venerdì 11 marzo 2011

La musica è

Credo di aver già scritto che uno dei miei progetti, per quando andrò in pensione (trentasei mesi all’alba), è dedicare più tempo alla Musica. Come? Per esempio iscrivendomi ad una banda musicale, migliorando la tecnica del flauto e anche imparando a suonare un nuovo strumento (oboe o sax sono i candidati).
Comunque già da parecchi mesi mi esercito in casa aiutandomi al computer con varie applicazioni software che mi permettono di suonare con basi musicali già esistenti.
Poi  qualche settimana fa la prima proposta di partecipare a un gruppo in formazione dove non sono anagraficamente il più vecchio... e la scorsa settimana un’altra proposta ancora, per fare il tappabuchi in una formazione già collaudata (troppa grazia).
Ora sono un po’ ingolfato perchè ho due repertori da preparare e tra l’altro il secondo impegno sfocerà in uno spettacolo, il 25 Aprile, con canzoni sulla resistenza, sulla pace, contro la guerra. Ci sarà un pubblico, sicuramente sarà numeroso, e la voglia di far bene cresce...
Tutto questo parlare dei fatti miei è per voler fare questa considerazione:
Se è vero che ascoltare la musica è una cosa bellissima, suonare lo è molto di più.
E’ l’emozione di entrare in un flusso di note che scorre sotto le tue dita, che riempie le tue orecchie, che impegna i tuoi occhi e gratifica i tuoi sensi;
è un insieme di  movimenti, di ricerca di sincronismi sui tempi e sull’ interpretazione; 
è un ingranaggio un po’ magico che si mette in moto e che in qualche modo un po’ ti trascende; 
è creare quello stato d’animo di empatia con gli altri del gruppo, è saper ascoltare, proporre, rinunciare, uscire e rientrare in scena; 
è la bellezza dell’imperfezione che aggiunge personalità ad ogni pezzo che suoni.

sabato 5 marzo 2011

E disse

Mica ci si può aspettare un mattone da 800 pagine, quando si prende in mano un libro di Erri De Luca. Qui ogni parola ha un suo valore ben pesato. Se ti distrai per tre righe ti sei perso di sicuro qualcosa di importante nell'economia del libro. 
"E disse" è un bel libro che mi ha aiutato a capire l'anima dei Dieci Comandamenti.

Nelle prime pagine, a mio parere le più belle, ho trovato un Mosè scalatore, amante della montagna, capace di ascoltarne i suoni e le parole nascoste ai più. Non stupisce vero? Sembra che l'autore parli di se stesso.
Riporto alcune righe prese a pagina 10; io ne sono rimasto incantato.


Era felice al vento, lo accoglieva in ascolto. Era di quelli che afferrano una frase dove gli altri intendono solo chiasso. Dalla gola tesa di un leone, dentro una raffica, in una valanga, in un tuono lui riconosceva una voce dire. E mentre l'ascoltava anche la leggeva, scritta e stesa. Chi vede un fiume guarda il verso in cui scorre, dove scende secondo la corrente. Ma il futuro di un fiume è alla sorgente. Lui guardava all'origine del vento.