domenica 23 settembre 2012

Minestrone alla Pau

Non c'è discussione: quale altra fine può fare un bambino nato sotto una zucca se non finire nel minestrone?


sabato 1 settembre 2012

Il volto luminoso della Chiesa

Mi piacerebbe scrivere qualcosa di speciale per testimoniare il mio amore verso il card. Martini. Tante pagine dei suoi libri mi hanno fatto trasalire perché facevano vibrare i miei sentimenti più profondi. Quell'ostinata insistenza a non voler dividere il mondo fra credenti e non credenti, quella ricerca senza prevenzione e pregiudizio intorno alla fede...

Il card. Martini è stato per me uno dei rappresentanti di quel folto plotone di testimoni che formano il volto luminoso della Chiesa, da contrapporre ai lati meno edificanti.

Purtroppo non sono capace di scrivere qualcosa di speciale, allora, molto malamente, faccio esercizio di "tagliare e cucire" qualche frase che ho trovato in giro; ma volutamente evito di aggiungere la fonte... perché il Card. Martini è veramente di Tutti e se c'è una cosa, proprio una, che mi ha dato fastidio in questi due giorni, è stata l'affemazione in TV di un giornalista (non vi dico né rete, né nome) che l'ha definito "di sinistra".

Ora il card. Martini è una posizione privilegiata perché il creato e il non-creato non hanno più misteri per lui: è accanto a noi, qui dietro l'angolo della materia e dell'energia che costituiscono l'universo che conosciamo; conosce le domande giuste per ottenere le risposte ai nostri perché...allora per favore:

Prega per noi, pensa a noi!



Citazioni non citate:

"disponibilità a «dialogare con il mondo della scienza, della tecnologia, a confrontarsi con i non credenti, con i credenti delle altre fedi. Con la fiducia che dal dialogo con gli altri ci sia sempre da imparare»."

"La “cattedra dei non credenti” era seguita da migliaia di persone, soprattutto giovani che affollavano ogni angolo del Duomo, per ascoltare il cardinale confrontarsi con chi non aveva il dono della fede ma era aperto, comunque, al dialogo e alla trascendenza."

"In lui, si ebbe la testimonianza della possibile alleanza fra fede e ragione: «La cultura tende a contrapporle, mentre la ragione è sempre cammino verso il senso della vita."

"chi ha fede deve riconquistarla; questo è il compito del cristiano e in particolare del vescovo, successore degli apostoli: mettere la sua fede al servizio degli altri, quindi metterla in gioco e insieme agli altri, insieme alle pecore smarrite, riconquistarla."

"Nelle ultime ore al suo capezzale venivano lette in continuazione le Beatitudini, come lui stesso aveva chiesto."

 "com’era stato per Giovanni Paolo II, il Papa che l’aveva voluto vescovo. «La malattia si è evoluta nel modo più naturale possibile» e «non vi è stato alcun accanimento terapeutico»,  Il cardinale è stato «sempre molto scrupoloso nell’assumere farmaci e non ha mai detto "questo non lo voglio"»; «seguiva una terapia molto complessa ma non era attaccato ad alcuna macchina». La sua posizione sull’accanimento terapeutico «era nota». Era di contrarietà. Era quella della morale cattolica. Ed è stata rispettata."

"ma anche uomo che aveva acquisito in sé il Concilio"

"Martini usava una espressione: «Il non credente che è in me», che rende bene la tensione di molti cristiani oggi: divisi tra la fede ereditata e una cultura dominante che tende a negarla.
Questa parole indicano qualcosa che ci accompagna fino all’ultimo giorno, perché la tentazione contro la fede è sempre possibile. Santa Teresa di Lisieux prossima alla morte fu tentata da un materialismo radicale. Questa espressione  dice dunque di qualcosa di molto forte e vero: non siamo mai definitivamente consolidati nella fede. Il che non significa negare la distinzione fra il credere e il non credere. La differenza invece è profonda: con Dio o senza Dio, infatti, cambia tutto."

"La profonda convinzione della assolutezza del cristianesimo. Se Gesù fosse un maestro come ce ne sono tanti altri, perché uno si dovrebbe dire cristiano? Martini, questa sua fede così profonda, rigorosa, ancorché percorsa da timori e tremori, ha saputo viverla, non solo testimoniarla, fino a produrre dialogo, confronto, comprensione, misericordia. È una fede, la sua, che si è fatta prossimo. Tutt’altro che: vogliamoci bene, abbracciamoci insieme perché siamo tutti uguali."