Pur nella diversità delle capacità e degli indirizzi interiori (i cosiddetti talenti) che ognuno possiede e sviluppa anche nel matrimonio, dovrebbe comunque emergere questo desiderio di conoscenza verso la propria Chiamata, cioè la propria Vocazione.
Come non ci si può dedicare ad esso a trecento-sessanta gradi? Come si può pensare che il matrimonio è il cento-ottanta gradi della propria vita?
Bisogna ribaltare i termini. Nelle priorità dei propri valori, prima dovrebbe venire la Chiamata e poi il servizio, il volontariato, l'impegno sociale, l'appartenenza a un gruppo. Non sto dicendo che c'è 'qualcosa' da sottrarre a 'qualcos'altro', ma la Vocazione dovrebbe essere qualcosa di costitutivo e di profondo che dovrebbe costantemente pervadere la vita di una coppia, pur nei suoi errori, cadute, fatiche, incoerenze...
Il rapporto con lui o lei non dovrebbe essere ridotto ad una routine, a un di cui della propria vita.
Siamo talmente lontano dall'aver compreso il mistero dell'amore fra un uomo e una donna, in Dio; è talmente tanta la strada da percorrere, che non possiamo permetterci il lusso di accontentarci.
E' una tentazione credere che già vi conoscete perché sapete quali sono i vostri gusti, abitudini, ambiente familiare e anche ciò che l'altro sta pensando in questo momento.
Di fatto ognuno di voi è un 'mistero' in continua crescita. Per questo vi chiediamo di rivelarvi costantemente e di penetrare l'uno nel mistero dell'altro.
Crescere come coppia di sposi significa sforzarsi seriamente, ogni giorno, per migliorare la propria comunicazione, esplorare questi aspetti della propria relazione che a volte si evitano. avere il coraggio di conoscersi e incontrarsi a fondo.
(Un cammino per i fidanzati - Comunità di Caresto - EDB)