lunedì 24 giugno 2013

Annunci di lavoro: 150 mila posti vacanti

Annunci di lavoro: 150 mila posti vacanti. Nonostante la crisi dell'occupazione ci sono un gran numero di posti vacanti, ma che richiedono specializzazione e qualche sacrificio. 
Ecco le professioni dimenticate.

In Italia il problema della disoccupazione si fa sempre più consistente, eppure c’è un gran numero di posti che rimangono vacanti.

Gli annunci di lavoro che resterebbero ignorati sono: falegnami, panettieri, sarti, installatori di infissi, baristi, camerieri, pasticceri e infermieri specializzati.

Lo rivela un’indagine della Fondazione studi Consulenti del Lavoro.

I giovani con CV e competenze vorrebbero realizzare le proprie aspirazioni professionali, ma di fatto il grosso dei posti liberi riguarda sempre e solo lavoro da svolgere manualmente o senza necessità di istruzione o formazione particolare. 







  • Panettieri, tra i lavori con i turni più faticosi: 1.040 posti vacanti e il 39% di offerte di lavoro che restano senza risposta;
  • Falegnami, tra i mestieri più difficili da apprendere ma anche più remunerativi;
  • Installatori di infissi con 1.500 posti vacanti e l’83% senza risposta;
  • Baristi e Camerieri, tra le occupazioni più gettonate (ma tra le più precarie se privi di adeguata formazione), ricercatissime se dotati di competenze (ne mancano il 14%);
  • Pasticceri, in via di estinzione tra gli Italiani per colpa degli orari difficili;
  • Macellai, con il 10% di posti che non si riescono a coprire;
  • Sarti, con 2.000 posti liberi ma solo previa frequentazione di un corso di specializzazione.
  • Infermieri (22 mila);
Da un articolo di Francesca Vinciarelli - 21 giugno 2013 su PMI.it

Secondo me sarebbe un argomento di riflessione per i genitori. Sono ancora valide le motivazioni con le quali abbiamo cresciuto i nostri figli spingendoli a diventare ingegneri, avvocati, sociologhi, medici... o abbiamo inseguito un modello che, senza che ce ne rendessimo conto si stava sfaldando da anni?

Perché non si riesce a sviluppare un approccio "moderno" ai mestieri, costruendo e mettendo a disposizione strutture di formazione ma anche spazi per svolgere i lavori e commercializzarli, in capannoni industriali obsoleti e dismessi? Una specie di supermarket dei lavori.

I giovani genitori quale approccio dovrebbero seguire nell'indirizzare i loro figli nel futuro scolastico?

Perché non dovrebbe essere possibile abbinare una buona cultura generale pur dedicandosi a un mestiere?

Perché ignorare che anche chi fa i mestieri potrebbe innovare, creare nuove idee e nuovo sviluppo nel suo settore?


Nessun commento :