martedì 27 giugno 2006

Il primo volo

Il tema dell'abbandono e del distacco è così profondo che non si finisce mai di sondarne le profondità...

Qui c'è il link ad una intervista a Gianna Schelotto, che consiglio di leggere.
Io sono rimasto colpito già dalla citazione del titolo di un suo libro "Distacchi e altri addii. Quando separarsi fa bene".

Allora, ci sono distacchi che fanno bene! Non dice che basta sopportare, accettare, sublimare, elaborare, e così via, ma che ci sono situazioni in cui "separarsi fa bene".


Non è un incitamento alla separazione!

Ho un ricordo. La pagina del sussidiario delle elementari.
L'immagine di un grande albero, di un nido di rondini e del loro primo volo. Il testo spiegava che mamma rondine, sa quand'è il momento di far spiccare il volo al suo rondinino, e lo spinge, lo accompagna ma lo fa andare.
E' un distacco che fa bene, senza il quale non si completa la crescita.
Si capisce, gli uomini non sono rondini e il paragone regge finchè regge.


Dietro la paura dell'abbandono c'è la paura della solitudine, ma anche qualcosa di più profondo: la paura di non esistere. Quando siamo amati da qualcuno abbiamo anche la conferma della nostra esistenza: la persona che ci ama ci fa sentire importanti ed amati, ma prima di tutto ci fa sentire che ci siamo.
Nel momento in cui un rapporto finisce ci ritroviamo piccoli e di poco valore, ci sembra di non esistere o di non valere.

2 commenti :

Anonimo ha detto...

la paura di non esistere non è proprio quello che pensavo vi fosse deitro le mie paure: No eprchè non è quello che mi angoscia; soffro moltissimo della paura dell'abbandono ma per motivi alquanto palesi visto il mio passato; non conosco i miei veri genitori che all'età di un anno mi diedero in adozione e questo mi ha arrecato delle profonde ferite nel mio animo. Cerco sempre disepratamente di esserea mata, ho la certezza che al mondo ogni inidviduo sia migliore di me perchè ho poco da dare, e troppo da dimostrare. Con queste certezze è facile comprendere come per me sia difficile credere nell'amore di un altro per me, fidarmi di lui, sono sentimenti che non mi appartengono anche perchè se ho così poca considerazione di me come posso credere che qualcuno mi ami? Qui entra in gioco la gelosia che mi uccide dentro, che sfinisce la coppia...
Come risolvere tutto questo? non lo so proprio, e credo die ssere anche troppo giovane per saperlo fare da sola

Vincenzo Trichini ha detto...

Elisa,
la tua storia è dolorosa e le tue parole sono dure e spietate verso te stessa.
Mi colpisce la tua "certezza", che in realtà è tutta soggettiva, riguardo al fatto che "al mondo, ogni individuo" sia migliore di te.
Hai "troppo da dimostrare" per poter "credere che qualcuno ti ami".
Io non sono un esperto, non ho la formula da suggerirti per risolvere questa situazione.
Cerco solo di cogliere fra le tue parole qualche frammento della verità che hai dentro.
Come tu stessa scrivi, non puoi farcela da sola. Rivolgiti a qualcuno "che sappia dare del tu ai sentimenti nascosti delle persone", che ti aiuti, non con facili incoraggiamenti ma con competenza, perchè lo sai anche tu che ciò che "senti" non corrisponde a ciò che "sei".
Mi verrebbe da dire che occorrerebbe cominciare con l'aver benevolenza verso se stessi. Sul passato non abbiamo più nessun potere, lo abbiamo solo sul presente.