito dai volontari che si sono cimentati nelle arrampicate. Io no!