mercoledì 29 luglio 2009

Nonno Luigi

Ieri ci ha lasciati nonno Luigi, anni 93.


Uso le parole dei nipoti:

A chi ha avuto la fortuna di conoscere quest'uomo auguriamo che rimanga con voi un po' della sua forza, del suo coraggio, della sua gentilezza, della sua eleganza, del suo sapere, dei suoi ricordi e dei suoi racconti.


lunedì 27 luglio 2009

Val Maira da vedere e camminare

Vacanze interrotte, per gravi problemi in famiglia.
Poche foto a ricordo di una Val Maira che apprezzo sempre di più: senza shopping ma con tante bellezze da scoprire.











domenica 19 luglio 2009

Flussi e riflussi

Quando meno te lo aspetti come un flusso e un riflusso ritorna un episodio di tanti anni fa.


1979, Francesco vuole incidere un disco con le sue ultime canzoni e mi chiede di partecipare insieme a Guido Licastro, Fabio Cartasegna, Michele Gatti.
Ci ha ascoltati suonare dal vivo e gli piace il nostro stile "progressivo" ma anche un po' folk, un po' rock, un po' jazz.
E così parte l'avventura in sala di registrazione. Per noi che eravamo abituati a suonare dal vivo è un vero salto di mentalità. Un'esperienza bellissima ed entusiasmante.
Per noi, i testi di Francesco non erano del tutto condivisibili, ma ne rispettavamo la purezza rivoluzionaria; il nostro compito era quello di identificare il miglior arrangiamento musicale per valorizzare il contenuto espressivo e sostenere la voce, forse un po' grezza ma istintiva e volutamente operaia.
Riascoltando i pezzi dopo 30 anni, mi sono emozionato e un po' commosso perchè il sound mi sembra ancora valido, e potrebbe essere considerato un buon esempio della sensibilità musicale degli anni 70'. C'è personalità, affiatamento, creatività, tecnica quanto basta.


Testi e musica: Francesco Currà
Arrangiamenti, tastiera, chitarra: Guido Licastro
Flauto: Enzo Trichini
Chitarra elettrica e basso: Fabio Cartasegna
Batteria: Michele Gatti

Per eventuali patiti del progressive: si può acquistare su E-Bay -FLUSSI E RIFLUSSI (qui il link)
Bellissima la Recensione di Saverio de Chiara

giovedì 16 luglio 2009

Il capitale che non sappiamo di avere

Questa ricerca è davvero geniale.
Quanto vale sentirsi dire "sei stato bravo" oppure "ti amo"? C'è il proverbio che dice "chi trova un amico trova un tesoro". Si ma quanto vale questo tesoro.
Essere gratificati e provare degli affetti è qualcosa che ci fa star bene, su questo non si discute.

Un gruppo di ricercatori si è inventato un protocollo per misurare economicamente emozioni e stati d'animo e ha poi pubblicato i risultati in un libro dal titolo: Sei molto ricco, ma ancora non sai di esserlo.

Al primo posto "sapere di essere in buona salute" vale 207.000 euro

"Ti amo" vale 180.000 euro
"Vivere una relazione stabile" 178.000 euro


Potremmo veramente scoprire che nella vita c'è di più che spendere qualche centinaio di euro per un iPOD? Come andrebbero le cose dovessimo renderci conto che i soldi non sono il miglior modo per dare valore alle cose?

Questo libro suggerisce che ci sono cose più importanti di un paio di scarpe con tacco a spillo. Cose come la tua famiglia, la tua musica preferita, una passeggiata al parco, dire a qualcuno "ti amo".
Insomma c'è una ricchezza che non passa dai soldi.


You are really rich. You just don't know it yet.

Sarà senz'altro discutibile a piacere il valore scientifico di questo studio, ma di certo dà voce alla saggezza pololare e al valore dell' amore-per-sempre.

Vediamo chi trova il modo migliore per mettere da parte e investire questo capitale...

Riferimenti: qui, qui, qui


martedì 14 luglio 2009

Comparazione di frutti

Nell'immagine qui sotto: albero con tre pere che maturano.

Figli: altri frutti che crescono.


Averli tutte tre insieme non è mica così facile!

lunedì 13 luglio 2009

Economia tra mille anni - parte 2 -

I successivi quattro secoli vengono denominati l'era dell'Economia Oscillante.
Come un pendolo impazzito l'umanità alterna parossisticamente nuove versioni del Capitalismo e del Comunismo Globale col il risultato di avviare un declino demografico, psicologico, ambientale di cui nessuno parla apertamente ma che sembra portare velocemente all'estinzione della specie umana.

