Per la terza volta negli ultimi nove anni abbiamo scelto la Val Maira per trascorrere il ponte dell'Immacolata.
Le volte precedenti però passeggiavamo circondati da ghiaccioli appesi ai tetti e ai rami e con temperature da brivido, quest'anno invece le prime tracce di neve le abbiamo incontrate intorno ai 2.200 metri.
Ma queste montagne attirano e invogliano ad essere percorse anche se non si è scalatori e neppure alpinisti.
Bastano un paio di scarponcini, una giacca a vento e un po' di cibo nello zaino per avventurarsi in valloni selvaggi e silenziosi o per ammirare creste frastagliate e inaccessibili laghi alpini.
Il colore dominante è l'arancio.
Sembra che tutti i larici abbiano colorato di ruggine le loro acuminate foglie e poi le abbiano con garbo adagiate ai piedi del proprio tronco, così come si fa cadere un vestito al termine di una giornata faticosa e ci si prepara al sonno.
L'effetto delle macchie colorate diventa unico: un tappeto che copre la poca neve caduta in precedenza, che rende soffici come una moquette i sentieri e che contrasta con il grigio delle pietre e delle rocce.
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