sabato 30 novembre 2013

60 Suonati

La vita è musica!!! 
Suoniamola insieme.
La tua orchestrina
Marianna, Pau, Dario, Benedetto, Alice, Antonio, Giulio, Maria Teresa, 


Io suono il mio nuovo flauto YAMAHA YFL221

Grazie

venerdì 29 novembre 2013

Il mondo festeggia

Il mondo intero palpita per il mio 60° compleanno. 

Ma cosa rappresentano figli, moglie e amici che ti baciano, ti abbracciano, ti mandano SMS e ti telefonano. Dicono: "Sì, lo sappiamo che non è uno dei tuoi momenti migliori comunque sia, Auguri con tutto il cuore!".

Ma io ho consolazioni ben più grandi di queste. 
A me, dico, proprio a me: Vincenzo Trichini, scrive Trenitalia alle 00:01 minuti per augurarmi buon compleanno e consegnarmi 10€ di sconto (con un po' di se e di ma). Sapete, mi sono riconoscenti. Contribuisco con circa 100€ a settimana al loro fatturato, da un paio di anni. 



Per non parlare di Google che mi dedica un'intera pagina: Buon Compleanno Vincenzo!
Ma vi rendete conto? Sono nei pensieri di Google! A proposito, chissà se riuscirò a recuperare i 227,99 dollari che proprio ieri mi hanno fottuto tramite l'account Google...


Poi sapete tutte quelle agenzie online per il lavoro che si adoperano da oltre un anno e mezzo a propormi candidature per prestigiose mansioni professionali? Anche loro lo sanno che ho davanti a me un nuovo decennio: tutti i team mi fanno gli auguri! Uno di questi ha scritto anche che se gli invio il CV e 7 Euro e mezzo, mi danno dei consigli!!!



E poi altri e altri ancora che non cito per sfinimento.....

Sono fiero di appartenere a questa società così attenta ai bisogni delle persone. 
Chissà perché Papa Francesco si ostina a chiamarla l'economia dello scarto.

Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma  di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”. 

(Evangelii Gaudium N.54)



giovedì 21 novembre 2013

Che tempo fa il prossimo weekend

Per via del mio pendolarismo fra Genova-Roma-Genova, sono molto sensibile all'argomento che tempo farà a Genova il prossimo weekend.

Da un bel po', basandomi sulle sensazioni personali, mi sto lamentando sulla rarità di un fine settimana decente. Ma per passare dalla fase del "mugugno" e del "si dice" a quella dell'osservazione, sono andato sulla sezione dati storici del sito  www.meteo.it per avere informazioni concrete sulle recenti condizioni meteorologiche a Genova.

Bene, l'intuito è confortato ora da dati concreti.
L'unico mese senza precipitazioni nel weekend è stato finora il lontano Gennaio 2013.
Non si salvano né Luglio né Agosto.

Quando poi ho controllato delle sequenze temporali più lunghe ecco venire fuori che nel periodo Febbraio-Maggio sul totale di 17 settimane ben 13 week-end hanno avuto pioggia (o temporale o neve).

Infine, nell'ultimo periodo, da Settembre fino ad ogg, ci sono state 11 settimane di cui ben 9 weekend con brutto tempo; purtroppo la serie è destinata a peggiorare il prossimo Sabato-Domenica!




Qui il "come si cambia" ce lo potrebbero spiegare gli esperti dei cambiamenti climatici ma sull'accanimento del maltempo nei week-end il più indicato sarebbe, forse, il rag. Fantozzi.

venerdì 15 novembre 2013

La vita è un film

Gramellini scriveva nel febbraio 2013, in un articolo dal titolo  "I grandi vecchi"  che

La vita è un film muto. Contano i gesti, non i fiati.

Ora a parte il riferimento specifico alla storia personale e alla popolarità dei due personaggi ai quali si riferiva (Papa emerito Benedetto XVI che si era dimesso e Giorgio Napolitano che aveva accettato suo malgrado il re-incarico a presidente), la frase è molto bella ed è, come si dice, "ad effetto". 
Ho apprezzato i concetti  e li condivido ma...