Ma come in tutti i fenomeni di massa è nelle pieghe nascoste dei sistemi che avvengono i cambiamenti apparentemente casuali e insignificanti destinati a segnare svolte epocali.

Non è frutto del pensiero di un leader ma qualcosa di spontaneo che nasce indifferentemente a tutte le latitudini, a macchia di leopardo. Negli ex agglomerati urbani, nelle Grandi Isole Artificiali, nelle caverne Under-Deserto (beh qui non posso mica raccontarvi anche i mutamenti geo-ambientali...).
Il nuovo stile di vita economico emerge come una necessità dall'evoluzione darwiniana, frutto dell'adattamento casuale all'ambiente e della finalità cibernetica inscritta nella logica del cosmo.

Solo più tardi quando il movimento spontaneo si consolida gli verrà dato il nome che tutti noi conosciamo: Economia del Reale Bene Comune (ERBEC).

Quasi settecento anni di sofferenza per azzerare tutti i precedenti concetti economici. Ma non settecento anni inutili, perchè senza quell'esperienza la nuova economia non sarebbe mai nata. Quando tutto sembrava perso è emerso l'essenziale; attraverso generazioni di nuovi uomini e donne che oramai avevano un marchio indelebile nel loro DNA, capace di trasmettersi alle generazioni successive come il colore degli occhi.
Come la mano è alleata del piede, il rene lo è dello stomaco e il sistema sanguigno lo è con quello linfatico: il cosìdetto gene della sopravvivenza della specie si era impiantato.

Eppure era qualcosa che l'umanità conosceva da sempre, che tutte le grandi religioni del mondo avevano predicato (ahimè spesso solo predicato).

Oggi l'umanità in cui viviamo (sono sempre le parole del prof. Rach) è lontana dall'essere perfetta e sappiamo che non lo sarà mai. Forse anche questo sistema mostrerà con i secoli nuovi limiti o derive fatali.
Come in un singolo corpo umano ferite e malattie si aprono e si diffondono nel tessuto sociale. Ma il sistema immunitario e di difesa sociale è in grado di auto intervenire, di isolare il malessere; oggi, e speriamo per qualche secolo ancora, viviamo questa straodinaria epoca in cui libertà e benessere del singolo e dell'umanità, se proprio non coincidono, almeno convergono.
Nel campo seminato dell'uomo del XXX secolo, grano e zizzania crescono ancora insieme ma il grano è più forte perchè ha preso consapevolezza interiore che nel suo insieme, il mondo, nonostante le più devastanti crisi, ha l'opportunità di andare verso il meglio.
E' vero, una nuova crisi può nascere ed essere così potente da azzerare tutto, ma è proprio per questo che matura, di generazione in generazione, la capacità di non adagiarsi, di non fermarsi.
L'era del Cambiamento Continuo è la nostra realtà di oggi e voi miei carissimi allievi siete chiamati a fare memoria del passato per non spegnere il ricordo degli errori: li portiamo come cicatrici nel nostro intimo, li vediamo nel sistema ambientale, nel clima, nella necessità di economizzare le energie disponibili, ma oggi nessuno è senza lavoro e senza cibo, per definizione intrinseca di economia, per solidarietà personale e per regole di mercato, in un mix di energie.
Tutti membra di un sol corpo.

In sogno mi è anche apparso uno schema mostrato in una cyber-lavagna ho cercato di riprodurlo, qui sotto.

Economia tra mille anni - parte 1 -

Vorrei sapere se "tra mille anni la razza umana si sara' evoluta e sara' riuscita a superare le dinamiche limitate del capitalismo."

Mille anni sono tanti. Non solo, ma è facile ipotizzare che i cambiamenti avvenuti fra l'anno 1001 e il 2001 siano poca cosa in confronto a quelli che avverranno nel successivo millennio.
Colore testo Colore testo
Io però, in sogno, ho ricevuto la visione di 30 minuti di futuro. Sento che è venuto il momento di pubblicarlo.
Sicuramente sono stato molto fortunato perchè in quel piccolo intervallo temporale che si è aperto alla mia mente, ho avuto la risposta al quesito iniziale di Gao postato sul mio blog.

Rach, studioso di Archeologia Economica inizia una lezione per la sua classe di studenti. Cinquemilatrencentoquattordici giovani sono collegati tramite i bio-sensori al loro stimato professore, il quale, circondato dalla sua virtual-pico-library, affronta il tema delle rivoluzioni economiche dell'ultimo millennio.

