mercoledì 17 agosto 2005

Pomeriggio di Ferragosto: un grazie a questi genitori d'Aosta.

Pomeriggio di Ferragosto, seduto in una sdraio nel prato di Torrazza con MariaTeresa : cosa c'è di meglio, mentre mezza Italia sgomita nelle autostrade, che godere del silenzio, del verde del frutteto, di una brezza inaspettata e della compagnia degli amici Daniela e Claudio.
E così che nascono discorsi che non ti aspetti e non avevi programmato.
C'è spazio per raccontarsi della morte delle persone che si sono amate, di quelle che si vorrebbe aver amato di più, dell'abbandono ma anche a volte della serenità che ti lasciano dentro.
C'è spazio per meditare sulla rigidità mentale di alcune persone che non sanno guardare al di là delle delle regole e dei principi morali scordando che che il nostro primo compito non è giudicare ma amare.
C'è spazio per sperare che certi gesti semplici e veramente controcorrente diventino parte del nostro patrimonio di cristiani.

Come questo che Claudio mi ha segnalato tratto da:
l’editoriale di Giuseppe Frangi
(“VITA” – n° 12 - 26 agosto 2005)


Un grazie a questi genitori di Aosta

Con una notizia così certamente ci avremmo aperto un telegiornale.
Questi i fatti. È martedì 2agosto. Tre ragazzi valdostani, tre amici, stanno scendendo verso il mare per godersi una vacanza post maturità. Sono più o meno le 11, la loro auto s’è lasciata alle spalle il casello di Masone e si dirige verso Genova Voltri. D’improvviso un camion carico di carta, che viaggia senza più controllo, dopo aver divelto un centinaio di metri del viadotto piomba addosso alla loro auto e la scaraventa disotto. Sono 70 metri di volo che non lasciano scampo. Il bilancio finale è tragico morti Delio Denzel, 20 anni, Luca Miozzi, 19 anni e Michele Vai, 19 anni pure lui. E morto, dissanguato tra le lamiere del suo mezzo, anche Bamba Kebe Mamadou, senegalese, 47 anni, autista del camion che ha causato il disastro. Ma questa tragedia delle strade estive ha un epilogo imprevisto e umanamente sorprendente. I genitori dei tre ragazzi, al funerale, propongono una colletta. Hanno saputo che l’autista senegalese al paese aveva moglie e sei figli e vogliono in qualche modo aiutarli. Alla fine della messa contano 4.840 euro. Dice Roberto Miozzi, padre di Luca: “È stato un gesto di solidarietà, per non aggiungere dolore a dolore. Lui era qui per guadagnare la vita per sé e per i propri figli”. La esemplarità dei fatti parla da sé: non ci sono commenti da fare. Semmai c’è da ringraziare che persone con un cuore così e capaci di simili gesti gratuiti esistano. (Confrontare alla semplicità di quel gesto, cme sembrano vuote, inutili, supponenti le montagne di parole che si sono sprecate sull’emergenza immigrazione, sul pericolo islamico, sulla guerra di civiltà).
Certo, ci sarebbero altri ragionamenti da fare. Che riguardano lo stile di un’informazione patologica, incapace di cogliere i segnali di positività che la realtà trasmette ogni momento. Che riguardano quest’Italia, impantanata nelle polemiche estive dei nuovi e vecchi pirati della finanza e incapace di chinarsi sulla realtà della vita di tutti i giorni. E che riguardano anche la Chiesa. I tre ragazzi valdostani erano cattolici e profondamente cattolico è il gesto con cui i loro genitori hanno voluto ricordarli. Ma la Chiesa di oggi è capace di valorizzare comportamenti come questi? Sa ripartire dall’umano? Sa educare all’apertura verso l’altro, al rispetto nei suoi confronti, alla commozione verso il suo destino? Francamente vediamo prevalere più affanno di schieramento, più preoccupazione di fissare regole, più ambizione di conquistare un’egemonia intellettuale.....

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