martedì 18 marzo 2008

L'acqua

L'acqua ha bisogno di una "differenza" da colmare, di un dislivello da superare. Solo così può fluire veloce: in un ruscello di montagna, in un fiume, nel tubo di una condotta o nella spaccatura di una roccia. Se per caso si ferma è solo per una sosta temporanea, un'ansa, un breve accumulo. Purchè ci sia un dislivello per proseguire nel suo percorso.
Ma qualche volta non va così. L'acqua trova la palude e lì si ferma. Non è il lago dove, pur rallentando la sua corsa, prima o poi riprende il suo cammino. La palude è la stagnazione senza speranza. L'acqua è terrorizzata dalla palude; è il suo peggior incubo.
Gli sembra di perdere conoscenza di se stessa, non riconosce più il suo scopo. Marcisce, puzza, si impantana, muore, diresti.
Ma per quanto sgradito, anche questo passaggio va affontato, prima o poi. I momenti di stasi ci sono tra un'impresa e quella successiva, prima che un nuovo dislivello liberi l'energia interiore.
E' il momento della creatività latente e nascosta. E' il momento in cui non si conosce la prossima direzione dell'evoluzione, in cui occorre "stare" senza pregiudizi, pronti a cogliere la nuova spinta, aperti a qualsiasi soluzione.

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