venerdì 9 giugno 2006

Timidezza

Ieri sono stato relatore in una conferenza dal titolo un po' complicato per addetti ai lavori che non sto a ripetere. Ma in sintesi si parlava di "informatica e strategie aziendali".
Il contesto dell'auditorio era un club molto esclusivo e qualificato di personalità del mondo marittimo genovese.
Dai riscontri e dalle strette di mano, pare sia andata molto bene e che il mio intervento sia stato piuttosto apprezzato.
In effetti, superato l'ultimo batticuore, giusto pochi secondi prima dell'inizio, ho subito trovato un feeling con la sala e le parole si scioglievano fluide e convincenti.

Naturalmente il mio lavoro mi ha portato molto spesso a parlare nel contesto di riunioni e anche in occasioni pubbliche, ma nonostante tutto...

...meditavo sulla mia timidezza.

Si perchè io "Sono un ragazzo timido".

Quando ero bambino, mi vergognavo perfino ad entrare in panetteria o in drogheria per comprare. Mi sentivo al centro dell'attenzione di tutti i presenti e credevo di non essere all'altezza, mi dimenticavo quello che dovevo dire e cercavo disperatamente di ripeterlo in continuazione mentalmente. Le persone che erano davanti a me e che stavano già elencando la loro spesa mi confondevano. Ad un certo punto mi ritrovavo a ripetere mentalmente un elenco che non era più quello della mamma. Avevo timore di non capire quando sarebbe stato il mio turno, non riuscivo più a contare i soldi, un vero disastro, il panico.
Con queste premesse come avrebbe potuto essere l'approccio con il mondo delle ragazze, nell'adolescenza? Assolutamente goffo e inibito.

Più avanti, durante il periodo universitario e oltre, ho aderito con tanto entusiasmo a un gruppo giovanile che mi aiutò indirettamente a superare questi blocchi. Le occasioni per avere contatti sociali con i coetanei si moltiplicavano e c'erano degli Ideali che si consolidavano e che volevo trasmettere ad altri.
Poi il contatto con il palco grazie alla band musicale dove io suonavo il flauto e cantavo; ma non solo: spesso si organizzavano anche spettacoli con mimi, recitazione, immagini, si raccontavano esperienze.

Ho letto da qualche parte che spesso i più timidi, quando salgono sul palco, si trasformano e danno sfoggio di naturalezza; pare che molti cantanti e artisti in genere rientrino in questo gruppo di persone.

Forse è stato così anche per me, perchè io rimango timido.
O forse si cambia.

( Se clicchi Qui trovi una definizione di timidezza esagerata)

1 commento :

Vincenzo Trichini ha detto...

Ho riflettuto sulla espressione "dono" che Riccardo contrappone a "difesa" e "persuasione" - e io aggiungerei anche "esibizionismo".

Effettivamente, preparare un proprio intervento in modo misurato, coerente con i tempi previsti, scegliendo il linguaggio adatto alla platea, cercare di esprimersi con un tono di voce coivolgente, è come scegliere un regalo per una persona cara, aggiungere un biglietto che contenga parole sentite e appropriate, impacchettare con cura e consegnarlo al momento giusto.