sabato 25 novembre 2006

Quando finisce la salita.

Nello scombussolamento di orari e abitudini, durante questo viaggio, ho un po' perso il contatto con i miei sogni.
Ne sentivo la mancanza.


(Sogno 25/11 )

A passo sostenuto affronto la mattonata in salita, ma un gruppo di ragazzi vengono su più svelti di quanto riesca a fare io.
Sento le loro voci alle mie spalle e stanno per superarmi.
Accelero ancora il passo perchè voglio stare davanti fino al termine della strada, ma guardo avanti e mi rendo conto che manca ancora un tratto lungo e impegnativo.
Intanto ho già il fiato corto e le gambe rigide, sto per fermarmi.


Quando finirò di considerare la mia vita una eterna competizione? Mi sembra che in questo sogno ci siano tutte le mie insicurezze relative al futuro, al lavoro, alla pensione ancora lontana, alla continua necessità di aggiornarsi per essere all'altezza.

E però la salita si può affrontare ad un ritmo sostenibile; e anche se non si è in montagna a respirare aria pura e contemplare paesaggi incantevoli, rimanendo nella metafora, anche se si tratta della mattonata, di una creuza genovese, si può girare lo sguardo verso uno scorcio di tetti, verso il muro di cinta di un giardino, ascoltare
i rumori di una televisione che provengono da una finestra aperta o soffermarsi sui i panni colorati che pendono da un balconcino, mossi dal vento che li attorciglia.
Voglio dire esiste un presente da vivere fino in fondo, prima di sentirsi "sorpassati".


giovedì 23 novembre 2006

Nazioni

Finalmente a casa!
E' il momento di aggiornare l'elenco delle nazioni che ho visitato.




Francia Monaco Spagna
Svizzera Austria Liechtenstein
Germania Svezia Finlandia
Tunisia Stati Uniti (Alabama)
Messico Venezuela Brasile
Argentina Colombia Panama
Costa Rica Guatemala

mercoledì 22 novembre 2006

Antigua (Guatemala)

Ultima sera di questa interminabile trasferta. Come i bambini all’ultimo giorno di scuola, chiudo in fretta gli appunti che raccolgo da dieci giorni e il mio personal computer che mi ha permesso anche di tenermi attacato al mio blog.

Si va a cena ad Antigua, antica capitale del Guatemala. E’ buio, i vulcani che circondano la città si possono solo intuire, ma la piazza con i giardini al centro, tre lati di porticati a due piani e la bellissima facciata della cattedrale sono illuminati per la mia gioia.
Andiamo a mangiare nel ristorante dell’hotel Santo Domingo. Un ex-convento dei frati domenicani trasformato in albergo a 5 stelle.
L’atmosfera è incantevole e conserva un ricordo mistico originale. Corridoi, giardini, patii, fontane, acqua che scorre, verande interne, statue e altari in legno. Chissa come piacerebbe a Mariateresa!

Ho uno scrupolo, chissà quanto costerà questa cena, al mio ospite. Glielo chiedo:l'equivalente di settanta euro in tre!

(questo post è caricato dall'aereoporto di Mexico City )

lunedì 20 novembre 2006

Guatemala




Luce che filtra dalla finestra della mia camera d'albergo a Guatemala City, guardo l'orologio, le 6:50 locali. Meraviglioso ho dormito tutta la notte, mi sto abituando al fuso orario.
Guardo fuori dalla finestra e trovo un vulcano.


Costarica (2)

La domenica costaricence si apre con il cielo sereno, ma dura giusto qualche ora.
Mentre ci avviamo verso la montagna, il cielo si rannuvola e violenti scrosci creano fiumi d'acqua ai bordi delle strade.
Arriviamo a 2000 metri e sembra di essere in Svizzera: conifere, allevamenti di mucche e cavalli. Naturalmente caffè, interminabili piantagioni che vanno su e giù seguendo l'andamento delle colline.
Accanto al rancho dove mangiamo cucina tipica costaricense, è pieno di colibrì. Non li avevo mai visti: piccoli, col becco lungo che infilano nel fiore come a baciarlo e questo stranissimo modo di tenersi sospesi in aria sbattendo le ali.

sabato 18 novembre 2006

CostaRica



Rispetto ai grattacieli di Panama City, San Josè, capitale della Costa Rica sembra un altro pianeta.

