La vita è un film muto. Contano i gesti, non i fiati.
Ora a parte il riferimento specifico alla storia personale e alla popolarità dei due personaggi ai quali si riferiva (Papa emerito Benedetto XVI che si era dimesso e Giorgio Napolitano che aveva accettato suo malgrado il re-incarico a presidente), la frase è molto bella ed è, come si dice, "ad effetto".
Ho apprezzato i concetti e li condivido ma...
... questo slogan mi suggerisce oggi alcune osservazioni.
La scelta della parola "fiati" è cruciale nell'emozione che suscita la frase.
Se il giornalista avesse scritto:
La vita è un film muto. Contano i gesti non le parole....il significato, non solo sarebbe stato meno efficace, ma anche meno comprensibile.In realtà in un film sonoro non ci sono i "fiati", ci sono attori che recitano usando delle parole.
"Fiati" ha però il potere, nella nostra mente, di provocare un cortocircuito con un noto proverbio:
"Aprire la bocca e darle fiato". Cioè parlare per riempire un vuoto. Per mettersi in mostra. Per confondere. Per sentirsi o far credere di essere importanti.
Se questo è il parlare, la conseguenza, il suggerimento, è quello di affidarsi al film muto: suggestivo!
Però la parola, di per sé, non può avere il segno negativo davanti anche se è vero che dovrebbe essere usata attentamente. Lo sapeva bene Gesù: "Il vostro parlare sia si si no no (Mt 5,33-
Allora se non possiamo fare affidamento su quello che esce dalla bocca affidiamoci all'azione!
Ma anche qui in realtà... ci sono gesti e gestacci, gesta e gestualità, ostentazioni e pose. Anche un attentato è un gesto, lo è anche una guerra, è un'azione anche rubare, corrompere, uccidere.
Quindi, ahimè non possiamo rifugiarci solo sul valore dei gesti. La vita non è un film muto.
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