venerdì 14 settembre 2007

Il Prisma

Il prisma cangiante

E' lì visibile a tutti, non si nasconde.
Tutti ne parlano, chi lo guarda, chi lo venera, chi ironizza, chi lo studia, chi ne scrive.
C'è una sola certezza: ognuno lo vede diverso.
Voglio dire, se davanti a te hai una tazza gialla e chiedi al tuo vicino cos'è, ti dirà che è una tazza, tutt'al più la forma gli potrà sembrare bizzarra, ma entrambi direte che è gialla, che è capiente o non lo è affatto, e su questo punto, eventualmente, ci sarà solo bisogno di mettersi d'accordo su cos'è capiente rispetto a che cosa.
Ma se davanti ad una tazza gialla, un'altro comincia a dire che è un coltello, un altro che è un armadio, e così via, la cosa non vi sembrerebbe affatto normale.
Ebbene le cose stanno proprio in questi termini.
In quel mondo, in quel tempo, quel particolare oggetto ha questa proprietà: ognuno lo vede diverso!
Così, succede che, coloro che condividono la stessa percezione, si aggregano per fare gruppo e si sentono solidali fra loro.
Più sono, più si sentono rafforzati nelle loro certezze, si radicalizza e si rafforza in loro quel particolare tipo di percezione. Si tramandano la loro verità sul prisma, attraverso scuole, libri, parlatori-girovaghi.

Ma come spiegare la differenza fra chi vede il prisma come una cosa vagamente sferica e chi invece si indigna perchè è inequivocabilmente assimilabile a un cubo?
Oppure, come conciliare le posizioni di chi, avendolo toccato, riceve al tatto la stessa sensazione di morbidezza di una spugna immersa nell'acqua o di chi ne avverte la forza, l'impenetrabilità, la durezza?
Sarà vero che emana calore o bisognerebbe credere a quelli che insegnano ad assaporarne i lievi profumi? C'è da fidarsi della propria percezione più di quella degli altri?

Mi chiedete se c'è qualcuno che bara. Certo che c'è qualcuno che bara! Qualcuno che per convenienza, per debolezza, per tornaconto, per superficialità si schiera di qui o di là, più in sa o più in drè.
C'erano perfino ciechi che dicevano di vederlo in tutta la sua opacità e sordi che giuravano di sentire l'emissione di un sibilo provenire dalle sue profondità.
Ma il fenomeno era troppo vasto per essere spiegato con un complotto o con la malafede generale!

Veramente, bisogna ammettere che, in buona fede, quel prisma si manifestava in maniera differente alla gente, indipendentemente che fosse colta o analfabeta, che provenisse dalle antiche regioni del centro o dai nuovi popoli del dentro.
La questione andava avanti da molto tempo.
Molto tempo significa: migliaia di anni.
Generazioni di individui si succedevano perdendo la memoria delle proprie origini, delle proprie radici culturali, dei propri usi, dei propri eroi, ma la disputa sul prisma continuava ad infiammare senza sosta gli animi.

Che io, al quale tocca raccontare questa storia, il prisma, possa definirlo cangiante è già una interpretazione che, se fossi in quel mondo e in quel tempo, mi attirerebbe parecchi guai.
"Il prisma non è cangiante, il prisma è sempre se stesso, immutabile nel tempo, nello spazio, punto di riferimento ineffabile. Sarebbe meglio scrivere il Prisma con la "P" grande, pretendono o rassicurano alcuni gruppi.

Forse dovrei ripartire dal titolo:

Il prisma (o il Prisma) che per qualcuno è cangiante e per qualcuno no.
O se preferite:
Il Prisma (o il prisma) che per qualcuno non è cangiante per qualcuno sì.
O se preferite...
... capisco che mi devo fermare e correre qualche rischio altrimenti il mio racconto si arena appena iniziato.

Un P(p)risma. Voi pensate a un cristallo. Quegli agglomerati di materia cristallina che colpiti dalla luce del sole sparpagliano i colori come un mazzo di carte da ramino posato sul tavolo da gioco. Ma non è così, è solo la mia approssimazione, la mia incapacità di trovare le parole nel vocabolario che mi costringe ad usare questa metafora.
Cos'altro potrei dire? Che il prisma è una cosa, è un'idea, forse è viva, magari è inanimata, è un'opinione, è soprannaturale, è magica, è antica. E' colorata senza avere colori, ha forma senza avere forma, la si prova interiormente e la si descrive esteriormente. Altro non faccio che confondervi le idee.

