
Già sceso dall'aereoporto ti rendi conto di essere in una città diversa dal resto del SudAmerica.
E' che, le persone che incroci, hanno subito qualcosa di familiare nei tratti; potrebbero essere un lontano zio dei tuoi genitori, come una cugina con cui hai giocato due o tre volte quando avevi sei anni, prima che partisse per l'Argentina; è che i capelli biondi e le lentiggini ti ricordano i tedeschi che vengono in vacanza nella riviera, le carnagioni abbronzate hanno i tratti degli spagnoli.
Ti senti subito poco straniero e provi a immaginare il percorso di tutte quelle vite che hanno dovuto compiere questo balzo dall'altra parte dell'oceano per ricominciare una vita. Nella città capisci che per molti è stato un salto in avanti, impiegati che vanno al lavoro con le loro valigette portadocumenti, commercianti con attività ben avviate; per altri la miseria ha solo cambiato nome. E ti sembra di riconoscere in alcuni il portamento di chi una stabilità economica l'aveva raggiunta ma le recenti crisi l'hanno travolta. Laureati lasciati senza lavoro dalle multinazionali che chiudono i battenti, che per l'età e la specializzazione non riescono più a inserirsi nel mondo del lavoro, che vagano per anni tra colloqui sempre più radi, con il loro aspetto sempre più trasandato e infine in questa discesa sociale si ritrovano a fare i "cartoneros", versione sucida e indegna del riclico di cartone e carta, raccolti a mani nude nei sacchi di spazzatura; o famiglie di indio, illuse dal miraggio della capitale che vivono accampati all'ombra delle impalcature per la ristrutturazione del teatro lirico di Colon; o giovani e anziani che per sbarcare il lunario, ti offrono, ad ogni incrocio della Avenida Floreale, piccoli depliant che pubblicizzano ogni tipo di negozio.

Poi si capisce c'è anche il Tango, struggente e sensuale, nelle strade e nei locali; la carne delle "estancias" argentine: l' asado, i medalliones, la parilla; ci sono i grattacieli di vetro disegnati da fantasiosi architetti, c'è l'immenso Rio de la Plata; c'è la febbre per il gioco del calcio, c'è la bandiera argentina, la mano nel cuore del patriottismo. Ma tutto questo fa parte di un'altra Argentina.
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