Ieri sera ho riletto un capitolo del libro Momo di Michael Ende.
Gli uomini grigi convincono la gente a risparmiare tempo sottraendolo a tutti quei momenti che vengono dedicati agli altri. In realtà il tempo risparmiato viene misteriosamente rubato.
Ho chiuso il libro ed ho inevitabilmente ammesso che anch'io mi lascio rubare il tempo dalla fretta e dall'ansia di dover fare bene ogni cosa.
Stasera c'è stata l'occasione per un minimo di riscatto, alla ricerca di un silenzio fatto non solo di assenza di parole ma soprattutto di consapevolezza interiore.
Un po' seduto in una panca, un po' inginocchiato, un po' con le mani giunte e la testa china, un po' con la fronte alta rivolta verso un punto davanti a me dove un pezzo di pane bianco di forma rotonda, protetto da una piccola teca e illuminato dalle luci, si lasciava adorare come sacramento e mistero.
Mi sono tornati in mente gli uomini grigi e la loro capacità di sottrarre il tempo ed ho pensato che in quel momento stavo facendo esattamente il contrario.
Quello stare in silenzio agiva come una sorgente viva dove, in qualche modo, il tempo zampillava e scarturiva nuovo.
Appunti sparsi per documentare come si cambia; non perchè il tempo che passa ci invecchia, ma perchè ognuno può assecondare un profondo e intimo movimento interno. Cambiare è svelare progressivamente se stessi, essere consapevole delle proprie passioni, illuminare le relazioni con le persone che si amano.
giovedì 5 novembre 2009
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2 commenti :
che bel post!
io lo so che oggi la tua giornata sarà pesante tra riunioni e "conference" ecc. ma so anche che quella luce nel buio di ieri sera non è meno concreta meno reale meno efficace di tutte le menate legate alle responsabilità del lavoro , so che riporta a quello che veramente conta perchè come diceva il piccolo principe "L'essenziale è invisibile agli occhi"
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