Parlerò allora dei gruppi che si sono creati intorno alla sua definizione, anche se, in verità, non mancano i battitori liberi.
La fazione dei "caleiodoscopi" è quella che sostiene una natura deterministica dell'oggetto. Ci sono leggi ben precise, sconosciute ma rigorose che rendono il prisma cangiante. Un giorno, loro ne sono convinti, sapranno prevedere il suo stato attuale con assoluta precisione e forse, a quel punto, potranno anche controllarlo a loro piacimento, per ripetere le loro parole. E' il partito dei ricercatori neo-scientifici, secondo il loro punto di vista l'unico modello di interpretazione aperto e razionale.
Ma i membri di un'altra aggregazione, pur apprezzando la posizione dei "caleiodoscopi" perché riconosce esplicitamente il "cangiamento" sono forti assertori di una interpretazione molto più relativistica. Il prisma "è ciò che ognuno pensa che è". Bisogna, secondo loro, accettare una visione soggettiva. Per questi adepti è la sensibilità che emerge giorno per giorno dalla cultura e dal progresso, che determina l'interpretazione attuale di cosa il prisma è.
Oggi, dicono i "lanternini" (così si chiamano), emerge con assoluta evidenza che il prisma è di forma "osburgalenga" che la sua superficie è "proto matricepilena", domani si vedrà, ma sia ben chiaro che ognuno può esprimere liberamente una interpretazione differente. I "lanternini plus" aggiungono: "Purché non si pretenda di mettere la "P" grande, che non ci si intestardisca con quella vecchia tradizione della immutabilità, coloro che la sostengono sono irrimediabilmente intransigenti e intolleranti e per questo vanno messi alla gogna, sbeffeggiarti e umiliati fino a ridurli a vivere nei loro buchi e ficcargli... ".
Il gruppo a cui si riferiscono è quello dei "persemprini" che in realtà non è un gruppo compatto, ma estremamente variegato. L'unica cosa che li unisce è la "P" grande e l'immutabilità della loro interpretazione.
Il Prisma è una sfera perfetta. No, il Prisma è molti Prisma che formano un tutt'uno. Ma quando mai! Il Prisma è mio. Vecchie idee, il Prisma è l'essenza della Tenue-Energia.
E non finisce qui. E' difficile da credere, ma in quel mondo scoppiano guerre perché al grido di "Il Prisma è Grande" si uccidono gli infedeli, i quali infedeli, da parte loro, non si sentono affatto tali, perché sono convinti che il Prisma stesso ha rivelato loro la sua natura e la strada per conoscerlo.

Ora mi state chiedendo di trarre le conclusioni, di dire la mia.
Il prisma è...è prima di tutto scomodo. Perché comunque lo rigiri, trovi nuove domande e se lo guardi senza pregiudizi devi ammettere che qualunque cosa tu dica è frutto di qualche convinzione che sta a monte e che ti condiziona nel descriverlo.
Il prisma puoi solo...amarlo. Ecco, per quello che ho capito io, è l'unica cosa di veramente sensato che puoi fare. Amarlo. Amarlo perché in quell'anelito c'è tutto e ci sono tutti (con e senza "T" grande).
Solo l'Amore può contenere l'incapacità di conoscere il P(p)risma.

Ma per fortuna queste cose non succedono nel nostro mondo. Da noi non ci sono guerre che scaturiscono da diverse ideologie, religioni e tradizioni. Noi abbiamo imparato a rispettarci. Se un prisma comparisse nel nostro mondo, sapremmo accettare senza intolleranze il differente punto di vista di ognuno.
E se questo nostro punto di vista avesse delle implicazioni sociologiche o morali o economiche, sapremmo tener conto uno dell'altro. Non abbiamo bisogno di essere rigidi, di salvare a tutti i costi i principi e la faccia. A noi interessa l'uomo, il suo benessere profondo, la sua salvezza per sempre. Come siamo fortunati, noi.

PS: Vorrei pubblicare la foto del prisma ma purtroppo essendo "cangiante" e/o "immutevole", la fotocamera è riuscita a fissare solo questa immagine poco significativa.