venerdì 19 aprile 2024

VF 14 aprile Issogne

Saint Vincent, vista dall'alto del nostro percorso, scorre via nel dimenticatoio velocemente. La vera tappa comincia quando i nostri passi ci conducono attraverso boschi un po' selvaggi, quando i tronchi sradicati ci costringono a passarci sotto, sopra o di lato, quando si raggiungono gruppi di case abbandonate con i tetti sfondati o graziosi borghetti ristrutturati dove, immancabilmente, tutti i cani protestano rumorosamente per il nostro passaggio.

Poi, la valle della Dora Baltea si restringe così tanto da sembrare invalicabile e, per evitare la statale, la Francigena si inerpica in pendii scoscesi; qui e là i resti dell'antica via romana che conduceva alle Gallie testimonia la storia secolare. Finché, improvvisamente, l'orizzonte si allaga di nuovo e uno stretto sentiero pietroso precipita rapidamente fino al fondo valle, prima di Verrès.

Ci sono due tipi di edicole mariane che si incontrano ogni giorno: quelle essenziali con una semplice statuetta, un affresco sbiadito, un fiore, e poi quelle sovraccariche di s-traboccanti immaginette con improbabili madonne e statuette fluorescenti di varie dimensioni, tutte insieme disordinatamente, come a rubarsi il posto in prima fila.

Qualche volta guardando il percorso mi viene voglia di fare qualche deviazione per evitare una difficoltà. E, quasi regolarmente risulta impossibile evitarla o l'alternativa è peggiore. Quante volte me lo hanno detto: le difficoltà le devi affrontare, passarci dentro, accettare che fanno parte del cammino. Già! Come nella vita!

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