mercoledì 1 aprile 2015


Salvatore Adamo

La notte... l'attesa

Il primo grande romanzo di un indimenticabile poeta e cantautore


Passando da un Belgio brumoso in cui la polvere di carbone sembra avere coperto ogni cosa a una Sicilia inondata di sole, il racconto di tutta una vita accompagna il lettore pagina dopo pagina come una melodia bellissima.

«Al calar della sera eravamo partiti da Vittoria, villaggio natale di mio padre, per trascorrere la giornata dell’indomani a Scoglitti, la spiaggia popolare più vicina, a quindici chilometri, ovvero a sette ore di carretta… Ci risvegliammo all’alba sulla riva del Mediterraneo in un fantastico fiammeggiare di corallo. Un’ostia immensa s’innalzava sull’orizzonte incandescente: il sole! Che bellezza! Guardavamo tutti e nove affascinati, senza parlare, incapaci di dare un giusto significato alle nostre parole senza rischiare la rovina e la perdita di quella briciola di eternità che ci era offerta.» 
Fazi Editore - febbraio 2015


Papà Toledo, ogni volta che in televisione appariva Salvatore Adamo mi raccontava che veniva da Vittoria e che il suo papà, prima di emigrare in Belgio, lavorava nella bottega di nonno Vincenzo. Nella mia immaginazione di bambino questo fatto mi faceva apparire il cantante come un parente prossimo e mi faceva nascere un moto di orgoglio, naturalmente immotivato.

Sul percorso Vittoria - Scoglitti fatto col carretto, ho invece il ricordo di mamma Salvina che raccontava quanto, anche allora, quella strada fosse trafficata. 
Lei la faceva in bicicletta, un po' seguendo il nonno Emanuele, un po' pedalando a rotta di collo per conto suo e rischiando, in più di una occasione, di finire sotto le ruote di un carro o scalciata dalle zampe di un cavallo.

Oggi, se cerchi su google foto di quella strada, trovi auto rovesciate, caschi distrutti, sagome per terra e sangue.

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