Entro nel portone di casa e mi avvio verso le scale.
Alzo lo sguardo e mi rendo che al di là dei pochi gradini di marmo rimasti al loro posto, si estende il vuoto della parete verticale. Salire a piedi è impossibile.
Qualcuno ha ristrutturato l'interno del caseggiato eliminando la possibilità di usare le scale.
Ora l'unico mezzo utilizzabile è l'ascensore. Un squallido salire e scendere sempre uguale in balia di un meccanismo esterno che non puoi governare.
Avverto una profonda rabbia per questa imposizione e limitazione di movimento.
(sogno 21/10)
Appunti sparsi per documentare come si cambia; non perchè il tempo che passa ci invecchia, ma perchè ognuno può assecondare un profondo e intimo movimento interno. Cambiare è svelare progressivamente se stessi, essere consapevole delle proprie passioni, illuminare le relazioni con le persone che si amano.
venerdì 21 novembre 2008
mercoledì 12 novembre 2008
Cambiamento
“Un cambiamento non sempre produce un miglioramento, ma un miglioramento richiede sempre un cambiamento.”
Wiston Churcill
Se il cambiamento è voluto allora prudenza: la direzione scelta non è necessariamente quella giusta.
Se il cambiamento è subito bisogna cavalcarlo se si vuole trovare una soluzione positiva.
Wiston Churcill
Se il cambiamento è voluto allora prudenza: la direzione scelta non è necessariamente quella giusta.
Se il cambiamento è subito bisogna cavalcarlo se si vuole trovare una soluzione positiva.
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Vincenzo Trichini
alle
20:40
sabato 8 novembre 2008
Sono scappati i personaggi del circo
Sono scappati i personaggi del circo. Stanno girando per le strade della città, incedono eleganti percorrendo i marciapiedi del centro, attraversano le strade aspettando il loro turno al semaforo, hanno un passo lento ma deciso, l'espressione sicura ma non arrogante.
C'è l'uomo con il cammello, procedono fianco a fianco, entrambi coperti da stoffe esotiche coloratissime.
L'elefante seguito dal suo ammaestratore, il primo sembra portare a spasso il secondo.
L'uomo bomba ha un enorme cilindro in testa e un'ampia imbottitura che lo fa apparire spropositatamente grasso e goffo.
Un clown dal passo leggero sembra fare la mia stessa strada per qualche metro.
Li guardo un po' sorpreso, ma no più di tanto e nel frattempo proseguo per la mia strada senza cambiare direzione, senza voltarmi. Sono personaggi la cui presenza ancora sembra strana ma a cui bisognerà abituarsi, prima o dopo.
Hanno conquistato la loro libertà, e sciamano fuori dal tendone del circo: il circo è in mezzo a noi.
(sogno 3/11)
I personaggi del circo potrebbero essere tutte spinte interiori al cambiamento,le idee nascoste, le forze interne che vorrebbero liberarsi, la realizzazione di speranze e obiettivi che vorrebbero emergere. Ma io non sembro ancora pronto ad entusiasmarmi, a unirmi a loro, forse ho bisogno di abituarmi alla loro presenza devo imparare a riconoscerle.
I personaggi del circo potrebbero essere tutte spinte interiori al cambiamento,le idee nascoste, le forze interne che vorrebbero liberarsi, la realizzazione di speranze e obiettivi che vorrebbero emergere. Ma io non sembro ancora pronto ad entusiasmarmi, a unirmi a loro, forse ho bisogno di abituarmi alla loro presenza devo imparare a riconoscerle.
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Vincenzo Trichini
alle
19:05
mercoledì 5 novembre 2008
Un altro giro di giostra
In questo libro che leggo subito dopo "Un indovino mi disse", Terzani indaga, più per se stesso che per i suoi lettori, il tema della malattia e delle medicine alternative.
...concentrarsi sul respiro, portare la mente al dolore, immaginare il male come un nodo da sciogliere, cercare di vederne il colore, la forma...
...Una volta una suora, vedendomi seduto sui talloni ad occhi chiusi, venne a chiedermi cosa facevo. Più o meno quello che per secoli si insegnava anche ad una come lei, lo si chiamava contemplazione.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra
...concentrarsi sul respiro, portare la mente al dolore, immaginare il male come un nodo da sciogliere, cercare di vederne il colore, la forma...
...Una volta una suora, vedendomi seduto sui talloni ad occhi chiusi, venne a chiedermi cosa facevo. Più o meno quello che per secoli si insegnava anche ad una come lei, lo si chiamava contemplazione.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra
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Vincenzo Trichini
alle
18:42
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