"Dopo il fallimento del socialismo reale, alla fine del XX secolo, e la prima crisi capitalistica globale dell'inizio del XXI secolo, alternati da periodi di stabilità sempre più brevi, si è sviluppata la seconda crisi Globale, drammaticamente scoppiata nel 2054. Niente a che vedere con quella degli anni 2008/2010.
Nonostante tanti discorsi quel primo evento era stato velocemente dimenticato e tutto era tornato come prima. Inutili erano stati i moniti di poche persone illuminate che avevano sostenuto la necessità di trarre insegnamenti profondi e cambiamenti radicali nello stile di vita.

Il 2054 segna la vera crisi del sistema capitalistico e del libero mercato. Interi popoli assediano le cittadelle con i forzieri alimentari ed energetici dei potenti della terra. Non è un movimento politico è la forza della sopravvivenza che riuscirà ad annientare le resistenze anche quelle armate e violente. Il cinismo e l'aggressività del capitalismo emergono con una brutalità inimmaginabile.
Come controreazione, nel 2089 inizia l'era del cosìdetto Socialismo Post-Virtuale, una nuova edizione del socialismo reale, ma ancora più devastante perchè il socialismo applicato in scala globale si trasforma dopo solo pochi anni di euforia in una lotta di potere da continente a continente, di asservimento alle regole centralizzate dal goverso mondiale e di disumanizzazione e cinismo verso qualsiasi forma di vita, inclusa quella umana, che si discosti dallo "standard-preconfigurato" per legge.

(continua parte 2)

domenica 12 luglio 2009

Parlare chiaro

Questo è per le aziende che per risanare i bilanci non trovano di meglio che licenziare.


Rispetto a quanto accadeva nella societa` industriale del passato, oggi la disoccupazione provoca aspetti nuovi di irrilevanza economica e l’attuale crisi puo` solo peggiorare tale situazione. L’estromissione dal lavoro per lungo tempo, oppure la dipendenza prolungata dall’assistenza pubblica o privata, minano la liberta` e la creativita` della persona e i suoi rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale. Desidererei ricordare a tutti, soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare e` l’uomo, la persona, nella sua integrita`: ‘‘L’uomo infatti e` l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale’’.

caritas in veritae (par.25)

Se questo non è parlare chiaro!

sabato 11 luglio 2009

Tutto come prima?

E' appena passato il G8. I grandi, i quasi grandi e quelli che vorrebbero diventare grandi si sono lasciati con tanti impegni e promesse.
Queste parole tratte dall'enciclica di Benedetto XVI (par. 23) si addicono molto bene alla situazione.


Molte aree del pianeta, seppure in modo problematico e non omogeneo, si sono evolute, entrando nel novero delle grandi potenze destinate a giocare ruoli importanti nel futuro. Va tuttavia sottolineato come non sia sufficiente progredire solo da un punto di vista economico e tecnologico. Bisogna che lo sviluppo sia anzitutto vero e integrale. L’uscita dall’arretratezza economica, un dato in se´ positivo, non risolve la complessa problematica della promozione dell’uomo, ne´ per i Paesi protagonisti di questi avanzamenti, ne´ per i Paesi economicamente gia` sviluppati, ne´ per quelli ancora poveri, i quali possono soffrire, oltre che delle vecchie forme di sfruttamento, anche delle conseguenze negative derivanti da una crescita contrassegnata da distorsioni e squilibri.
Dopo il crollo dei sistemi economici e politici dei Paesi comunisti dell’Europa orientale , sarebbe stato necessario un complessivo ripensamento dello sviluppo.


(immagine Giannelli- Corriere)

Invece stiamo facendo i conti la crisi globale. Io ho il timore che non sfrutteremo questa opportunità per rivedere la priorità dei valori.
In fondo i governi ci stanno dicendo che oramai si tratta di una crisi soprattutto psicologica, basta ricominciare a spendere e tutto tornerà come prima...
Ma è questo che vogliamo?
Tutto come prima?

martedì 7 luglio 2009

Attrezzi spuntati

Stavo buttando via un a scatola contenente roba vecchia e inutilizzabile. Tra quel materiale c'erano un paio di utensili spuntati; all'ultimo momento ho cambiato idea e ho deciso di tenerli ancora.
(sogno 7/7/09)

Come leggere questo sogno?
Mi rendo conto che ci vorrebbe un contesto nel quale inquadrarlo e che il significato è ambiguo.
I vecchi attrezzi spuntati potrebbero essere "vecchie" modalità, già sperimentate in passato di affrontare la vita; potrebbero essere quindi utensili che portano alla crescita dell'ansia o contribuiscono ad alimentare inutili e dannose prospettive. In questo caso il gesto di tenerle ancora con sé è da valutare come un pericolo. Attrezzi esausti non serviranno a produrre risultati positivi.