... questo slogan mi suggerisce oggi alcune osservazioni.

La scelta della parola "fiati" è cruciale nell'emozione che suscita la frase. 
Se il giornalista avesse scritto:
La vita è un film muto. Contano i gesti non le parole....il significato, non solo sarebbe stato meno efficace, ma anche meno comprensibile.

In realtà in un film sonoro non ci sono  i "fiati", ci sono attori che recitano usando delle parole.

"Fiati"  ha però il potere, nella nostra mente, di provocare un cortocircuito con un noto proverbio:
"Aprire la bocca e darle fiato". Cioè parlare per riempire un vuoto. Per mettersi in mostra. Per confondere. Per sentirsi o far credere di essere importanti. 

Se questo è il parlare, la conseguenza, il suggerimento, è quello di affidarsi al film muto: suggestivo!

Però la parola, di per sé, non può avere il segno negativo davanti anche se  è vero che dovrebbe essere usata attentamente. Lo sapeva bene Gesù: "Il vostro parlare sia si si no no  (Mt 5,33-34.37)", ma azzerarla e ammutolirla  ha proprio l'effetto voluto, quello di una vera provocazione.

Allora se non possiamo fare affidamento su quello che esce dalla bocca affidiamoci all'azione!

Ma anche qui in realtà... ci sono gesti e gestacci, gesta e gestualità, ostentazioni e pose. Anche un attentato è un gesto, lo è anche una guerra, è un'azione anche rubare, corrompere, uccidere.
Quindi, ahimè non possiamo rifugiarci solo sul valore dei gesti. La vita non è un film muto.


La vita è un film sonoro: contano la sceneggiatura, la recitazione, la trama, la durata, le inquadrature, la fotografia, la colonna musicale... e naturalmente il Produttore.



giovedì 14 novembre 2013

Lentamente muore, anzi lentamente vive

Lentamente muore (Ode alla vita)

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.


Muore lentamente
chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza 
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Questa poesia di Martha Medeiros è generalmente considerata opera di Pablo Neruda.
Martha Medeiros - Porto Alegre, 1961 - Giornalista, scrittrice e poetessa brasiliana


Ci sarebbe da soffermarsi ad ogni punto. 
In periodi crisi e di lamentele suggerisce un approccio coraggioso. 
Se provo a specchiarmi in queste parole mi vedo pieno di contraddizioni, di paure, di slanci che poi lascio ricadere, di gesti appesantiti dalla gravità...
Mi piace cambiare i percorsi e il ritmo della marcia, spesso la vita mi ha costretto farlo a farlo, altre volte l'ho scelto. Quando non lo scelgo io mi sento spaventato. 
Ho imparato  parlare con chi non conosco: da bambino provavo vergogna solo a entrare nel negozio e chiedere un chilo di pane...
Ho potuto liberarmi da tanti guru, non solo da quello televisivo.
Alle mie passioni ho imparato dare spazio, ma non ancora abbastanza.
Ma la passione che metto per le cose che faccio spesso mi procura disillusioni amare.
Sono lontani i tempi dei puntini sulle "i", ma li ricordo dolorosamente.
Così tante volte ho imparato dagli errori e così tante volte ad ogni errore mi sconforto. 
Il coraggio di ribaltare il tavolo del lavoro non l'ho ancora avuto... e ultimamente mi ha portato più infelicità che felicità.
Trovare grazia presso me stesso ha richiesto un duro e lungo lavoro interiore da non smettere mai.
Ho il coraggio di fare domande sulle cose che non capisco e non abbandono i progetti che inizio ma sono impaziente e un po' mi trastullo nella lamentela....

lunedì 11 novembre 2013

innamorarsi un po' per caso?

Quando cominciamo una nuova edizione del corso di preparazione al matrimonio ci piace ascoltare dalle varie coppie come si sono conosciute e come è scattata la scintilla dell'innamoramento.

Così è stato anche ieri con il nuovo gruppo di giovani che abbiamo conosciuto.
Come sempre è un momento molto buffo e tenero.


