In una bella famiglia vivevano due fratellini. Il più grande
si chiamava Primo, il più piccolo Secondo.
Primo era un po’ geloso.
Di nascosto guardava il fratellino
e pensava: “Ma chi ce l’ha mandato questo qua. Stavo così bene. Se lui non ci
fosse potrei mangiare tutta la cioccolata invece di dividerla. Avrei il doppio
di giocattoli. Poi, quando voglio parlare, mamma e papà non dovrebbero sempre
dirmi – aspetta che sta parlando tuo fratello, non lo interrompere qui e non lo
interrompere là… - Non si potrebbe rispedirlo da dove è venuto? Se potessi, basterebbe
un attimo, pin-pum-pan!”.
D’altro canto, anche Secondo guardava con sospetto il
fratello più grande e pensava: “E dire che all’inizio mi sembrava un eroe!
Invece mi tocca sempre ripararmi dai suoi colpi, poi mi devo accontentare del
giocattolo più piccolo e come se non bastasse papà e mamma dicono sempre – no
questo non lo puoi fare, questo neanche, sei piccolo aspetta di crescere come
tuo fratello… Che noia! Se potessi, basterebbe un attimo, pin-pum-pan!”.
Quella stessa sera mamma e papà lanciarono l’idea:
“Prendiamo la macchina e andiamo tutti insieme a vedere i grandi fuochi
d’artificio. Dicono che sarà un evento spettacolare!”
In effetti era uno spettacolo. Nel cielo della notte apparivano
scie luminose che formavano di volta in volta giganteschi fiori azzurri e
gialli, fontanelle altissime di luce che scendevano come l’acqua, palle di
tutti i colori, ali d’angelo, razzi di fuoco... I colpi uno dietro l’altro
sembravano un assolo di batteria Ska e Metal Rock.
Poi un sibilo più acuto e forte degli altri che entrava
nelle orecchie ZZZZSSHHHHHHHH. Una esplosione da far tremare il cuore dentro al
petto… Pin-Pum-Pan!
Secondo, spaventatissimo, portò le mani alle orecchie,
chiuse gli occhi, forte forte. Primo, non stava certo meglio. Piegò la testa
sotto le ginocchia e chiuse gli occhi con le mani davanti alla faccia.
Quando Primo riaprì gli occhi si trovava nella sua
cameretta. Solo. Suo fratello, pin-pum-pan, non c’era più. “Non ci posso
credere. Il mio sogno si è avverato. Questi sono tutti miei, tutti miei!”
Sapete, la cosa veramente strana era che anche Secondo,
riaprì gli occhi dopo lo spavento. E anche lui si trovava nella sua cameretta.
Solo. Suo fratello, pin-pum-pan, non c’era più. “Non ci posso credere. Il mio
sogno si è avverato. Questi sono tutti miei, tutti miei!”
Come in due mondi paralleli, erano diventati entrambi figli
unici.
Primo, saltava, tirava fuori tutti i giocattoli, si
precipitava sulle caramelle, sognava gelati enormi tutti per sé. Si sentiva il
Re-Unico, finalmente.
Poi accese la TV. Un po’ di cartoni animati. “Ehi in questo
canale c’è Cross-man! Secondo, Secondo” Chiamò con tutto il fiato. “Secondo
vieni c’è Cross-man il tuo preferito!”.
Ma nessuno rispose, Secondo non c’era. L’aveva tanto
desiderato… ed ora cosa succedeva... si sentiva solo. Con un grande sospiro
mormorò: “Mi manca quel piccoletto! Come vorrei fosse qui.”
Beh, ormai l’avete capito anche a Secondo stava succedendo
la stessa cosa. L’eccitazione di avere tutto per sé e poi la solitudine. “Come
vorrei fosse qui, quel fratellone così forte!”.
La macchina guidata dal papà saltò sopra una buca, ops! uno
scossone e uno strappo.
“Ehilà ragazzi. Vi siete svegliati? Come avete fatto ad
addormentarvi? Proprio sul più bello dei fuochi d’artificio. Crollati come due
pere mature dall'albero. Dai fra poco siamo a casa”.
Primo allungò la mano verso il fratellino e incontrò la mano
di Secondo che cercava la sua.
Con le manine strette una sull'altra in un attimo stavano di
nuovo dormendo.
Sereni e insieme.
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