venerdì 18 novembre 2005

Papà Toledo prigioniero di guerra a Hereford (Texas)

Perchè non ho preso appunti quando papà era ancora in vita?
Eppure da ragazzino mi "bevevo" tutti i suoi racconti di guerra, soprattutto quelli del periodo di prigionia negli USA.
Oggi ho sete di particolari che ho cercato in rete e nei cassetti del comò.

Il Caporal Maggiore Toledo Trichini, 5° parco automobilistico d'armata:
  • Sbarca a Tripoli il 18 Settembre 1942
  • Seguito ripiegamento è a Tunisi 8 Dicembre 1942
  • Viene catturato dagli inglesi l'11 Maggio 1943
  • Viene trasferito nel campo 17 di Casablanca il 15 Giugno 1943
  • Da qui è imbarcato per gli Stati Uniti il 23 Luglio 1943

  • Del periodo americano mancano date certe ma le lettere del Vaticano e della CRI testimoniano la sua presenza in Texas in data 12 Febbraio 1944 (allo zio Giuseppe di Pozzallo e al suo papà Vincenzo), 13 Aprile 44 (indirizzata ancora a Vincenzo Trichini).
    Matricola di prigionia 8WI-31695.
    Hereford è stato uno dei campi di prigionia più grandi degli Stati Uniti, più avanti riporto la traduzione di un sito che ne racconta la storia.

    Ma per non so quali percorsi papà Toledo viene spostato anche in Arizona (non documentato) e alle isole Haway, quest'ultimo fatto confermato dal foglio matricolare.

  • Rimpatriato da isole Haway il 28 marzo 1946 (m/v Sea Witch)
  • Sbarcato a Napoli 4 Maggio 1946.

    Traduzione sintetica del sito
    http://www.tsha.utexas.edu/handbook/online/articles/HH/quh1.html

    RISERVA DI HEREFORD E CENTRO DI RICEZIONE MILITARE. La riserva di Hereford ed il centro di ricezione occupavanoo 800 acri di terra nelle contee di Castro e Deaf-Smith, 3½ miglia a sud-est di Hereford. Il secondo in estensione fra gli accampamenti per i PRIGIONIERI DI GUERRA negli Stati Uniti, ha ospitato circa 5.000 prigionieri italiani e circa 750 addetti militari degli Stati Uniti. Anche se era indicato come un accampamento provvisorio, la riserva era costruita con funzioni di massima sicurezza. Il dipartimento di guerra annunciò l'autorizzazione il 30 giugno 1942 e la costruzione effettiva cominciò in ritardo in luglio.

    I primi internati arrivarono nel mese di aprile del 1943. Erano tutti italiani, con l'eccezione di un gruppo dei tedeschi che furono diretti all'accampamento per errore e rapidamente furono trasferiti dopo un tumulto. Gli italiani si rivelarono essere garbati, grandi lavoratori ed gente fidata. La politica di massima sicurezza presto fu sostituita da una politica di massima utilizzazione e gli uomini furono impiegati all’esterno per lavorare ai poderi locali con una paga di dieci centesimi all'ora. Gli ufficiali, tuttavia, furono incarcerati in aree separate e non fu loro richiesto di lavorare. Il rispetto reciproco che si sviluppò fra i prigionieri ed i loro carcerieri è dimostrato dalla chiesa cattolica di S. Mary in Umbarger. Là, sette ufficiali e due soldati semplici italiani costruirono sculture di legno, pitturarono pareti e installarono mosaici alle finestre, donando il loro lavoro in spirito di fratellanza cristiana. I parrocchiani contraccambiarono fornendo loro generosi pasti; ogni notte gli italiani portavano di nascosto l'eccedenza dentro il campo degli ufficiali, che erano sottomessi a restrizioni sul cibo. Da ottobre fino a Dicembre del 1945 un certo numero di prigionieri che erano esperti artisti , artigiani e decoratori di vetro costruirono una cappella in onore dei loro cinque camerati che erano morti nell'accampamento. Furono sepolti uno ad ogni lato della cappella. Dopo la guerra i loro corpi furono inumati e rinviati in Italia.
    Il rapido rimpatrio cominciò con la conclusione della guerra, nel gennaio 1946 gli ultimi 3.999 prigionieri furono imbarcati sui treni speciali per il loro ritorno in Italia. L'accampamento fu dichiarato superfluo il 1 febbraio 1946. Di conseguenza, tutto quello che rimase fu una torretta dell'acqua, il serbatoio ed la piccola cappella. La cappella cadde in abbandono e divenne vittima del vandalismo fino a metà degli anni 80, quando la Commissione Storica della contea di Castro di adoperò a restaurarla. Il 30 aprile 1988, una cerimonia fu tenuta in onore dell’avvio dei lavori di ripristino della struttura che misura tredici piedi-quadrati. Un gruppo di italiani, compreso sedici Prigionieri di Guerra, assistettero, donarono soldi e bozze di schizzi originali e fotografie in sostegno del progetto. La cappella ricostruita fu consacrata il 18 giugno 1989 e ricevette lo stato manufatto storico l’8 maggio 1993.