La città si espande in orizzontale, con pianta quadrata e case alte, uno, due piani; nessuna attenzione alle forme, ai colori dei muri, ai materiali usati; questo sembra proprio il centro-america che ti aspetti. I quartieri residenziali sono costituiti da casette in miniatura con minuscoli giardini; il centro è caotico, con negozi, aperti sulla strada, che espongono la loro merce.

Come al solito, accompagnato in macchina, ho solo il tempo di passare nella via principale e dare una fuggevole vista esterna alla Plaza de la Cultura, alla Cattedrale vicino alla quale è stata appena collocata la nuova, bianchissima, statua dedicata a Giovanni Paolo II, e al Teatro Nazionale.

Come al solito piove, a tratti anche violentemente; la novità è arrivata stamane, quando un terremoto ha interrotto per qualche secondo il mio lavoro; giusto una decina di secondi, quanto basta per sentire la sedia scrollare visibilmente e le pareti ondeggiare leggermente. Nessun panico, sembra che qui in Costarica, terra di vulcani, sia un fatto abbastanza frequente.

Notizie sparse che ho appreso o focalizzato:

La Costa Rica è l’unico paese al mondo senza esercito.

San Josè è a circa 1200 metri s.l.m.

La comunità italiana è numerosissima.

La pianta di caffè produce un piccolo e rotondo frutto rosso. Sbucciandolo si trova il chicco che tostato produce il famoso caffè di questa zona. Al termine di questa esplorazione le mie mani sono rimaste appiccicose.

Le famosissime spiagge sull’oceano sono troppo lontane…e i vulcani anche…

venerdì 17 novembre 2006

Colon

Un'ora di treno a bordo di una carrozza panoramica, porta dall'altra parte del canale, sull'oceano Atlantico.
Il percorso costeggia il lago artificiale e qualche volta si fa largo fra la fitta vegetazione tropicale dove tutto è gigante, anche l'erba.
Ma lo spettacolo più affascinante è assistere al passaggio di una nave nella chiusa.
Un'enorme quantità di acqua (dolce) viene movimentata in pochi minuti e sotto i miei occhi un'enorme mercantile è sollevato di qualche decina di metri.
Dall'altra parte una nave da crociera si appresta a riportare sull'oceano i suoi ospiti.
Incredibile pensare che il canale ha quasi cento anni e che sta per essere ampliato per pemettere il passaggio di navi più grandi.

giovedì 16 novembre 2006

Panama


L'aereo si abbassa di quota e attraversa le nubi che coprono la vista sottostante. Si vede il mare, anzi l'oceano, quello Pacifico; poi appaiono i grattacieli di Panama e la pista che corre parallela al litorale.
Piove e la temperatura esterna è umida ma ancora accettabile.
Spostandosi in macchina da un ufficio all'altro attraversiamo l'ex base militare USA che controllava fino a qualche anno fa il Canale. E' enorme, un intero mondo viveva invisibile e protetto dentro la città: università, ville, istituzioni, banche, teatro, supermarket, ora tutta la zona è tornata sotto il controllo dell'amministrazione panamense.
Nella foto una visione notturna del ponte che attraversa il canale: unisce l'America Settentronale con quella Meridionale.

lunedì 13 novembre 2006

Bogotà


L'emozione di scrivere nel blog dall'altra parte dell'oceano.

Bogotà mi ha accolto con una giornata grigia, nuvole cariche di pioggia e una temperatura di circa 15 gradi.
Non ci si rende conto di essere a 2600 metri dal livello del mare, perchè la città si adagia su una conca pianeggiante e tutt'intorno si vedono delle verdi colline.
Il primo impatto nella zona che ho percorso e nella quale si trovano hotel e uffici, è di una città ben tenuta e sotto controllo discreto ma visibile di agenti e militari.

Nel tardo pomeriggio, un giro in macchina nel centro della città mi ha fatto scoprire il quartiere della Candelaria. Caratteristico per i colori delle case. Colori forti, violenti, come il viola, il rosso, il verde.
Oggi, qui è una festività nazionale, il centro è chiuso al traffico e la presenza della polizia è molto forte ad ogni angolo. La piazza Bolivar è semideserta, ma la pioggia e l'ultima luce nel cielo rendono affascinate la visione della Cattedrale e del palazzo del Congresso.
Infine un'ultima curiosità. La Colombia è vicina all'equatore e quindi la durata del giorno e della notte cambiano molto poco. La luce c'è all'incirca dalle sei del mattino alle sei di sera, tutto l'anno.

venerdì 10 novembre 2006

Destinazione CentroAmerica


Partenza il 12 Novembre, rientro il 23 Novembre!
Genova-Parigi-Bogotà
Bogotà-Panama City
Panama City-S.Josè
S. Josè - Guatemala City
Guatemala City-Mexico City -Parigi-Genova.

