domenica 4 dicembre 2005

La collezione di monete


I miei figli hanno raccolto una grande quantità di monetine, ma nei cestini della cartastraccia ce ne sono molte altre; hanno scartato e gettato via le vecchie lire italiane e tutte quelle straniere, probabilmente anche quelle che avevo raccolto io in tanti anni.
Hanno tenuto solo gli Euro, mettendo ben in evidenza l'emissione dell'anniversario, sì, quelle che messe tutte una accanto all'atra formano un unico grande Euro celebrativo...
Strano, di solito si collezionano le monete antiche, io avrei fatto il contrario, tenuto le lire e le monete degli altri paesi.
Nel pensare questo, con un gesto maldestro, faccio cadere un buon gruzzolo di monete "buone" nei cestini.
Ma ora ho un po' di difficoltà a raccogliele; sembrava un lavoro veloce e semplice, ma si sono mescolate, bisogna ripassarle tutte, una per una, e poi nel cestino ci sono anche torsoli di mele e bucce di frutta, si sporcano le mani...

(Sogno del 3/12 )

Forse ci sono dei momenti in cui si pensa che le proprie emozioni, ma non solo quelle, anche il proprio modo di essere e sentire le cose, si possa separare, si possa selezionare, catalogare come una collezione di monete. Ci sono parti che sembrano non avere più valore e si pensa di poterle buttare via (invece più passa il tempo, più diventano importanti e, ciò che oggi è "vecchio", diventa "antico").
Invece basta un gesto maldestro, uno di quei movimenti che non hai programmato di fare (come quando si dà una zuccata involontaria nello sportello della cucina), sì, un gesto istintivo, una gaffe, un ophs, un attimo in cui perdi il controllo dei pensieri razionali costruiti pazientemente dalla volontà e dalla ragione e, il tuo io più profondo, ristabilisce le distanze, rimescola le carte, ti toglie le certezze (che poi sono quelle che ti impediscono di crescere).

Immagino la fine del sogno così:
Vado a cercare una grande boccia trasparente capace di contenere tutta la mia collezione di monetine, poi le metto tutte lì dentro, euro, lire, franchi, sterline, pence, pesos e quant'altro ho saputo raccogliere e raccoglierò. Poi una bella mescolata, una scrollata tintinnante e colorata.
Poi poso la boccia su un tavolo, mi pongo lì davanti con la stessa predisposizione che si ha verso l'acquario dei pesci o verso un caleidoscopio e, guardo, rimescolo e guardo, rimescolo e ricordo, rimescolo e sogno, rimescolo e fantastico, rimescolo e vivo.

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