martedì 30 agosto 2016

Non uccide il sisma ma opere dell'uomo

Ascoli Piceno

“SIGNORE, MA TU DOVE STAI? NOI QUI ABBIAMO PERSO TUTTO”

Rieti 

"La domanda 'dov'è Dio?' non va posta dopo, ma prima e comunque sempre per interpretare la vita e la morte" ha detto il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nell'omelia della messa funebre ad Amatrice. "Come pure va evitato di accontentarsi di risposte patetiche e al limite della superstizione. Come quando si invoca il destino, la sfortuna, la coincidenza impressionante delle circostanze". I terremoti esistono da quando esiste la Terra, ha proseguito monsignor Pompili. "I paesaggi che vediamo e che ci stupiscono per la loro bellezza sono dovuti alla sequenza dei terremoti. Le montagne si sono originate da questi eventi e racchiudono in loro l'elemento essenziale per la vita dell'uomo: l'acqua dolce. Senza terremoti non esisterebbero dunque le montagne e forse neppure l'uomo e le altre forme di vita. Quindi ha concluso: "Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo"



Come non condividere queste parole? Come non "ritrovarsi" in questa Chiesa "non convenzionale" che non si trincera in risposte da manuale, che non evoca punizioni e sponsorizzazioni divine del dolore. 
Dov'è Dio? Con me, con noi perché viene prima del dolore e della morte. 
Grazie ai Vescovi di Ascoli e Rieti.


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