Appunti sparsi per documentare come si cambia; non perchè il tempo che passa ci invecchia, ma perchè ognuno può assecondare un profondo e intimo movimento interno. Cambiare è svelare progressivamente se stessi, essere consapevole delle proprie passioni, illuminare le relazioni con le persone che si amano.
domenica 26 aprile 2009
domenica 12 aprile 2009
Sorprese di Pasqua
All'uovo di Pasqua non si rinuncia, anche se i figli sono grandi.
Oggi la sorpresa dell'uovo ha suonato il campanello alle cinque del pomeriggio. Assolutamente inaspettata: Marianna da Barcellona.
Si potrebbe dire: quando i genitori fanno oh!
Oggi la sorpresa dell'uovo ha suonato il campanello alle cinque del pomeriggio. Assolutamente inaspettata: Marianna da Barcellona.
Si potrebbe dire: quando i genitori fanno oh!
Pubblicato da
Vincenzo Trichini
alle
18:38
giovedì 9 aprile 2009
Dio per amico
L'inizio non mi è piaciuto per niente:
"Non c'è nulla di mistico in una preghiera".
E' un articolo apparso su Repubblica.it il giorno 8/04/2009.
Uno studio rivela: rivolgersi a Dio è come parlare a un amico. Cioè, alcuni scienziati (Danimarca università Aarhus - qui articolo originale in inglese NewScientist ) hanno monitorato le zone del cervello che si attivano mentre si prega e ne è venuto fuori che le aree interessate sono le stesse che si attivano durante una conversazione con una persona.
Non succede la stessa cosa quando si "parla" con Babbo Natale e neppure quando si recitano preghiere a memoria.
In fondo lo studio conferma i risultati che ogni persona di buon senso si sarebbe aspettato di trovare.
Anzi la conferma che parlare con Dio è come parlare con un amico, è incoraggiante perchè è proprio l'atteggiamento che si cerca di favorire nella formazione religiosa di piccoli e grandi.
Sarebbe stato preoccupante scoprire che, pregando, nel cervello si attivano zone legate alla sottomissione o all'agressività, al dovere, alla sforzo o alla fantasia...
Lo studio è in linea con quello che insegna la religione Cattolica: un Dio personale, non una entità astratta.
Leggendo in rete altri articoli sulla notizia, sembra che qualcuno voglia insinuare: "Nel cervello dell'uomo non è stata trovata l'antenna per parlare con Dio. Dio non esiste!"
Messa così non sarebbe scienza e, se è vero che i credenti devono sforzarsi di non "cercare" prove immanenti dell'esistenza di Dio, si suppone che lo stesso atteggiamento, al contrario, dovrebbero seguire i non-credenti: non forzare i dati scientifici.
Questo studio non ha niente a che vedere con l'affermazione iniziale che " Non c'è nulla di mistico in una preghiera". Sarebbe come dire che la matematica non è la giurisprudenza o che un cane non è un gatto. Banalità.
Ma l'articolo originale, quello della rivista New Scientist ha, per fortuna, un approccio neutrale, infatti si legge che:
- i risultati mostrano che le persone "hanno la convinzione di parlare con qualcuno quando pregano e questa conclusione fa contenti sia gli atei che i Cristiani".
Gli atei dicono che lo studio mostra che "è tutta un'illusione" mentre i Cristiani dicono che c'è l'evidenza che Dio è reale [entrambe queste affermazioni non sono condivisibili].
Giustamente si conclude indicando che lo studio non prova alcunchè. Non ha niente a che fare con l'esistenza di Dio o no.
"Non c'è nulla di mistico in una preghiera".
E' un articolo apparso su Repubblica.it il giorno 8/04/2009.
Uno studio rivela: rivolgersi a Dio è come parlare a un amico. Cioè, alcuni scienziati (Danimarca università Aarhus - qui articolo originale in inglese NewScientist ) hanno monitorato le zone del cervello che si attivano mentre si prega e ne è venuto fuori che le aree interessate sono le stesse che si attivano durante una conversazione con una persona.
Non succede la stessa cosa quando si "parla" con Babbo Natale e neppure quando si recitano preghiere a memoria.
In fondo lo studio conferma i risultati che ogni persona di buon senso si sarebbe aspettato di trovare.
Anzi la conferma che parlare con Dio è come parlare con un amico, è incoraggiante perchè è proprio l'atteggiamento che si cerca di favorire nella formazione religiosa di piccoli e grandi.
Sarebbe stato preoccupante scoprire che, pregando, nel cervello si attivano zone legate alla sottomissione o all'agressività, al dovere, alla sforzo o alla fantasia...
Lo studio è in linea con quello che insegna la religione Cattolica: un Dio personale, non una entità astratta.
Leggendo in rete altri articoli sulla notizia, sembra che qualcuno voglia insinuare: "Nel cervello dell'uomo non è stata trovata l'antenna per parlare con Dio. Dio non esiste!"
Messa così non sarebbe scienza e, se è vero che i credenti devono sforzarsi di non "cercare" prove immanenti dell'esistenza di Dio, si suppone che lo stesso atteggiamento, al contrario, dovrebbero seguire i non-credenti: non forzare i dati scientifici.
Questo studio non ha niente a che vedere con l'affermazione iniziale che " Non c'è nulla di mistico in una preghiera". Sarebbe come dire che la matematica non è la giurisprudenza o che un cane non è un gatto. Banalità.
Ma l'articolo originale, quello della rivista New Scientist ha, per fortuna, un approccio neutrale, infatti si legge che:
- i risultati mostrano che le persone "hanno la convinzione di parlare con qualcuno quando pregano e questa conclusione fa contenti sia gli atei che i Cristiani".
Gli atei dicono che lo studio mostra che "è tutta un'illusione" mentre i Cristiani dicono che c'è l'evidenza che Dio è reale [entrambe queste affermazioni non sono condivisibili].
Giustamente si conclude indicando che lo studio non prova alcunchè. Non ha niente a che fare con l'esistenza di Dio o no.
Pubblicato da
Vincenzo Trichini
alle
19:34
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