lunedì 1 settembre 2008

La ristorazione a chiamata

Durante le mie vacanze in Sicilia ho mangiato in locali fra loro diversissimi.
Dalla trattoria di fronte al porto di Trapani la cui principale caratteristica sembra essere la stazza dei cuochi e dei camerieri, ad un raffinato slow food di Sciacca; dalla trattoria di Scoglittia con menu di pesce a prezzo fisso, all'unico bar aperto di una deserta Menfi e così via.
Ma la cosa più buffa mi è capitata a Mazara del Vallo. Non voglio fare pubblicità, quindi evito la citazione del posto.
La reception dell'albergo ci consiglia un ristorante sul mare e ci prenota - mi raccomando puntuali alle 19.40 - ci avverte.
E puntuali ci presentiamo all'ingresso. Lì, si accalcano un centinaio di persone in un trambusto di rumore e spintoni mentre, al di là della porte a vetro, il locale è ancora vuoto.
Sembra di essere all'apertura di una ASL, tutti vogliono stare in prima fila.
Scopriamo così lo strano meccanismo che regola la ristorazione: il gestore si presenta con un megafono e spiega le regole.
I clienti prenotati per il primo turno verranno chiamati nominalmente, chi non risponde subito all'appello perde il posto in favore di qualcuno che nel frattempo si è iscritto alla lista d'attesa.
Sono strabiliato ma finalmente tocca anche a noi. Siamo in cinque e ci sistemiamo ad un tavolo qualunque aspettando di ordinare.
Ci insospettisce una nuova ondata di persone d'assalto che si precipita verso un angolo del locale. Breve indagine per capire che si tratta del buffet al quale possiamo, volendo, accedere passando sopra la testa e i piatti di chi ci precede. Mi rifiuto.
Il successivo capitolo della storia è capire che il menù è stampato direttamente sulla tovaglia di plastica. La scelta è praticamente obbligata: cozze, cozze o cozze.
Per me sarebbe abbastanza per decidere di alzarmi e cercarmi un bar dove consumare un arancino e una granita, ma sono in minoranza: si rimane.
La buttiamo sul ridere e completiamo la serata scherzando sulla formazione del secondo turno di clienti, su possibili ciniche varianti che si potrebbero proporre ai clienti come mettere all'asta i piatti al miglior offerente o selezionare gli avventori con prove cruente di sopravvivenza.
Dopo il fast-food e lo slow-food è la volta del call-food.
Per fortuna la vacanza in Sicilia è stata ben altro.

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