D'altra parte, se gli attrezzi che stavo buttando via rappresentassero delle risorse interiori "antiche" ma solo apparentemente inutili, allora la valutazione cambierebbe drasticamente: il loro recupero diventerebbe un gesto istintivo di salvezza. Idee ancora valide alle quali occorre solo rifare la punta e poi sono ancora pronte per affrontare il futuro...

La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino

Lo spettacolo dei politici italiani che tirano le parole del papa di qua e di là e i dilaganti commenti, troppo spesso improvvisati, superficiali e banali, non sono molto incoraggianti per stabilire un dialogo costruttivo fra le culture.

Ma la nuova lettera enciclica è argomento troppo importante per scoraggiarsi. Suggerisco di leggerla con calma, senza preconcetti.
Nel contesto della ricchissima tradizione della dottrina sociale della Chiesa mi sembra, in prima battuta, un contributo importante al pensiero sull'uomo.


Stasera mi sono soffermato sul paragrafo (21).

Erano fondate le preoccupazioni della Chiesa sulle capacita` dell’uomo solo tecnologico di sapersi dare obiettivi realistici e di saper gestire sempre adeguatamente gli strumenti a disposizione. Il profitto e` utile se, in quanto mezzo, e` orientato ad un fine che gli fornisca un senso tanto sul come produrlo quanto sul come utilizzarlo. L’esclusivo obiettivo del profitto, se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare poverta`. Lo sviluppo economico doveva essere tale da produrre una crescita reale, estensibile a tutti e concretamente sostenibile.
Le forze tecniche in campo, le interrelazioni planetarie, gli effetti deleteri sull’economia reale di un’attivita` finanziaria mal utilizzata e per lo piu` speculativa, gli imponenti flussi migratori, spesso solo provocati e non poi adeguatamente gestiti, lo sfruttamento sregolato delle risorse della terra, ci inducono oggi a riflettere sulle misure necessarie per dare soluzione a problemi di impatto decisivo per il bene presente e futuro dell’umanita`.
La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative.
La crisi diventa cosı` occasione di discernimento e di nuova progettualita`. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficolta` del momento
presente.

lunedì 6 luglio 2009

Pere in arrivo



Almeno per i peri i frutti arrivano....ben 10 dal mio minuscolo alberello piantato l'anno scorso.
Ne sono orgoglioso come s efosse merito mio, in verità un po' è vero perchè l'ho protetto dal vento forte puntellandolo in inverno, l'ho difeso dagli acari e dalle formiche con trattamenti che non fossero però troppo violenti chimicamente, ho ripulito dalle erbacce il suo tronco.
Me ne sono occupato.
Ci sarà una metafora anche per le cose degli uomini?

mercoledì 1 luglio 2009

Nell'incertezza dei nostri passi....

Nonostante con "facebook" mi trovi veramente a disagio perchè la sua modalità d'uso non soddisfa la mia esigenza di espressione, ho comunque un account attivo e qualche volta mi trovo coinvolto in qualche discussione.

Quello che scrivo qui sotto può quindi apparire un po' avulso perchè estratto dal contesto, ma poichè esprime qualche idea su come interpreto essere cristiani oggi, desidero condividerlo nel mio spazio preferito.

" proprio perchè il compito della Chiesa (e intendo della gerarchia e dell' intera comunità) è quello di annunciare la Grande Novità che può cambiare le sorti dell'umanità, e non quella di schierarsi per l'uno e per l'altro dei partiti di quel piccolo pezzettino di mondo che viene chiamato "Italia", sarebbe desiderabile dimostrare rispetto per chi nel campo sociale esprime posizioni diverse dalle proprie: non è uno scandalo condividere le posizioni critiche di Famiglia Cristiana e non mi spingerei a mescolare i temi sociali con quelli dell'infallibilità, la Verginità di Maria ecc.
Sono veramente su un altro piano.
Credo che ci facciamo del male a buttare dentro tutto insieme.
Si può anche esprimere una critica alla Chiesa o a qualche Vescovo ed essere fedeli e magari a Dio piacendo, santi.
Da bambini si "adora" la propria mamma; poi si scopre che ha dei difetti e magari anche delle colpe. Questo non toglie l'amore anzi lo amplifica perchè lo rende reale, credibile, condivisibile.

Credo che nell'imperfezione della nostra fede e del nostro agire possiamo trovare dei fratelli che abbiano il desiderio di condividere un pezzetto di strada. E' nell'incertezza dei nostri passi e nelle pieghe dei nostri dubbi che cresce la forza del messaggio di Gesù, piuttosto che dalle nostre certezze (come il nostro Paolino ci ha lasciato scritto nelle sue lettere).
Perlomeno questo è quello che ho maturato io ad oggi....
"