domenica 7 dicembre 2014

Triangoli con lacci

Era proprio tanto tempo che non andavo a passeggiare sulle alture di S.Ilario! 


Naturalmente c'è una spiegazione: alluvioni, temporali e inondazioni non sono il contorno giusto per programmare una passeggiata rilassante.
Anche ieri il tempo non era un gran che, ma, sul mare, qualche chiazza di sole spuntava, tra quel tipo di  nuvole che i pittori di una volta amavano utilizzare per raffigurare i raggi della luce di Dio.  

La visione della chiesetta di San Rocco è sempre gratificante, anche se non riesco proprio ad abituarmi all'idea che ci si possa arrivare in macchina. Io da bambino mi arrampicavo per la ripida salita da via del Commercio. Oggi per arrivare dalla chiesa di S.Ilario è un tragitto piatto e devi anche stare attento alle macchine che passano.

Poi c'è da dire che ieri, mentre ci avviavamo a passo lento incrociando quelle bellissime casette dai colori liguri e quelle salite che ti sparano come un cannone verso Monte Giugo, c'era un non so che nell'aria; passando davanti a "qualche" Villa, veniva da dire: "Anch'io sono  un po' stanchino di quell'Italia che ha voglia di reagire alla crisi urlando vaffa millantando improbabili democrazie della rete..." 


Ma in fondo questo è un altro discorso o forse no, comunque, ieri, la compagnia degli amici, era piacevole e si parlava di Grandi Sistemi e di Grandi Perché, mentre sotto i nostri occhi scorreva una Nervi bigia, dall'aria un po' acciaccata, come una nobile ormai decaduta.

   A rompere l'incantesimo ci hanno pensato due triangoli di stoffa con laccetti appesi alla ringhiera.

"Cosa ci fanno qui due mutande con pizzo?". Intorno non c'erano case, non potevano far parte della biancheria stesa ad asciugare.

Con un minimo di imbarazzo e circospezione è stato inevitabile girare intorno a se stessi per cercare le eventuali proprietarie...
Niente e nessuno.
E così, una situazione potenzialmente boccaccesca, si è esaurita con delle inevitabili battute su piccoli sistemi e piccoli perché.



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