giovedì 7 agosto 2014

dal Pincio al Vaticano e ritorno

Mercoledì sera. Una passeggiata ci sta proprio bene, fa caldo ma da Ovest proviene una timida brezza. Già, si chiama Ponentino romano, quello evocato nella famosa canzone in cui Roma non deve fare la stupida....

Arrivare fino a Castel Sant'Angelo è un buon sistema per rimettere in moto le articolazioni della ginocchia scricchiolanti dopo più-o-meno 9 ore di scrivania.

Devo attraversare villa Borghese, rotolarmi fino a Piazza del Popolo, costeggiare un tratto del Tevere. Non male come percorso, l'idea mi mette di buon umore.


C'è un'animazione speciale, ho l'impressione che i turisti si siano moltiplicati; sciamano a gruppi e singoli, risalgono il Pincio, si siedono attorno alle fontane, attraversano i ponti sul fiume in entrambe le direzioni...




I giardini intorno al Castello dell'Angelo sono circondati da stand gastronomici, bancarelle, spazi per la lettura, cinema all'aperto, pannelli che attraverso i titoli dei quotidiani del 1915, infarciti di retorica di regime, inneggiano all'entrata in guerra dell'Italia.

Uno stand vende dischi-vinili. Non ho nessuna intenzione di acquistare ma hanno messo su "Firth of Fifth" dei Genesis. Per me è come un richiamo ammaliante e irresistibile e infatti mi fermo a curiosare le copertine del "prog" italiano anni 70', fino alla fine del pezzo.


Da lato Tevere, sul ponte Sant'Angelo, trovo di nuovo un'animazione insolita. A fatica riesco ad imboccarlo quasi travolto da un fiume di ragazze e ragazzi tedeschi.

Ora lanciano bans tipo: "Dammi una A" e tutti gli altri a squarciagola "AAAAA", e il lanciatore prosegue: "dammi una U" e di nuovo il coro sempre più determinato: "UUUUU". Dico per fare un esempio, né le lettere dell'alfabeto né la lingua corrispondono, difatti io non capivo niente!

Molte bandiere sventolano e lungo il fiume ci sono pullman in attesa. Ma non sono tifosi, non ne hanno l'aspetto, né l'arroganza, né l'aggressività, e poi, non ci sono partite internazionali stasera.

Il culmine si raggiunge a Trinità dei Monti. La scalinata è letteralmente ricoperta di persone: dal fondo di Piazza di Spagna fino alla chiesa; riempiono tutti gli spazi, da destra a sinistra, per non dire di quelli che si ammassano attorno alla barcaccia. 

Uno spettacolo mai visto prima. 



Seduti sugli scalini, in piedi, a saltare e ondeggiare, a sventolare enormi bandiere a scacchi bianchi e blu, cantano che sembra un concerto rock e scattano selfie e alzano gli iphone e i tablet al cielo per postare su qualche social network l'evento.
Finalmente metto a fuoco che non ci sono adulti, sono solo ragazzi e ragazze tedesche che potrebbero avere dai 14 ai 30 anni.


"Who are you?", mi azzardo a chiedere a un robusto ragazzotto. "....Bayern community" mi risponde.

Ah bé! Ne so quanto prima.

Poi mi viene in mente una notizia ascoltata distrattamente al TG1: Papa Francesco e il suo primo discorso in tedesco. 
Ci siamo, mi sto avvicinando alla soluzione.
Anch'io tiro fuori dalla tasca il nuovo iphone aziendale e cerco la notizia su Google: "L'evento clou del pellegrinaggio annuale promosso dalla Conferenza episcopale di Germania: 50 mila chierichetti".

Chierichetti tedeschi della Baviera? Chierichetti?
Nella mia parrocchia i chierichetti sono bambini e soprattutto bambine che hanno 7 o 8 anni. Quelli che si preparano alla Prima Comunione, poi spariscono.

Beh! anche qui guardando bene sono più le bambine... cioè, voglio dire ... le ragazze .... belle ragazze, bionde, con mini-short e canotte colorate. Questi chierichetti sembrano non disdegnare né la coca-cola né la birra a giudicare dalle bottigliette in mano o appoggiate negli angoli degli scaloni. Per carità - sono già a difendere la categoria - niente di riprovevole.

Mi fermo a guardare lo spettacolo un po' stupito, un po' sconcertato, un po' divertito, un po' in ammirazione; incrocio lo sguardo orgoglioso di questa gioventù, chiassosa ma non aggressiva, scambio un sorriso ironico con una turista giapponese che incrocio sulla scalinata che sto faticosamente risalendo per ritornare a casa.

E cosa gli ha detto il Papa?



“Bisogna un po’ organizzarsi, programmare in modo equilibrato le cose... ma voi siete tedeschi, e questo vi viene bene...”
“La nostra vita è fatta di tempo e il tempo è dono di Dio, pertanto occorre impegnarlo in azioni buone e fruttuose. Forse tanti ragazzi e giovani perdono troppe ore in cose futili: il chattare in internet o con i telefonini, le telenovele, i prodotti del progresso tecnologico, che dovrebbero semplificare e migliorare la qualità della vita, e talvolta distolgono l’attenzione da quello che è realmente importante”.


Loro rispondono in coro col loro motto: "Liberi! Perché è lecito fare del bene".

E il papa: "Tra le tante cose da fare nella routine quotidiana una delle priorità dovrebbe essere quella di ricordarsi del nostro Creatore che ci consente di vivere, ci ama, ci accompagna nel nostro cammino".


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