Volo transoceanico massacrante.
Due soli giorni per ogni tappa.
Spostamenti che richiedono sveglie prima dell'alba.
Agenda di lavoro strettamente pianificata e densa.
Due cambi di fuso orario.

E' un vero "tour de force", ma ci sono anche gli aspetti positivi....

Conoscere altre persone e culture.
Assaggiare cibi con sapori sconosciuti.
Aggiungere quattro bandierine alle nazioni dove sono stato.
Imparare qualcosa che migliorerà le mie capacità professionali.
Raccontare agli amici quello che si è visto.
Scovare un "ricordino" non banale per la famiglia.

mercoledì 8 novembre 2006

Bloccato in auto

(Sogno 3/11)

L'ingresso della sopraelevata è bloccato da un serpentone di macchine. Dal varco del vicino porto si snoda una processione religiosa, in direzione della città. E' un fatto curioso, vorrei capirne i motivi, ma intanto il risultato evidente è che sta paralizzando il traffico.
Anch'io, che vado verso il centro, mi ritrovo irrimediabilmente bloccato. Le auto sono immobili in tutte le direzioni.
Telefono, avviso che non posso arrivare all'appuntamento come previsto. Meglio riavviarsi verso casa. Nel traffico spunta una galleria segreta sotto il monte che io posso imboccare e che mi porta oltre.



(Sogno 4/11)

Accendo la TV: trasmettono in diretta il funerale del re. Spengo ed esco in automobile, purtroppo incrocio proprio quel funerale; non mi ero reso conto che si svolgeva nelle strade vicino a casa e rimango bloccato.
Le persone che partecipano alla cerimonia si siedono ordinatamente all'interno della Chiesa, ma io ho fretta, le faccio alzare, si devono spostare perchè io devo uscire; spessi cavi si incagliano fra le gambe dei presenti e la mia uscita si complica per sbrogliare gli ostacoli.


Questi sogni consecutivi hanno in comune alcuni elementi:
  • Rimanere bloccato all'interno di un'automobile (i giorni scorsi ho scritto che ultimamente vado a piedi, per non rimanere imbottigliato nel traffico).
  • Una componente religiosa (processione e funerale).
  • Trovare il modo per uscire dal blocco (galleria verso casa, uscita dalla chiesa).
  • Un appuntamento a cui non posso più arrivare.

domenica 5 novembre 2006

Andare a piedi

Per andare al lavoro, da un paio di mesi, ho abbandonato l'automobile.
Quando, e se, l'inverno arriverà, il vento forte e le temperature basse potrebbero diventere un ostacolo insuperabile e spingermi nuovamente verso il box a quattro ruote, ma intanto, provo a elencare le prime undici motivazioni per continuare ad andare a piedi:



  1. Non ho bisogno di dovermi ricordare che dalle 8.00 alle 8.30 non si può percorrere la strada sotto casa, causa ingresso bambini alla limitrofa scuola elementare (veramente a ingombrare e costituire pericolo sono le stesse mamme e papà che accompagnano i figli in auto...).
  2. Il traffico si va complicando di mese in mese; per percorrere due chilometri, partendo alle 7.59, ci voglio, a volte, 40 minuti. Se non ho sbagliato i conti fanno 3 Km/ora.
  3. Si risparmia in costo del carburante ed usura macchina.
  4. A piedi impiego meno di quindici minuti per una distanza di poco superiore al chilometro.
  5. Un'ora di piscina alla settimana è poco per chi fa, come me, un lavoro sedentario; andando a piedi aggiungo 1 ora (15 minuti per quattro volte) di attività motoria al giorno.
  6. Lavorare vicino a casa propria è un caso fortunato e raro, perchè non sfruttarlo?
  7. A piedi conosco meglio la mia delegazione perchè ogni giorno provo un tragitto diverso. Così studio le alternative: il più breve, il più riparato dalla pioggia sotto i portici, quello sulle strade meno trafficate dalle auto (smog!), quello che mi fa passare accanto alle librerie (mi viene voglia di svaligiarle), quello con meno semafori, quello che evita di passare davanti ai call-center (veramente nascono come i funghi) e così via se ne possono inventare a piacere.
  8. Si prende coscienza che la delegazione è diventata una società multietnica e che lo spagnolo è più parlato del dialetto genovese.
  9. Vicino alla stazione ferroviaria distribuiscono i quotidiani gratuiti, ideali da sfogliare distrattamente mentre il PC sulla scrivania avvia Windows XP.
  10. Si incontrano persone che si conoscono e ci si ferma qualche secondo per salutarsi.
  11. Si incontrano persone che non si conoscono e si impara a riconoscerle, un pochino, giorno per giorno.

