sabato 18 giugno 2011

G.0 - qualche giorno dopo Caresto

G.0 (G Punto Zero)
Riconosco una deformazione professionale nello scriverlo in questa forma. Tra gli esperti della rete, il 2.0 (da leggere come due punto zero), è associato all'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un'alta interazione con l'utente.
A dirla tutta, nel leggerlo, ricorda anche il Punto G,  che sarebbe un punto particolarmente sensibile dell'apparato sessuale femminile tuttora oggetto di studi e controversie.
Bene, niente di tutto questo!
G.0 va letto come 'Grazia del punto zero'.
Sfido a trovare qualcuno con un minimo di sensibilità che non ha mai provato nella sua vita il punto zero.

Il 'punto zero' è quando si tocca il fondo: sconfitta, crollo, lutto, fallimento, tradimento, depressione, precarietà, solitudine, sfruttamento, infelicità...la fine.



A quasi tutte queste sofferenze c'è un appropriato approccio lenitivo di carattere sociale, politico, filosofico o psicologico, ma l'annuncio del Vangelo è speciale: Beati quelli che sono nel punto zero perchè saranno consolati.
Non sta parlando del Paradiso, della Vita che verrà, ma di adesso, di qui. Non sta dicendo che la sofferenza è un valore (!!!), la sofferenza è un male, ma in quello stato Dio è particolarmente vicino con la sua forza e la sua premura.
C'è una Consolazione che nessun potere può comprare con i soldi e nessuna Crisi Globale può cancellare.

Chi l'ha provata sul serio e profondamente, sa che non serve a niente invocare i Santi e il Cielo aspettando un miracolo dall'esterno.
Questa vicinanza è la Grazia del Punto Zero (G.0).
Il Punto Zero non è la fine ma un 'principio' un modo diverso e perfino migliore di vivere!
E' qualcosa che nasce dentro quando tutto sembra definitivamente spento. La nostra felicità non dipende da un'altra persona o dal PIL che sale o scende, nè dagli amministratori delegati che preannunciano nuove difficoltà o tagli del personale.
Lo scrivo per me perchè tutto questo richiede un cambiamento, una nuova mentalità, credere, fare affidamento sulla propria creatività.

5 commenti :

Luigina ha detto...

Grazie per questo bellissimo post con cui condividi la vostra esperienza spirituale a Caresto e che aiuta chi ti legge a trovare in se stesso il coraggio e la forza di cambiare.

Vincenzo Trichini ha detto...

Se ti interessa vedi anche il mio post di domenica con una descrizione più generale, un paio di foto e il link a Caresto

http://tre-chiavi-inglesi-in-dubbio.blogspot.com/2011/06/eremo-di-caresto.html

Luigina ha detto...

Sì, sì. L'avevo già letto e mi son salvata tra i preferiti anche il link del sito di Caresto. Ti leggo spesso, come Maria Teresa, anche se non sempre commento e ti ringrazio per quello che scrivi perché è un arricchimento anche per me

Anonimo ha detto...

Vedo che ho trovato un altro sito dove un commento non favorevole a Caresto viene censurato. Niente male.
Mi dispiace, chi frequenta una volta l'anno Caresto o peggio, una volta nella vita, cosa può capire? Anzi, è un luogo bellissimo; lo dico perchè ci sono stata.
Ma purtroppo ciò che non può apparire in un week end è materia grave, infatti la Chiesa non riconosce Caresto come realtà ecclesiale. Un motivo c'è.

Vincenzo Trichini ha detto...

Non ho motivo per non pubblicare un commento negativo. Semplicemente non mi è arrivato. naturalmente sarebbe meglio motivare i "motivi gravi" per non far apparire il giudizio come una cattiveria...
Vincenzo