mercoledì 13 agosto 2008

Libertà

Non esiste la Libertà esiste l'uomo Libero.

Detta da un "amico sacerdote". Me la segno nel taccuino delle idee.

martedì 12 agosto 2008

Pentole

...non siamo pentole ancora da riempire ma pentole piene a cui fare dei buchi per far uscire quello che c'è dentro...

In effetti c'è una bella differenza fra ricevere passivamente o studiare documenti, assimilare notizie, percependo se stessi come un contenitore da cui non far sfuggire niente, anzi, dove accumulare il più possibile il proprio sapere, dove cristallizzare i valori in cui si crede,

oppure

credere, avere la speranza di poter contribuire alla formazione del mondo che ti circonda, attraverso un'elaborazione personale e originale che tiene conto delle esperienze, degli errori, delle specifiche capacità.

Allora con un punteruolo e un martello buchiamo la superficie delle nostre pentole e vediamo cosa viene fuori.

lunedì 11 agosto 2008

La solitudine dei numeri primi

[21]
I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un posto più in là rispetto agli altri.
Sono numeri sospettosi e solitari...
... tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano numeri "primi gemelli". sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Così come l' 11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43.


La storia di Mattia ed Alice è la storia di due creature così: due numeri primi gemelli.
Un racconto in cui ci si imbatte in temi importanti come l'anoressia, l'incomunicabilità, i rapporti genitori-figli, il bullismo degli adolescenti, l'handicap, la diversità.
Non si ottengono né rivelazioni né ricette.
Si condividono dei percorsi, numeri primi, alla ricerca di un equilibrio interiore da applicare alla vita di tutti i giorni.

[La solitudine dei numeri primi - Giordano Paolo - Mondadori]

Non ti ricordi bene la teoria dei numeri primi? Male, rimedia, le fonti non mancano.
Tra i numeri primi c'è ne uno molto speciale: il 2 è l'unico numero primo pari, ma a differenza di tutti gli altri numeri primi, è difficile identificarlo come un numero "strano", o "solitario"; anzi con la sua forma ben pasciuta ci ricorda che lui è di gran lunga il più disponibile di tutti: è una apertura di cui approfittano tutti i numeri pari perchè senza eccezioni sono divisibili con il 2.

giovedì 7 agosto 2008

Saint Nicolas

Farfalle a 1400 mt. slm












Gallina a 1600 mt. slm












Rana a 2400 mt slm (Lac des Grenouilles) - taglia small











Rana - stesso lago - taglia medium

mercoledì 6 agosto 2008

La speranza

Spe Salvi

Cos’è la speranza?

La speranza è lo stato d'animo di chi è fiducioso negli avvenimenti futuri o già accaduti di cui non conosce i contorni precisi e le esatte possibilità di riuscita. La speranza, in psicologia, è "uno stato d’animo di attesa fiduciosa nel compimento imminente o futuro di un evento o nel raggiungimento di uno scopo prefissato" Secondo il cristianesimo rappresenta una delle tre virtù teologali, insieme a fede e carità, definite da San Paolo apostolo nella Prima Lettera ai Corinzi (Cap. 13). Nell'articolo 2090 del Catechismo della Chiesa Cattolica la speranza è definita come "l'attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio". Nello stesso articolo sono definiti come "peccati contro la speranza" la disperazione (che equivale alla cessazione della fiducia nella onnipotenza di Dio) e la presunzione (con la quale si presume di potersi salvare senza Dio, o, viceversa, senza una personale conversione).Ne consegue che per il cristiano la speranza equivale alla certezza della divina Misericordia che si orienta verso il peccatore convertito.

[tratto dalla Gazzetta di Sondrio, Maria De Falco Marotta]

Secondo me il vero nemico della speranza, è il consumismo e non l'illuminismo o il marxismo. Il consumismo induce a subire la scienza (meglio dire la tecnologia) e a non utilizzare la ragione. Spegne ogni speranza, accende illusioni e violenze, innalza barricate.


