G.0 (G Punto Zero)
Riconosco una deformazione professionale nello scriverlo in questa forma. Tra gli esperti della rete, il 2.0 (da leggere come due punto zero), è associato all'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un'alta interazione con l'utente.
A dirla tutta, nel leggerlo, ricorda anche il Punto G, che sarebbe un punto particolarmente sensibile dell'apparato sessuale femminile tuttora oggetto di studi e controversie.
Bene, niente di tutto questo!
G.0 va letto come 'Grazia del punto zero'.
Sfido a trovare qualcuno con un minimo di sensibilità che non ha mai provato nella sua vita il punto zero.
Il 'punto zero' è quando si tocca il fondo: sconfitta, crollo, lutto, fallimento, tradimento, depressione, precarietà, solitudine, sfruttamento, infelicità...la fine.
A quasi tutte queste sofferenze c'è un appropriato approccio lenitivo di carattere sociale, politico, filosofico o psicologico, ma l'annuncio del Vangelo è speciale: Beati quelli che sono nel punto zero perchè saranno consolati.
Non sta parlando del Paradiso, della Vita che verrà, ma di adesso, di qui. Non sta dicendo che la sofferenza è un valore (!!!), la sofferenza è un male, ma in quello stato Dio è particolarmente vicino con la sua forza e la sua premura.
C'è una Consolazione che nessun potere può comprare con i soldi e nessuna Crisi Globale può cancellare.
Chi l'ha provata sul serio e profondamente, sa che non serve a niente invocare i Santi e il Cielo aspettando un miracolo dall'esterno.
Questa vicinanza è la Grazia del Punto Zero (G.0).
Il Punto Zero non è la fine ma un 'principio' un modo diverso e perfino migliore di vivere!
E' qualcosa che nasce dentro quando tutto sembra definitivamente spento. La nostra felicità non dipende da un'altra persona o dal PIL che sale o scende, nè dagli amministratori delegati che preannunciano nuove difficoltà o tagli del personale.
Lo scrivo per me perchè tutto questo richiede un cambiamento, una nuova mentalità, credere, fare affidamento sulla propria creatività.
Grazie per questo bellissimo post con cui condividi la vostra esperienza spirituale a Caresto e che aiuta chi ti legge a trovare in se stesso il coraggio e la forza di cambiare.
RispondiEliminaSe ti interessa vedi anche il mio post di domenica con una descrizione più generale, un paio di foto e il link a Caresto
RispondiEliminahttp://tre-chiavi-inglesi-in-dubbio.blogspot.com/2011/06/eremo-di-caresto.html
Sì, sì. L'avevo già letto e mi son salvata tra i preferiti anche il link del sito di Caresto. Ti leggo spesso, come Maria Teresa, anche se non sempre commento e ti ringrazio per quello che scrivi perché è un arricchimento anche per me
RispondiEliminaVedo che ho trovato un altro sito dove un commento non favorevole a Caresto viene censurato. Niente male.
RispondiEliminaMi dispiace, chi frequenta una volta l'anno Caresto o peggio, una volta nella vita, cosa può capire? Anzi, è un luogo bellissimo; lo dico perchè ci sono stata.
Ma purtroppo ciò che non può apparire in un week end è materia grave, infatti la Chiesa non riconosce Caresto come realtà ecclesiale. Un motivo c'è.
Non ho motivo per non pubblicare un commento negativo. Semplicemente non mi è arrivato. naturalmente sarebbe meglio motivare i "motivi gravi" per non far apparire il giudizio come una cattiveria...
RispondiEliminaVincenzo