Le terrazze, nei tetti della citta vecchia, sono uno spettacolo nello spettacolo. Si aprono oltre porte di alluminio o di legno spesso sgangherate; panni, stesi con corde improvvisate, si alternano ad antenne tv semiarrugginite; sopra mattonelle barcollanti ondeggiano ombrelloni rabberciati; oltre la ringhiera, nei cornicioni, ciuffi d'erba consolidano le loro radici nella terra che il vento ed il tempo accumulano; altre terrazze, più in là, altri abbaini, altri panni stesi, cavi che scendono e si intersecano disordinatamente.
Magicamente l'insieme assume un aspetto affascinante, armonico e profondamente vissuto.
Nel mio sogno salgo sulla terrazza e mi guardo intorno in questo variopinto paesaggio; il mio sguardo si ferma sugli oggetti accatastati accanto al muro: roba vecchia, materassi macchiati, divani scoloriti dall'acqua e sfondati, sedie di legno sgretolate, pezzi di bicicletta sparpagliati.
Un disordìne che sa di abbandono e stride con la povera e pulita dignità degli altri tetti.
Vorrei portare via tutto questo ciarpame ma non so da dove cominciare, non so come fare...
Di quale parte vecchia di me stesso, mi devo disfare?
Appunti sparsi per documentare come si cambia; non perchè il tempo che passa ci invecchia, ma perchè ognuno può assecondare un profondo e intimo movimento interno. Cambiare è svelare progressivamente se stessi, essere consapevole delle proprie passioni, illuminare le relazioni con le persone che si amano.
giovedì 15 novembre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post
(
Atom
)
Nessun commento :
Posta un commento