domenica 30 novembre 2014

Sessantuno

Sessantuno. 
E via, sono passati, inclusi festeggiamenti e regali.
nei giorni scorsi, mi ero detto che sarebbe stato un compleanno qualsiasi; un numero interlocutorio. Ma alla fine i pensieri vengono su da soli. 

"Come si cambia" a sessantun'anni? 
Dire che mi sento giovane dentro, non solo suona banale ma non corrisponde alle sensazioni che veramente provo.
Direi  piuttosto che ho tanta voglia di scoprire la vita e la Vita; che ho ancora la stessa voglia di quanto avevo diciannove anni di farmi domande sui grandi perché; di imparare qualcosa su Dio, di come entra nella mia storia e di come io nella Sua; di crescere perché si sveli sempre un po' più il mistero d'amore che da trentacinque anni mi lega a Maria Teresa; ho voglia di andare oltre alla mia storia professionale, per tirare fuori la creatività ancora inespressa; di tornare ad essere "enzo mangialegnate", quel bambino discolo e impertinente che per tanti anni si è accontentato di "essere quello che gli altri si aspettavano che fosse".

Chissa! 
Per intanto: pasta 'ncasciata, Cerasuolo di Vittoria e cassata siciliana.
Un brindisi con nuovi amici con cui percorrere un altro tratto di strada; un saluto via Skype da un nipotino che non voleva cantarmi la canzoncina "tanta felicidad..."; due splendidi figli, vicini, che mi commuovono solo a guardarli. 
Abbastanza per un "Grazie" supplementare.





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