Per esempio c'è una lei che subisce uno scippo, cade per terra e quando va a fare la denuncia incontra un ex compagno di classe che la aiuta a districarsi all'interno della Questura...

C'è chi avvia una conversazione per un semplice malinteso all'esterno di una rumorosa discoteca. 
"Ciao di dove sei?"  
"Di Recco" risponde lui.
Peccato che lei capisce "Greco" e controbatte: "Ma di quale zona?"
E lui pensa: "Che strana domanda, Recco è solo un paesino" e risponde: "Del centro".
E lei nella sua testa: "Oh poverino sarà proprio solo" e ad alta voce: "però parli proprio bene l'italiano".
E così via finché, quando finalmente l'equivoco si scioglie, oramai è passato abbastanza tempo perché lui e lei abbiano maturato il desiderio di conoscersi meglio e rincontrarsi.

Poi ci sono le classiche feste di compleanno alle quali lei o lui partecipano per l'insistenza di un amico/a e dall'altro lato del tavolo, inaccessibile, c'è una faccia per la quale improvvisamente si accende un riflettore interno che poi non si spegne...

I colleghi di lavoro non mancano neanche quest'anno e neppure i lunghi corteggiamenti alla fine dei quale il futuro partner si accorge che c'è ben più che una bella amicizia...

Veramente originale infine la coppia che si è conosciuta in autobus. Un gruppo di tifosi Sampdoriani commentano l'ultima partita della loro squadra e ricordano l'anno dello scudetto: "...Ma chi ha fatto il gol del 3-0 con il Lecce?".
La nostra Lei è una sfegatata e un'accanita tifosa. Si intromette e suggerisce: "Vialli!", ma viene ignorata. E di nuovo: "... è Vialli!" Poi rivolgendosi al ragazzo accanto, apostrofa piuttosto indispettita: "Ma quello lì proprio non mi considera!".
La risposta che arriva è inaspettata: "Quello lì, sarebbe mio padre..."
Quanto basta, dopo il naturale imbarazzo, per solidarizzare fra tifosi e iniziare una storia d'amore, di lì a breve.

L'anno scorso un'altra situazione proprio ridicola.
Entrambi sono stati invitati a una festa mascherata ed entrambi si sono presentati... senza maschera! E così ci si riconosce e si passa la prima serata insieme.

E ancora quelli che si conoscevano da bambini. Tutte le estati a giocare insieme. Un giorno, il bambino interrompendo il gioco guarda la bimba e le dice: "un giorno ti sposerò". Un attimo di silenzio e poi riprendono a giocare. 
Passano gli anni, ognuno con  le proprie storie d'amore, finché  dopo alcune delusioni, scoprono che la loro lunga amicizia si sta trasformando in innamoramento.

venerdì 8 novembre 2013

L'ho fatto!

E infine, l'ho fatto!

Dopo qualche anno di partecipazione ho deciso di rimuovere il mio profilo su Facebook.

Negli ultimi tempi l'ho seguito con sempre meno interesse e coinvolgimento.
In questo momento il bilancio sulla condivisione dei post con gli "amici" non è positivo. 

Certamente sono consapevole di perdere qualcosa: foto e notizie  di persone che vedo raramente, o che considero veramente amiche, che probabilmente in altro modo mi sarà difficile ottenere, ma al momento preferisco pagare questo scotto. 

Alla fine, di Facebook, mi rimane un senso di confusione e di babele: una sovrapposizione di nomi, immagini e parole; una quantità di informazioni inutili; il dover subire l'uso del mezzo come megafono di proclami di ogni tipo; di discussioni infinite che non portano a niente...

Mi sono detto: "ma se questo è il mio sentire, chi mi obbliga a stare qui dentro?"


Rimango affezionato all'idea del Blog dove, sottovoce, posso pubblicare il mio diario pubblico, le mie idee  e le mie aspirazioni. Dove nessuno è "costretto" a leggermi (o subirmi) perché è "amico". Un punto di contatto da utilizzare quando se ne ha voglia...

Magari, questo sì, appena possibile mi occuperò di cambiargli indirizzo in modo che il nome sia meno criptico.