Non che questo sia importante ai fini di quello che sto per raccontare.
E' solo per dire che ho in testa un ricordo ben formato e un riferimento preciso: stavamo camminando in gruppo ed ero insieme ai miei amici di allora; eravamo giunti all'altezza dei giardinetti di Quinto, in una di quelle interminabili scorribande pomeridiane, su e giù per Nervi e dintorni (forse nella vana idea di "tacchinare" qualche ragazza).
Sicuramente non avevamo ancora diciotto anni ed eravamo tutti persi per la musica Progressive-Rock.
Se ne parlava per ore e si cominciava a suonarla. Si citavano i complessi emergenti e quelli che erano già un mito; si esaltava la scena italiana: PFM, Banco, Orme...; si ci scioglieva per gli assoli di chitarra travolgenti; ci si entusiasmava per il suono elettronico del moog che ti entrava dentro le costole e ti risaliva per la schiena facendoti vibrare; si fantasticava di poter imparare quei fraseggi di flauto gutturale così impetuosi ed eleganti nello stesso tempo; si imitavamo con la voce quei geniali riff musicali che l'uso del basso elettrico faceva diventare base portante dei pezzi; ci stupivamo per la tecnica della batteria, che tutto faceva meno che limitarsi a dare il ritmo; sognavamo dentro l'architettura maestosa dei testi e delle atmosfere nei pezzi che duravano più di venti minuti....
Che fortuna avere diciotto anni all'epoca del progressive-rock. La musica migliore di sempre! E' questo quello che pensavo e dicevo.
Eppure anche in quel contesto c'era stata una voce (quella di Agostino - tanto per ribadire quanto è vivo il ricordo) che aveva detto: "Però io penso che il giorno in cui pronunceremo la frase -ah la musica dei miei tempi- allora vorrà dire che saremo diventati vecchi!"
Beh quel tempo è arrivato da tempo, anche se vecchio non mi sento affatto, alle soglie dei sessantuno.
Quindi, rilassatevi, per me, il Prog è la miglior musica di sempre.
Ascolto mio figlio Antonio alle prese con la "sua" musica:
ritmi parossisticamente veloci ed ossessivi;
sonorità dure come il metallo contro il metallo;
pezzi che durano pochi minuti e che sembrano copiarsi uno con l'altro all'infinito (per chi non è abituato ad ascoltare il genere);
assenza di altri strumenti che non siano batteria e chitarre (rigorosamente distorte);
arrangiamenti scarni e minimali, giri di accordi ripetitivi e un po' scontati;
chitarre picchiate con forza come fossero un tamburo;
Alzo lo sguardo, e dopo aver giudicato la musica con il mio "metro" posso anche provare ad ascoltare le emozioni di Antonio e posso guardarlo negli occhi:
vedo la passione sincera e coinvolgente con cui suona e canta, ops: volevo dire: urla (secondo me 1/4 di tono sotto l'intonazione);
lo sento raccontare della fratellanza che si crea con gli altri gruppi;
lo vedo partire per qualche tour dai ritmi asfissianti per l'Italia, la Francia o la Spagna sapendo che a malapena riuscirà a coprire le spese vive;
imparo qualcosa dall'accoglienza che si scambiano organizzatori e gruppi musicali quando si invertono di continuo nei ruoli: nelle case, nei garage, nei capannoni...
In questo caso scorrono, di nuovo, nella mia mente, i ricordi dei giardinetti di Quinto e quella specie di profezia del mio amico.
La musica migliore di sempre per Antonio è il punk-rock!
Antonio - Cocks |
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