domenica 9 agosto 2015

Repulisti

Ieri, sabato di Agosto dedicato a una operazione di "repulisti"  nella casa di campagna, con successiva visita di cortesia all'isola ecologica più vicina.

Operazione difficilissima e dolorosa sempre, per definizione. Oltre a un vecchio computer non riparabile, un tosaerba fuso, a cuscini ormai maleodoranti e ad avanzi di lampadari, l'operazione programmata include un'ancor più difficile eliminazione di libri e appunti della scuola media e dell'università che ormai non possono servire a nessuno.
Alcuni vecchi pensili e una credenza che ormai si stanno sbriciolando sotto il peso degli anni, dell'umidità e della condensa, completano l'elenco.
Alcuni di questi pezzi facevano parte della cucina dei miei genitori, costruiti almeno 50 anni fa da papà Toledo.
Pochi colpi di martello sono sufficienti a smembrare le ante, i ripiani e i laterali. Un colpo neanche troppo forte e salta via anche il "top"; decine di pezzi si sparpagliano per terra proprio come un puzzle.
Sì, come un puzzle. 
Quello che avrebbe dovuto essere una tavola di compensato unica era invece costituita da decine di listarelle di legno meticolosamente incollate con il vinavil una accanto all'altra fino a formare il rettangolo della misura necessaria.
Un tuffo al cuore mi paralizza per alcuni secondi perché riconosco lo stile di Toledo. 
Come le sarte di una volta (ma guarda un po': la mia Mamma e la mamma di Maria Teresa) che si cucivano i vestiti con gli avanzi delle stoffe, così faceva lui con gli scarti avanzati nella falegnameria del mobilificio dove lavorava come ebanista per costruire armadi e arredi  per la Genova bene di allora.



Mi sembra di rivederlo nel dopo lavoro raccogliere e mettere da parte legni di dimensione, colore e tipo diverso, in attesa di assemblarli insieme; senza chiodi: incastri, colla e viti.
Sicuramente mobili che al giudizio di un esperto di antichità non valgono granché ma che sono frutto di una cultura dell' anti-scarto, del risparmio, del recupero, del riciclo per necessità. 
Quei pezzi di legno parlano di tenacia, di pazienza, di capacità di adattarsi.
Inevitabile che ho il magone nel rievocare queste cose, e che sotto-sotto mi sarebbe piaciuto poter conservare "tutto".

Ma in fondo, come qualcuno mi ha aiutato a visualizzare, quel "valore" lo posso conservare più a lungo col mio ricordo piuttosto che lasciandolo nascosto dentro un mobile in decomposizione.

1 commento :

Anonimo ha detto...

Recuperare, transformare, dalla materia lignea alla parola oggi, dall'azione quotidiana dettata dalla necessità e l'ingegno al ricordo tuo che è già si è fatto nostro. La mano di Toledo ha lascitao la firma e la firma è finita in buone mani.