Nell'enciclica Spe Salvi Benedetto XVI [42] spiega

... L'ateismo del XIX e del XX secolo è, secondo le sue radici e la sua finalità, un moralismo: una protesta contro le ingiustizie del mondo e della storia universale. Un mondo, nel quale esiste una tale misura di ingiustizia, di sofferenza degli innocenti e di cinismo del potere, non può essere l'opera di un Dio buono. Il Dio che avesse la responsabilità di un simile mondo, non sarebbe un Dio giusto e ancor meno un Dio buono. È in nome della morale che bisogna contestare questo Dio. Poiché non c'è un Dio che crea giustizia, sembra che l'uomo stesso ora sia chiamato a stabilire la giustizia. Se di fronte alla sofferenza di questo mondo la protesta contro Dio è comprensibile, la pretesa che l'umanità possa e debba fare ciò che nessun Dio fa né è in grado di fare, è presuntuosa ed intrinsecamente non vera. Che da tale premessa siano conseguite le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia non è un caso, ma è fondato nella falsità intrinseca di questa pretesa. Un mondo che si deve creare da sé la sua giustizia è un mondo senza speranza...


In altri passaggi dell'enciclica si coglie una analisi molto serena sul marxismo e in definitiva viene condannata solo la militanza atea. Io penso che non per questo possiamo permetterci di liquidare l'illuminismo e il marxismo che nell'economia generale della storia hanno contribuito a far cadere delle Illusioni.

[segue ancora citazione Maria De falco Marotta] Sia il primo che il secondo, tolti gli eccessi (e nel cristianesimo quanti ce ne sono stati??? Ne cito solo uno: 15 milioni di indios sterminati con la spada e con la croce, in soli vent’anni di "evangelizzazione" : 1560-1580 ) hanno contribuito alla liberazione dell’umanità dai pesanti gioghi della Minorità ( lo dice Kant) cioè a saper scegliere il bene dal male senza che qualcuno lo imboccasse per forza. Come è successo nei secoli bui e come succede- purtroppo adesso in certi stati islamici e dittatoriali. L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l'incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo dunque è il motto dell'illuminismo. In quanto al marxismo è impossibile non ricordare che l’umanità( non tutta) ha preso coscienza contro il modo di produzione capitalistico basato sulla produzione di valori di scambio attraverso lo sfruttamento della forza-lavoro dei proletari; sulla distribuzione attraverso il mercato per la realizzazione del plusvalore; sulla divisione della società in classi secondo la loro collocazione economica, che è contro le falsificazioni storiche e le degenerazioni teoriche dei principi del materialismo storico e dialettico e della critica marxista della economia politica, dallo stalinismo al maoismo, fino a tutte le revisioni possibili del socialismo scientifico.

Qualche volta siamo così impegnati a puntualizzare che la giustizia o la speranza senza Dio non servono all'uomo che finiamo per diventare incapaci ad ascoltare, a comprendere chi protesta verso Dio. Chi ha una speranza nel futuro è un amico con il quale camminare insieme indipendentemente dal fatto che ponga o meno questa fiducia in Dio (o la ponga in un dio diverso). La speranza l'abbiamo dentro di noi, indipendentemente dalla fede religiosa. La speranza non cade dal cielo come la pioggia. E' una forza che bisogna tirare fuori, bisogna attivarla. ll Signore ha dato ai viventi questa forza, fin dal principio e per tutta la vita.

martedì 5 agosto 2008

La volpe di Saint Nicolas

Una settimana di vacanza è veramente poco per assorbire lo stress di un anno di super-lavoro, ma in attesa del secondo blocco di ferie, la permanenza a Saint Nicolas è stata piacevolissima.
Durante una passeggiata, ho fatto in tempo a fissare con l'obiettivo una volpe in mezzo alla boscaglia, prima che, mostrando un enorme codone, si allontanasse nel folto della vegetazione.
Forse era la stessa volpe che ogni sera, protetta dal buio veniva fin sotto la casa alpina nella quale alloggiavo per riscuotere gli avanzi della cucina.

Sono rimasto colpito dalla bellezza del colore fulvo e ho ripensato al piccolo principe.

"...in quel momento apparve la volpe: "Buon giorno". "Buon giorno" disse gentilmente il piccolo
principe voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "...sotto il melo". "Chi sei?"
chiese il piccolo principe, "Sono una volpe", disse la volpe.

"Vieni a giocare con me?", le propose il piccolo principe "sono così triste...". "Non posso giocare
con te", disse la volpe, "non sono addomesticata". "Ah, scusa!", fece il piccolo principe. "Che
cosa vuol dire addomesticare?"