    Il quadro di riferimento trovato in rete ha molte analogie con i racconti di papà.
    Era la descrizione di una "piacevole" prigionia, dove i militari erano trattati con rispetto, dove lui poteva lavorare secondo le sue capacità di ebanista e possedere una tromba.
    Ricordo i suoi aneddoti sulle gare che un capetto americano gli faceva fare per misurare quante bottigliette di coca-cola e di gelati era in grado di trangugiare di seguito. Gare che a quanto pare finivano sempre con lunghi soggiorni in ...latrina.
    Oppure quelli sui dispettosi prigionieri "fascisti" che volevano sabotare gli USA e allora piantavano il cotone con le radici in su...provocando, al massimo, le risate scomposte degli americani.

    I contatti con casa, da un certo punto, ricominciarono perchè ho trovato due lettere:
    la prima del 22 Dicembre 1944 testimonia che i contatti erano già stati ristabiliti, poi informa:
" il mio lavoro è sempre da falegname e la mia dimora è fra i reticolati; ben trattato, di robusta costituzione fisica e morale...arrivederci e sempre allegri".
Quella del del 14 Gennaio 1946 è l'ultima lettera prima del ritorno e papà si preoccupa della sorella Irene (non è che è andata promessa sposa con quel tale, che è un poco di buono?) e del suo imminente rientro.
Tra i resti del comò ho trovato anche il numero del 30 Settembre 1945 di "Volontà" - settimanale dei prigionieri di guerra italiani, campo n.1 Hawaii e un attestato di possesso di una "trumpet".

12 commenti :

Anonimo ha detto...

Una testimonianza esemplare. La verità, come dovrebbe essere sempre.
Un salutone
baronero

Anonimo ha detto...

Buongiorno, anche io sto navigando su Internet alla ricerca di notizie ed immagini relative alla prigionia di mio nonno Guido Melandri, un ingegnere emiliano-romagnolo che visse nel campo di Hereford più o meno nello stesso periodo di suo padre...purtroppo la mia giovane età al tempo dei suoi racconti (ho 29 anni oggi) ed il carattere schivo e riservato di mio nonno mi impediscono di ricordare dettagli tenendo conto anche del fatto che mio nonno è venuto a mancare nel 1998, dopo alcuni anni di demenza senile..
Mi chiedevo, se per un caso fortuito, i nostri avi si fossero mai conosciuti e se avesse altre interessanti notizie...
Mio nonno ha lasciato molte lettere che restano ad oggi racchiuse in una cassetta con l'indicazione di distruggerle dopo la sua morte senza leggerle..io e mio padre non siamo ancora riusciti a decidere cosa farne...
molti saluti Lisa Melandri

Vincenzo Trichini ha detto...

Carissima Lisa,
sarebbe bellissimo poterti rispondere positivamente, ma purtroppo nel mio materiale non ci sono riferimenti ad altri prigionieri.
Certo che è proprio un bel dilemma la decisione se aprire o no le lettere del nonno.
A me viene la pensare che se avesse voluto veramente distruggere quei documenti lo avrebbe potuto fare mille volte nell'arco della sua vita e voi ogi non sapreste niente riguardo la loro esistenza.
Se le ha lasciate, in fondo significa che ha lasciato a voi la decisione finale.
In bocca al lupo per le ricerche. Come ho già detto ad altri se dovessi avere novità le scriverò sul mio blog.

Anonimo ha detto...

Egregio Sig.Trichini,
anch'io ho avuto mio padre PoW in Texas proprio ad Hereford e guarda caso sa che numero di matricola aveva?
8WI - 31609 si chiamava Pagliara Luigi nato a Foggia 1l 19.10.1920 il suo papà, se non sbaglio aveva 8WI - 31695, sicuramente li hanno matricolati nello stesso campo.
Comunque possiedo anch'io un lettera dalla prigionia e il suo stato matricolare ed alcune foto.
qualora fosse interessato a dare uno sguardo, mi contatti tramite posta elettronica arturo_pagliara@alice.it e le daro indicazioni più precise.
Distinti saluti. Arturo Pagliara

Anonimo ha detto...

Mio padre è stato PoW ad Hereford nello stesso periodo e nello stesso campo. Io, però, oltre ai suoi racconti che sono allineati alle testimonianze di tutti quelli che vi hanno soggiornato e a qualche oggetto, non ho altro
E' mancato nel febbraio del 1998 ed era del 1923.
Soleva dire che se non ci fosse stata a casa la morosa, sarebbe rimasto là a fare il farmer. Sfido io, era un contadino, era il maggiore di sei fratelli, e da mangiare, qui, non ce n'era molto.
Vi risulta che gli ex di Hereford si ritrovassero annualmente - mi pare nelle marche - fino a qualche anno fa?

dori ha detto...