mercoledì 1 novembre 2006

Pronti, al posto, via

Pronti al posto via!

E' la classica formula che avvia ogni competizione sportiva.
Da ragazzo ho partecipato a gare su strada, con grande soddisfazione ma scarsissimi risultati.
In allenamento andava anche bene, viaggiavo insieme al resto della squadra e sembravo in grado di reggere il ritmo.
In gara mi tremavano le gambe in modo plateale e quando mi riprendevo ero già in fondo al gruppo sgranato.
La gara più lunga che ho disputato è stata una corsa in salita da Imperia al monte Faudo.
La ricordo per vari motivi tra cui appunto per via del momento fatidico della partenza.
I concorrenti erano ammucchiati in varie file dietro la striscia bianca tenuta tesa da due giudici.
C'erano altleti di tutte le età, dai ragazzi agli oltre sessantenni. Davanti allineati più ordinatamente quelli che gareggiavano per la vittoria, più indietro gli amatori.

E' il momento: "Pronti al posto via!".

Ed io dove sono?

In un angolo, contro un cancello, a fare la pipì, un po' imbarazzato.
Mi risistemo quello che c'è da sistemare e scatto anch'io; il gruppo è già tutto sfilato lontano almeno cinquanta metri.
La strada da percorrere era lunga, diciotto chilometri; quella volta feci in tempo a recuperare qualche posizione e arrivai 103esimo su oltre duecento partecipanti.

Sogni e ancora sogni

(Sogno 27/10)

"Arrivano gli americani", vestiamoci con i migliori vestiti che abbiamo!
Siamo euforici; mi verso manciate di farina sulla testa, così sembra un campo da seminare.
Le farfalle svolazzano sopra i tetti ma il gatto mi sta proprio tra i piedi. Uh, guarda passa Maradona in motorino e l' architetto sembra un medico anche se spiega come funziona un computer.

Gli americani, almeno da noi, hanno portato la libertà dove prima c' era la repressione; ma qui c'è un'euforia eccessiva e anche un po' tonta. La storia ha dimostrato poi che gli americani non sono sempre i "buoni", anzi!
I ruoli sono confusi e c'è aria di guai se l'architetto, il dottore e l'ingegnere non svolgono le funzioni di loro competenza...mi viene da dire: lucidità! Mantenere le posizioni!


(Sogno 28/10)

Delgo, ritorna a farmi visita nel mio ufficio. Lo porto a spasso, gli spiego tutti i progetti che abbiamo realizzato. Vorrei che fosse un incontro amichevole, ma ci viene posto ad entrambi un indovinello che di fatto ci mette in competizione.

...mi riconosco; è proprio così, se la competizione è troppo evidente entro in ansia. La soluzione non è rinunciare alla competizione, è inutile camuffare a se stessi che un'aria perennemente amichevole possa aggirare il problema.

(Sogno 31/10)

Al buio scendo la scalinata; devo stare molto attento basterebbe un passo falso per rotolare fino in fondo, inoltre la luce che filtra dal fondo del corridoio invece di aiutarmi mi abbaglia.
Comunque sia arrivo in fondo ed esco. Sembra che debba proseguire il mio percorso con una bicicletta, una minuscola bicicletta, così bassa che la borsa che porto con me si trascina per terra; la dovrò affidare a qualcuno. Comunque ora sono di nuovo a piedi e affronto un percorso accidentato lungo un sentiero che domina un selvaggio paesaggio marino; ci sono tronchi da scavalcare, fango in abbondanza, radici a cui aggrapparsi, rocce da superare, bisogna darsi una mano, aiutarsi a vicenda a tirasi su.

...il proprio percorso non finisce mai e cambiano pure i mezzi con i quali si affrontano le varie tappe...