giovedì 11 febbraio 2016

Il nostro primo bacio

Qualcuno ci aveva chiesto qual era stato il nostro primo bacio.
Io con sicurezza ho ricordato lo stretto ingresso  del portone di Via Piombelli. Una porta a vetri oltre la quale un minuscolo pianerottolo permetteva l'accesso a una ripida scala.
Dopo aver trascorso la serata in casa, Maria Teresa mi aveva accompagnato fino in fondo alle scale del sesto piano ed io ho capito che era giunto il momento. E insomma, il bacio ci stava: lungo, appassionato e allo stesso tempo dolce e un po' imbarazzato. Il primo bacio. Come sarebbe possibile dimenticarlo?

Invece Maria Teresa mi aveva spiazzato. No! C'era stato un precedente bacio.

Ma come è possibile, non posso averlo rimosso, che figura!

Eravamo andati col treno a Recco, ed era la prima volta che uscivamo insieme. Un gelato nella gelateria più famosa, una passeggiata mano nella mano vicino al mare, "Il Piccolo Principe"  con un segnalibro alla pagina  in cui si racconta della volpe che si fa addomesticare, per poter imparare anche noi ad "addomesticarci".

Poi il rientro con un affollato treno locale. Io scendo a Nervi, lei rimane a bordo perché prosegue per Genova.
Il treno indugia qualche minuto con le portiere aperte. Io sono sulla banchina, lei tre scalini più in su, ma c'è ancora qualcosa da dirsi, la voglia di prolungare un pomeriggio speciale.
Il suo sorriso e gli occhi luminosi, non posso dimenticarli perché in una persona, con gli anni, tante cose cambiano, ma non il sorriso e luce negli occhi.
Anch'io dovevo essere luminoso, almeno credo. "Teresa, con stupore"  dirò più tardi per descrivere il mio stato d'animo di innamorato.

Il capotreno fischia, il treno sta ripartendo. Con un gesto non premeditato avvicino l'indice alla bocca e vi adagio, con le labbra, un piccolo bacio che poi le indirizzo con un gesto ampio del braccio, come fosse un pennello che dopo aver raccolto il colore dalla tavolozza si muove nell'aria in cerca della sua tela.

Tutto qui.

Maria Teresa aveva insistito. Quello era stato il primo bacio, senza se e senza ma: quel piccolo gesto era stato come la goccia decisiva che aveva fatto breccia nel suo cuore.



Mi baci con i baci della tua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.


Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;


Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua


le sue labbra sono gigli,
che stillano fluida mirra.


(dal Cantico dei Cantici)


1 commento :

Luigina ha detto...

Che tenero ricordo. Grazie Vincenzo di averlo con diviso.