Gentile Vincenzo Trichini,
mio padre, come il suo, è stato prigioniero a Hereford, poi in Arizona e poi nelle Haway (!). Come lei la mia infanzia, quella dei miei fratelli e delle mie figlie è accompagnata dai suoi racconti di guerra. Di questa ha sempre tralasciato la crudeltà nuda e cruda, sostituendola con infiniti racconti del quotidiano e dei compagni (giovanissimi). Papà è nato nel 1921, è stato restauratore di quadri ed in prigionia raccoglitore di cotone, operaio delle ferrovie, scenografo, disegnatore decoratore (ha progettato una fontana nelle Haway...) e truccatore a teatro per la compagnia di rivista italiana.
Vorrebbe fargli un regalo di Natale? Mi invierebbe qualche foglio di -Volontà- in pdf? naturalmente anche lui ha lettere e documenti, se vuole potrebbe parlargli al telefono penso che gli farebbe piacere.
Cordiali saluti ed auguri!
Silvia Dori

Le mie mail:
silvia.dori@fastwebnet.it
dorisilv@gmail.com

masria teresa mazzocchi ha detto...

mio padre Enodio Mazzocchi - del 1903 - ingegnere ufficiale e' stato prigioniero nel campo di Hareford in Texas -
Non ho alcun documento ma solo pochissimi memorie per via orale tramite il mio secondo fratello maggiore -
MI piacerebbe moltissimo magari ritrovare qualcuno che lo abbia conosciuto - Io sono nata dopo il suo ritorno nel 47 e mio padre purtroppo e' morto da moltissimi anni - oggi avrebbe 101 anni... - Auguri anche a lei di buona ricerca!

dori ha detto...

Gentile Vincenzo Trichini,
le scrivo con moltissimo ritardo, ma le risparmio i motivi perché sarebbero troppo lunghi da spiegare.
Prima di tutto la ringrazio per il bellissimo regalo della copia di Volontà che ci inviò il Natale scorso.
Io e mio padre vogliamo salutarla inviandole il link a questa intervista, realizzata da mio marito, sui trascorsi della prigionia:

http://nuke.felipegoycoolea.com/SERGIODORI/tabid/126/language/it-IT/Default.aspx

spero che non abbia problemi a collegarsi, altrimenti ce lo faccia sapere. Auguri per il prossimo Natale.
Con estrema gratitudine,
Silvia Dori

Anonimo ha detto...

Mio padre Mauro Salvatore classe 1919 napoletano, sottufficiale di artiglieria in Nord Africa,fu fatto prigioniero dopo la caduta del fronte, inviato prima in Inghilterra poi in America(Texas e Hawai). Conservo qualche sua foto ed il foglio matricolare.Per tutta la vita serberò i sui racconti sulla prigionia, il lavoro di raccogliotore di cotone e poi alle cucine, l'ottimo trattamento ricevuto, i suoi compagni...Mi ha lasciato nel 1994, a mio figlio Matteo racconto spesso la sua storia e mi guarda con occhi incantati.Ho sempre desiderato saperne di più, spero mi contattiate..grazie. Patrizio Mauro

Vincenzo Trichini ha detto...

Sembra che i racconti dei nostri papà siano molto simili, grazie per il tuo commento.
Come ho già detto ad altri che mi hanno contattato non ho altre notizie da aggiungere oltre a quelle pubblicate nei vari post di questo blog; anch'io ho solo i ricordi di quando ero bambino e mi 'bevevo' i racconti di guerra del mio eroe....

giulio orsini ha detto...

Sono Giulio Orsini
figlio di un sottotente ufficiale Italiano reduce della 79^Legione CC.NN.Tagliamento dal Fronte Russo, volontario per l'Africa Settentroionale - prigioniero nei fatti d'arme a Kelibia(Tunisia), dal 22.9.44 a Hereford 4WI-17208,il profondo piacere mio nel leggere di chi ha condiviso con mio padre l'esperienza di quel Campo, allegherei volentieri copia dell'istanza di trasferimento che denota il clima (13.11.44)dopo vari campi nel Arkansas e nel Missisipi rientro' in Italia partendono da Newport New il 12.09.1945

Roberto Bartoloni ha detto...

Gentile signor Trichini, gentile signor Orsini, sto conducendo una ricerca storica proprio sui prigionieri italiani di Hereford, e mi sarebbe di grande aiuto la testimonianza che il signor Orsini voleva porre a disposizione (come ho trovato assai interessante quella del signor Dori): avrei quindi molto piacere di mettermi in contatto con lui. Il mio indirizzo elettronico è robertobartoloni@yahoo.it
Grazie e a presto